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Air Gear. “Un unico limite: il cielo” – Approfondimento Komixjam

Rapido e fulminante spicca nel panorama shounen Air Gear, lavoro ancora in corso del controverso Ito Ogure, o come usa firmarsi “Oh! Great”. Un lavoro che possiede un mistura ben miscelata di tante caratteristiche tipiche del manga: combattimenti, allenamenti, comicità, citazioni, fan service e una veste grafica j-pop accattivante.

Il nostro protagonista, Minami Itsuki, chiamato da tutti Ikki, è il capo di una piccola gang di teppisti che ben presto si scontra con un nuovo mondo, quello delle Air Treck. Questi sofisticatissimi ritrovati tecnologici sono praticamente pattini a rotelle, che con l’aggiunta di un sistema di propulsione, permettono di compiere salti ed evoluzioni spettacolari. È presto detto, Ikki entra nel mondo delle A-T, inoltrandosi in una sottocultura, dotata di proprie regole e miti.

I combattimenti, in singolo e a squadre, non sono una semplice gara basata sulla forza, ma sulla padronanza dei trick, la capacità di superare ostacoli, percorrere tragitti in tempi brevi e sulla capacità di formulare strategie vincenti in accordo con le regole della sfida. Ogni personaggio sviluppa delle capacità adatte a diversi tipi di scontri, risultando più adatto ad alcune sfide che altre, e i loro trick appaiono spesso come veri e propri poteri.

Il disegno è di grande qualità, l’autore dedica molta attenzione anche al modo di vestire dei personaggi, ai tatuaggi o agli accessori che compaiono. I personaggi sono ben caratterizzati non solo nella veste grafica, ma anche in quella caratteriale, si comportano sempre in maniera coerente.

Nonostante il grande numero di personaggi secondari i più importanti non vengono mai dimenticati, e hanno sempre un ruolo nella storia, a fianco al protagonista.

 Ma come è solito dire, non v’è rosa senza spine. Due sono le caratteristiche che possono infastidire un lettore non abituato, o non interessato: l’eccessiva  presenza in alcuni momenti della storia di fan-service, che rendono il manga un vero e proprio appartenente alla categoria ecchi, e la difficoltà che spesso si incontra a seguire lo svolgersi degli eventi. Spesso, come sapranno i suoi fan, Oh! Great come scrittore è contorto e poco costante.

 Il manga è edito in Italia dalla Panini Comics, attualmente a cadenza trimestrale, l’adattamento è ottimo, anche considerando la complessità di alcune tavole e la presenza di molti commenti fuori dai ballons.

 

[ Fonte | Panini ]

3 commenti su “Air Gear. “Un unico limite: il cielo” – Approfondimento Komixjam”

  1. A questo manga diciamo che do voto 6:

    Bellissimi i disegni per carità, e i combattimenti sono fantastici, uno stile che ricorda molto jojo, strategia allucinanti e ampio uso di cervello e principi di fisica (uniti al giusto mix di botte da orbi e tavole pazzesche)
    Ma per il resto…

    La storia è totalmente campata per aria: troppi elementi discordanti. Non puoi tirare fuori complotti mafioso/massonici e unirli ad una storia basilare alla Beyblade, non ha senso.

    E la seconda critica è che ci sono troppe citazioni semi letterarie e filosofie stramboidi. Danno quasi la nausea (mi riferisco, per esempio, a questa storia che “ognuno ha le ali, ma a volte non sa di averle, ognuno può essere libero di volare in cielo e bla bla bla” sempre la solita solfa). Hanno talmente tanto spazio nel manga da rendere il filo logico della trama spesso incomprensibile, o peggio, insensato.

    E considerazione personale quasi nessuno dei personaggi mi piace: i badass, da gran fighi spesso si rivelano dei piagnoni ridicoli (non voglio fare spoiler, ma Nike e Sora sono un esempio). Dei protagonisti lasciamo stare Agito/Akito o che è un personaggio messo lì per puro fanboy/girlismo, gli altri sono quasi inutili. E per finire c’è il solito protagonista classico shonen che io chiamo “facciotuttoio”, ovvero quello che A CASO ha tutte le fortune e che vince sempre e si vanta, sempre a caso (non a caso io non sopporto nè Ichigo, nè Rufy, nè Naruto degli ultimi tempi, nè quasi nessun protagonista degli shonen)

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