Drifters Edito da J-Pop – Recensione Komixjam

di Kirisuto 6

Parliamo oggi di Drifters. Ho già trattato diverse volte di alcune opere di Kotha Hirano in passato o di prodotti ad esse correlate, ma c’è un motivo particolare se quest’oggi torno su Drifters e mi ci soffermerò per bene. Il motivo principale è che la J-Pop, nota casa editrice italiana, ha deciso di pubblicare il suddetto titolo. A dire il vero questo lo sapevamo dal Lucca Comics & Games 2010, quello che sappiamo ora è che la pubblicazione inizierà ad Aprile 2012.

Ma andiamo con ordine, perchè non mi sono messo a scrivere un intero articolo solo per dirvi questo. Il manga è ormai giunto al suo 29° capitolo mensile sulla rivista Young King Ours e, entro quest’anno, verrà rilasciato il 3° volume (eh lo so, molto pochi). Drifters vede la luce nel 2009 a seguito della fine dell’opera magna di Hirano, Hellsing. Le aspettative a quel tempo erano alte: sarebbe riuscito Hirano a tirar fuori un lavoro con cui replicare il successo avuto con Hellsing? Ci sarebbe stata un’evoluzione nello stile e nei temi? Che maturazione avrebbe avuto l’autore? A ormai due anni e mezzo da quei giorni possiamo tirare le somme non definitive, ma parziali. Dividerò l’articolo in sezioni.

© 2010 KOHTA HIRANO / SHONEN GAHOSHA

Trama – Pro e Contro: In Drifters il cambio di terreno di gioco in un primo momento spiazza. La storia all’inizio sembra ambientata nell’Era Sengoku nel bel mezzo della battaglia di Sekigahara. Ma spenti gli ardori, e a strage avvenuta, ciò che resta è un solitario samurai che s’aggira sotto la pioggia. Ciò che subito porta ad uno stravolgimento della situazione è che dalle pianure giapponesi quest’uomo si ritrova, in un batter d’occhio, a calcare un corridoio pieno di porte. Verrà poi risucchiato in una di queste per ritrovarsi in un mondo parallelo che noi tutti per comodità chiameremo Terra di Mezzo. Infatti tale mondo parallelo pare proprio uno specchio del più classico mondo fantasy: draghi, elfi, nani, uomini, koblong, goblin e chi più ne ha più ne metta … il tutto in un’ambientazione da medioevo occidentale con castelli, fortificazioni ecc. Già di per sè la cosa è parecchio curiosa, ma andando avanti col manga si vede come Toyohisa (il nostro protagonista) non sia l’unico “umano del mondo di qua” che sia stato scaraventato nella Terra di Mezzo.
Nel corso del manga vengono presentati altri drifters, così vengono chiamati coloro che dal nostro mondo vengono mandati lì; i vari drifters vengono tutti però da epoche diverse e credo sia comprensibile lo sconcerto di Toyohisa quando egli realizza che due suoi connazionali con cui ha a che fare in realtà non sono altro che grandi personalità del passato … parecchio passato. Come per uno di noi sarebbe mettersi a parlare con Scipione l’Africano (che tra l’altro è pure presente in questo manga!). Ok questo è l’incipit, ma la trama? Che trama ha Drifters? Fino ad ora tutto ruota attorno al più classico degli scontri, quello del Bene contro il Male. Lo schieramento opposto a quello di Toyohisa è composto dagli Ends; anche questo formato da personaggi storici del nostro mondo, ma dalle personalità e fini totalmente diversi, che nella Terra di Mezzo li oppongono ai Drifters. Troviamo Giovanna d’Arco e Hijikata Toshizou come tanti altri e tutti guidati verso la conquista della Terra di Mezzo assieme alle creature oscure (goblin, draghi ecc), da colui che si fa chiamare Re Nero. Un tetro figuro, ammantato in uno straccio che s’appoggia ad un bastone con intagliata una libellula; l’unica parte di lui che si sia mai vista sono le braccia, tutte ricoperte di tagli, ferite e cicatrici di ogni genere.

