Hellblade [Edito GP] – Recensione

di Kirisuto Commenta

 Prendete un killer pluriomicida come protagonista, un investigatore geniale, le forze dell’ordine di Scotland Yard ed infine una sezione investigativa sotto il controllo della Chiesa Anglicana. Mischiate bene con una spruzzatina di demoniache presenze ed avrete ottenuto Hellblade, il manwa di cui vi parlerò oggi. Titolo offertoci dalla GP Publiching. Un bel seinen, violento e splatter che sa proporci degli elementi interessanti. Quali sono? L’ambientazione e la scelta dei personaggi. La storia in sé non sembra nulla di troppo nuovo, a mio avviso.

Infatti facciamo un rapido confronto: al killer pluriomicida sostituite un killer pluriomicida midian, all’investigatore geniale sostituite l’ultima discendente di una nobile casata inglese, alla Chiesa Anglicana sostituite quella Cattolica, alle presenze demoniache date un aspetto vampiresco (e una svastica sul braccio) e forse qualche campanello vi suonerà all’orecchio. Esatto: Hellsing. E fidatevi, non sono io il paranoico che nota similitudini ovunque, ci sono e come vedremo sono innegabili.

Ma lasciamo da parte Hellsing per un po’, solo per un po’. Vediamo cosa succede in questo primo volume (su cinque totali, serie ultimata). Occhio che, per fare paragoni successivi, la trama ve la racconto tutta tutta.

Siamo nella Londra vittoriana e una minaccia si aggira per i vicoli della metropoli mietendo vittime: Jack the Ripper (lo Squartatore). Giovani donne cadono preda delle sue lame finendo a pezzi e private di organi. Scotland Yard si sta dando da fare, ma trovare dei testimoni è quasi impossibile e l’unico che la polizia in mano è in no stato di shock tale da risultare inutile: continua a parlare di demoni da artigli e denti come lame. E quando parli del diavolo spuntano… i preti. Infatti a supporto della polizia metropolitana inglese vengono due investigatori facenti parte di una sezione della Chiesa Anglicana. Come dire dei Don Matteo un po’ più fighi e cazzuti, ecco. O come Padre Anderson, se volete. Questi due lasciano ovunque mezze frasi e fanno intendere che sotto c’è qualcosa di grosso e neanche appartenente alla sfera del razionale. Amen.

Questo di sfondo, per ora; il protagonista di questo volume è un detective che si occupa del caso di Jack the Ripper da quando iniziò. Intelligente, leale al suo dovere, un po’ malinconico a mio avviso. E’ comprensibile questa malinconia dalla sua situazione sentimentale: innamorato di una vedova con la quale ha una relazione clandestina. No, non deve nascondersi dal marito zombie: il problema è non farsi scoprire dalla suocera di lei. Donna malvagia e violenta non tollera che la donna abbia altre relazioni dopo la dipartita del marito.

Le indagini proseguono, le vittime aumentano quando i meccanismi del Caso fanno incrociare le strade di Jack e di Roy (l’investigatore). La suocera scopre la tresca e, senza pensarci due volte, comincia a menare e frustare la nuora. Scatta una colluttazione e, per difendersi, la giovane donna (Susan) prende un vetro rotto col quale uccide la vecchia. La giovane avvisa subito Roy il quale, per evitare che l’amata finisca in galera per aver ucciso una persona effettivamente orribile, decide di mascherare la vecchia in una delle vittime di Jack the Ripper per evitare si scopra la verità. Piano geniale: lui segui Jack dall’alba dei suoi atti criminali, ha visto tutte le scene del crimine e conosce il modus operandi… cosa può andare storto? I preti. Sì, i due segugi anglicani hanno un naso fino e scoprono subito che quella vecchia non è un’effettiva vittima di Jack lo Squartatore. Come no? E’ stata trovata fatta a pezzi proprio come le altre ecc! Intanto l’età non coincide e, altra cosa, è la prima volta che in una notte si ritrovino due vittime di Jack. Infatti oltre a quella donna ne è stata rinvenuta un’altra molto più aderente al filone del killer.

 Sebbene non si sia scoperto che è Roy il colpevole (e nessuno lo sospetti), serpeggia l’idea solo un detective che studia il caso possa aver replicato lo stile di Jack. Roy, per altri motivi, viene sollevato dal caso. La situazione con Susan degenera; viene infatti colta dalla classica paura che coglie un omicida: devo stare attento che nessuno mi scopra, tutti mi spiano, qualsiasi mio gesto o parola potrebbe far capire al mondo intero che io ho compiuto un atto orribile. Se da prima Susan spinge Roy ad uccidere la domestica che per caso entrò nella stanza mentre discutevano dell’incidente, poi questa degenera in uno stato di follia che la spinge a uccidere i proprietari della locanda presso cui i due innamorati alloggiano dopo aver deciso di fuggire da Londra. E non per un motivo preciso, ma semplicemente in quanto testimoni della loro presenza. Roy comincia a spaventarsi di quel che è diventata l’amata. A quel punto appare Jack lo Squartatore, in cerca di Susan. Messo al tappeto Roy, il killer si prepara ad affrontare la folle neo-assassina.