                   
[© 2010 KOHTA HIRANO / SHONEN GAHOSHA]

 

Hirano già dal primo volume di Drifters ci presenta quelli che (sembra) saranno i due fronti contrapposti in questa storia, cosa che va in contrasto con Hellsing ove il Maggiore e la Millennium fanno la loro comparsa solo dal 3° volume solo dopo una serie di accadimenti. Ma ciò, a mio avviso, rientra nello “schema” di un’opera fantasy in cui vengono delineate specie viventi presenti, forze in campo e geografia sommaria già all’inizio in quanto, essendo il mondo a noi sconosciuto in partenza, deve essere in qualche modo introdotto. Ora, detto ciò, come possiamo rispondere alle domande che ho posto prima e che risalgono ad un paio di anni fa? Mi affretto a dire che, a mio parere, Drifters al momento non è ancora quel tipo di opera capace di superare Hellsing e fornire un altro titolo di incontestabile successo alla lista dei lavori di Hirano. Ma ha tutte le carte in regola per diventarlo. Mi spiego: Drifters possiede temi, personaggi, stile di disegno e quant’altro basti per poter essere una storia dall’alto profilo e che possa superare il suo predecessore vampiresco. Ci sono: mash-up temporali di personaggi provenienti dallo stesso luogo ma di epoche diverse, multipli riferimenti storici, combattimenti all’arma bianca, ambientazione fantasy classica, mash-up tra fantasy e moderno (vedrete un caccia Zero dar battaglia ad un drago!) eppure leggendo il manga si nota che qualcosa manca. Drifters risulta carente dal punto di vista della trama\storia, a mio modo di vedere. Forse sono io fatto male, ma la trovo estremamente lineare e a tratti forse prevedibile. Hirano ha saputo sorprenderci con tutti gli elementi necessari per costruire la storia, ma non con la storia stessa. Almeno fino a questo punto, sia chiaro. Sono il primo a sperare in un twist, un elemento di disturbo, un’evoluzione tale da portare Drifters su un altro livello. Lo spero perchè so che Hirano ne è capace.

© 2010 KOHTA HIRANO / SHONEN GAHOSHA

Come dicevo: gli elementi per una storia vincente e soprattutto ben curata ci sono. A partire dal fatto che Hirano sta gestendo i personaggi storici evocati parecchio bene. Per non parlare della scelta dei personaggi storici e del dove schierarli … ma non aggiungo altro sennò finisco per spoilerarvi tutto e vi privo del piacere che ne viene dal leggere questo manga. Nonostante le pecche fin qui riscontrate, infatti, leggere questo manga è un piacere. Personalmente mi rode dalla curiosità tentare di immaginare quale potrebbe essere il prossimo drifters richiamato, in che modo potrebbero interagire due personaggi spazio-temporalmente opposti come Scipione e Kanno (pilota del caccia Zero), mi esalta un po’ vedere che Hirano è capace di tirar fuori entità come il Conte di Saint Germain.

Stile di disegno: E’ epico. Non nel senso che supera di molte spanne qualsiasi altro stile di disegno; epico nel senso che sembra fatto apposta per la rappresentazione di quelle che vengono comunemente chiamate “scene epiche”. Per intenderci potrei dirvi San Giorgio contro il drago, Achille contro Ettore o Toyohisa che si lancia contro Ii Nyomasa e le sue guardie del corpo; queste sono “scene epiche” e Hirano sembra nato per dar vita a queste sequenze in modo impeccabile. Drifters ha un’ambientazione fantasy e la guerra incombe già dal primo volume; sarà un racconto epico nel senso “scolastico” del termine e Hirano è come a casa sua. La cura per i dettagli è presente in maniera quasi maniacale, ma Hirano sa lasciarsi anche andare a gag demenziali dal tratto abbozzato che spezzano la tensione che si accumula nel corso dei capitoli. Disegni fluidi, cupi come da programma, accompagnati da un’invidiabile capacità di far affiorare la follia, insita in ogni personaggio, per mezzo di primi piani sui volti distorti.

Riconoscimenti: Ovviamente non tutti la pensano come me, ci sono infatti persone che si sentono di dare maggior merito a Drifters di quanto ho fatto io. Partiamo col dire che Drifters era in gara contro altri 14 manga alla 5° edizione del premio Manga Taisho noto anche come Cartoon Grand Prize. Questo premio risulta particolare in quanto i titoli scelti per partecipare vengono decisi\suggeriti da librai e fumettari, non da editori. Come se tu andassi in fumetteria e il fumettaro di fiducia ti dicesse: “Guarda, fosse per me io ti direi di comprare il manga Pincopallino“. Aggiungiamo che le varie candidature sono limitate ai soli lavori pubblicati nell’ultimo anno (ma non necessariamente iniziati nell’ultimo anno) e che non superano gli otto volumi pubblicati; lo scopo di tale scelta è di promuovere sempre titoli nuovi.
L’anno scorso il premio lo vinse “Un marzo da leoni” e nel 2010 “Thermae Romae“, quest’anno ha vinto “Gin No Saji” di Hiromu Arakawa. Poco male, Drifters ha di fronte altre sei edizioni prima di raggiungere il limite degli 8 volumi. E’ inoltre degno di nota quanto segue:

Secondo un sondaggio svolto dalla rivista nipponica “Otana Fami”, che ha coinvolto i commessi del settore di 3000 librerie giapponesi, Drifters si è collocato secondo tra i cinquanta migliori manga consigliati dallo staff alla clientela.

Quindi, nonostante i difetti trovati, il prodotto offertoci da Hirano e dalla J-Pop sembra essere meritevole di attenzione, e non solo perchè ve lo dico io che sono un fan sfegatato dell’autore!

© 2010 KOHTA HIRANO / SHONEN GAHOSHA

Edizione curata J-Pop: Vediamo ora l’aspetto pratico e tangibile che riguarda tale manga, ossia l’edizione offertaci dalla J-Pop che inizierà ad essere serializzata da Aprile.
E’ stato permesso a Komixjam, a me in particolare, di visionare in anteprima il volume in questione e ringrazio la J-Pop per questo. Lasciatevelo dire, l’edizione è impeccabile. Non esagero e non voglio nemmeno fare lodi a casaccio (perchè tanto non me ne viene nulla). Come penso di aver già detto, uno dei punti peculiari di Drifters è l’immensa quantità di citazioni di cui è “farcito”. Citazioni storiche, musicali e anche letterarie. Ne è pieno, e l’edizione J-Pop è corredata di tutte le note necessarie affinchè il nostro viaggio non ci risulti scomodo od ostico. Ecco quindi che a fine volume abbiamo una quarantina di note a carattere storico (brevi, ma che ben riassumono le nozioni necessarie), e una pagina interamente dedicata ai riferimenti musicali. Hirano, infatti, nomina ogni capitolo di Drifters con il titolo di una canzone o una citazione a questa; quindi in coda troviamo i titoli e gli artisti delle tracce con cui sembra debba essere accompagnato il volume. Qua e là, poi, lungo il capitolo troviamo anche note di traduzione che ci aiutano a meglio comprendere i significati di singole parole o di motti interi. Come in Hellsing, in Drifters ritroviamo la pagina di commento dell’autore e un breve capitolo bonus di natura parodica o umoristica che chiudono il capitolo. Se in Hellsing a condurre questo capitoletto bonus erano i fratelli Valentine, in Drifters pare sia il Re Nero con gli Ends al seguito (dico pare perchè alla fin fine è solo il primo volume, dal prossimo chissà se troveremo ancora loro). Le prime pagine del capitolo sono a colori e il volumetto è dotato di sovraccoperta.

Per concludere: Io il manga lo consiglio caldamente. Però (sì, c’è un però) gli elementi che ho citato sopra devono appassionarvi. Non sto dicendo che dovete amare alla follia la storia, i manga seinen un po’ sanguinolenti o Hirano per farvi piacere questo manga, ma che riuscirete ad apprezzarlo meglio e maggiormente se così fosse. Potrebbe piacervi come semplice manga, ma Drifters ha qualcosa di più… C’è una sensazione di soddisfazione che viene dall’identificare, riconoscere, ricordare fatti o eventi o persone presenti nel manga. So di averlo già detto, e mi odierete per le mie ripetizioni, ma questa è, a mio modo di vedere, buona parte dell’anima del manga, che ha bisogno di un lettore che sappia apprezzarla affinchè possa rivelarsi in toto.
Detto questo lanciatevi! Dategli una possibilità! Drifters è davvero un buon titolo e l’edizione J-Pop ci permette di gustarcelo al meglio.