 

Fino a qui la storia ha seguito dei binari logico-razionali che mi facevano pregustare un bel seinen storico-thriller sulla caccia al leggendario killer vittoriano. Ma mi sbagliavo di grosso e, nel giro di una pagina, brutalmente veniamo catapultati in tutt’altra situazione.

Susan, infatti, comincia a trasformarsi fino a diventare uno mostro orrendo dalle dimensioni enormi. Inizia quindi un combattimento tra Jack e la creatura. Il killer sfodera lame, baionette e una pistola non troppo convenzionale. Roy è impietrito dalla paura, ma Jack lo invita caldamente ad andarsene dalla  locanda in fiamme (sì, nel frattempo ha preso fuoco) e di dimenticarsi di quanto ha visto quella notte. Il nostro tipo non se lo fa dire due volte e se ne esce in uno stato confusionale pari all’unico testimone recuperato da Scotland Yard.

Jack, che evidentemente ha molto poco dell’essere umano, sconfigge la bestia. La storia non è, quindi, incentrata su Roy ma su Jack, che più che un killer diventa un paladino della giustizia a caccia di demoni. Demoni che hanno la fastidiosa caratteristica di ritornare umani una volta morti. E che, a quanto pare, intacchino (s’insinuino) solo corpi di giovani donne, per di più dalla “coscienza poco pulita”. Nell’ultimo capitolo, dopo l’ennesimo “omicidio” spunta fuori un personaggio molto shota che pare una spalla di Jack. Una mente brillante e indagatrice “vissuta” nel periodo vittoriano? Ma sì, dai! Si tratta ovviamente del buon Sherlock. Porta notizie a Jack, non buone: mentre “sistemava un cliente” ha rinvenuto un oggetto che, per vari motivi, gli fa ritenere alcuni dei mostri/demoni recenti siano “artificiali”.

Così si conclude questo primo volume di Hellblade. E ho voluto spoilerarvi tutta la trama per un motivo: Hellsing. Chi l’ha letto (e se ne ricorda la storia) non può fare a meno di notare dei parallelismi ovvi. Accantoniamo il fatto che la storia di Hellblade procede molto più veloce, analizziamo i punti in comune.

  1. Un membro delle forze dell’ordine incrocia la strada del “vero protagonista” durante un “esorcismo” (Roy – Seras)
  2. Jack the Ripper – Alucard (sebbene Jack usi come arma le baionette come padre Anderson)
  3. I due preti/pastori anglicani sembrano Heinkel e Yumie (o comunque usciti dalla Sezione 13)
  4. Esistono “demoni” naturali (dei quali Jack e gli Anglicani sembrano occuparsi da tempo) e “demoni” artificiali. In Hellsing il piano del Maggiore prevedeva di trasformare il suo battaglione nazi in vampiri. E i vampiri artificiali son diversi dai “naturali” sotto vari aspetti.
  5. Sherlock Holmes rispecchia sia le figure di Seras, in quanto spalla ammazza-demoni, e di Integra/Walter, in quanto mente.
  6. Londra. Per forza di cose…

 Certo non è esaltante respirare aria di “già visto”, però a me è piaciuto (non quanto l’opera a cui attinge/ispira ovviamente). E’ da vedere come si evolverà la storia, ma leggere Hellblade come un “Hellsing un secolo prima” non è poi così male. Io poi adoro l’ambientazione vittoriana e la scelta di rifarsi a due personaggi come lo Squartatore e Holmes sembra interessante.

Le premesse sono buone; non eccelse, non rivoluzionarie, ma interessanti nell’ambientazione. Se il nostro autore avesse voluto fare colpo grosso avrebbe dovuto darsi al thriller storico, come d’altro canto sembrava stesse facendo in un primo momento (fino a 15-20 pagine dalla fine del volume). Un bel manga sugli squartamenti e l’occultismo vittoriano (realistico) sarebbe stato l’ideale.

Ma teniamoci quel che abbiamo e vediamo cos’ha da offrirci perché, se si gioca bene le carte, Joo Je Tae potrebbe tirar fuori una buona storia.

Edizione GP in uscita a Giugno al prezzo di 5,90 Euro.

Consiglio personale? Se siete appassionati del dark splatter, prendetevelo. Anche se vi va un bel manga d’azione senza troppe pretese, questo titolo sembra fare al caso vostro. Ovvio che se preferite studentesse che si innamorano dei docenti, meglio lasciar perdere.

Io qui vi saluto e vi ricordo che le novità GP/J-Pop di Giugno non finiscono qui. Regola è in full immersion e si appresta a portarvi altri titoli interessanti! Continuate a seguirci!

 

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