Costo del volumetto 6,00 euro.
Release: nel sito J-Pop non è indicata la cadenza, ma suppongo sarà bimestrale se non trimestrale. Tuttora sono usciti solo due volumi e manca ancora del tempo per la pubblicazione del terzo … quindi dubito fortemente in una cadenza mensile. Un capitolo al mese, undici capitoli per ogni volume e in totale siamo al capitolo 29, se contiamo l’uscita di Marzo. A voi i conti.

Detto questo, vi saluto. Non ho la più pallida idea di quando tornerò a scrivere qui sul blog. Anyway, stay tuned! See you!

 

Tutte le immagini dell’articolo provengono dal volume concessoci dalla casa editrice J-Pop e sono copyright di: © 2010 KOHTA HIRANO / SHONEN GAHOSHA

© 2010 KOHTA HIRANO / SHONEN GAHOSHA

Commenti (6)

  1. Io lo leggo da quando i volumi usciti erano tipo 5 o 6, e devo dire che p uno dei pi� bei manga che io abbia letto, almeno per adesso 8e ne ho letti di manga, fidatevi…). Un vero peccato l’uscita lentissima dei capitoli, ma del resto � sempre Hirano -.-“

  2. Non sono mai riuscito ad apprezzarlo, ho letto le scan dei primi capitoli, e mi son sembrati veramente brutti, e non stimolavano per nulla il proseguimento della lettura. Insomma imho veramente scadente.

  3. Pare davvero un bel manga, sono pi� o meno appassionato del genere pur non avendo mai letto Hellsing e la qualit� di disegni e storia pare davvero alta, will surely give it a try in un futuro un po’ pi� lontano. 🙂

    PS: Ottimo articolo, sia per contenuti che per esposizione, mi � piaciuto pi� che altro per il tuo stile ”narrativo”, spero di leggere ancora tuoi articoli in futuro. 🙂

  4. @ningen: Io per quanto possa riscontrare pecche e difetti sull’opera, non arriverei mai a definirla “scadente”. Come dicevo, visti i precedenti di Hirano tendo a dargli fiducia sperando risollevi il tutto. Ovviamente non sono qui a convincerti, lungi da me! :’D
    Apprezzo trovare anche commenti negativi, permettono sempre di approfondire. :happy:

    @vincenzo: ti ringrazio per i complimenti. ^^
    Quanto ai prossimi articoli … beh … purtroppo sono un po’ come la Madonna: appaio a casaccio. (Spero nessuno se la prenda :ninja: )

    [Quello che se la tira Mode ON]
    Volendo leggere altri miei ci sono le mie passate recensioni (Piano Immaginario e Zombie Gay in Vaticano) e un’articolo di approfondimento di Hirano.
    [Quello che se la tira Mode OFF]

    1. Beh pi� che altro, non l’ho apprezzato perch� la storia � veramente banalotta, per dire, una volta quando aveva 11 anni mia sorella, cosi per gioco, ha disegnato un fumetto che aveva la stessa trama, cio� dei tizi vengono portati in un’altra dimensione dove dovranno combattare diversi nemici, anzi forse quello di mia sorella era pi� originale, perch� c’erano gatti parlanti e robe di stu tipo.
      Ecco la trama pu� essere equiparata a quella che produrrebbe un qualunque undicenne con un briciolo di fantasia, non esattamente quello che dovrebbe produrre un mangaka apprezzato come lui (ed onestamente sto iniziando a chiedermi se veramente sia cosi bravo come molti dicono, o se sa disegnare solo massacri senza senso).

      1. Concordo con ningen su drifters (ma non sull’opinione generale su hirano, hellsing non � certo solo massacri!! :P) anche a me non mi ha preso pi� di tanto e dubito seriamente che riuscir� mai a superare hellsing in bellezza. Sia i personaggi che la storia mancano di incisivit�, non ti colpiscono pi� di tanto. E’ carino, ma nulla di pi� (poi imho eh :sideways: )

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