L’Angolo (retto) del Blurry #18 – Vedere il Futuro…

 … Svelti, un elettrocardiogramma per Kakashi!

Inutile prenderci in giro: questo è l’argomento destinato a tenere banco per tutta la settimana. E allora tuffiamoci nella discussione, cerchiamo di sviscerare la questione e di chiarire alcuni punti che potranno interessare a molti di voi!

Ecco gli argomenti di questa settimana: Naruto, Nabari no Ou e le possibile censure, Manga Helpers, il mondo del Jump, e qualche mia considerazione sulla direzione che stanno prendendo i manga in questo inizio di millennio.

E proprio da Kakashi cominciamo. Ma insomma, è morto o no? Sono partiti i flashback, il che non è mai rassicurante se si tratta di un personaggio di Naruto ferito o in una situazione critica: come sappiamo bene, i flashback sono il consueto modo di Kishimoto per invitarci a preparare i fazzoletti. Eppure… Non c’è qualcosa di strano? In effetti sì. In molti lo avete notato, rispondendo alle mie riflessioni di due settimane fa. Ebbene, non posso far altro che rinforzare questa impressione. Non solo: nel mio piccolo, ho anche provato a dare una spiegazione a questa situazione. Passo quindi ad esporvi le mie considerazioni, invitandovi comunque a prenderle con la massima cautela dal momento che sono mie pure e semplici speculazioni. Ora, non è certo un mistero che l’autore non sia l’unico ad avere potere decisionale sulla vita e sulla morte dei personaggi. Gli editori esercitano un controllo non di rado determinante sulle scelte, anche fondamentali, relative alla trama di un manga e al destino dei suoi personaggi. In questo senso, ovviamente, sono decisive le preferenze dei lettori: “uccidere” un personaggio costantemente ai vertici delle preferenze dei lettori è sempre una scelta impopolare e pericolosa dal punto di vista delle vendite. Pertanto, non è raro che la morte di un personaggio del genere possa essere “rimandata” ad un momento in cui – ormai – le vendite hanno raggiunto un livello di costanza soddisfacente. Questo potrebbe essere anche il caso di Kakashi. Cosa mi ha portato a pensare una cosa del genere? Beh, anzitutto il fatto che il suo “scontro” con Pain sia stato piuttosto insensato… Voglio dire, Kakashi è arrivato là senza avere una “storia” che lo legasse in qualche modo a Pain, nè tantomeno questo scontro rappresenta il vertice di una “riflessione” che abbia avuto luogo nella psiche del Jounin… In un certo senso, si può dire che Kakashi sia stato praticamente inutilizzato dai tempi dello scontro con Kakuzu e Hidan. Già! Non vi sembra strano? Non vi sembra invece possibile che la sua morte potesse essere stata programmata in origine proprio in quella occasione? Ricordate il discorso finale che Kakashi fa prima di infliggere a Kakuzu il colpo di grazia? Non vi sembra un ottimo “discorso d’addio” per un personaggio come lui? E a pensarci bene, cosa è successo a Kakashi da allora? Praticamente niente. L’unico momento di spicco l’abbiamo avuto quando è riuscito ad intravedere lo sharingan nell’occhio di Tobi… Beh, niente che qualcun altro non sarebbe riuscito a fare. Per questi motivi ho iniziato a pensare che forse la morte di Kakashi sia stata rimandata per scelte editoriali ad un momento in cui, per forza di cose, il pathos che ne può scaturire è sicuramente minore.

Comunque, ripeto, queste sono mie supposizioni. Se è vero che qualsiasi autore debba sottostare alle indicazioni degli editori, è anche vero che un autore relativamente “potente” come Kishimoto ha sicuramente una libertà maggiore da questo punto di vista. Certo, resta il fatto che – secondo i soliti ben informati – personaggi come Juugo, Karin e Suigetsu non erano presenti nel progetto di Kishimoto e sono stati inseriti per volere dell’editore. Io non so se questo sia vero, ma nel caso lo fosse, beh, allora non ci sarebbe da stupirsi se la morte di un personaggio importante come Kakashi fosse stata effettivamente ritardata per ragioni commerciali.

Credo sia anche giusto dire la mia nella diatriba Oda vs. Kishimoto che sta avendo luogo su queste pagine. Se vi chiedessi: “preferite crema o cioccolato?” da ognuno di voi avrei una risposta diversa, e probabilmente capite benissimo da soli che non si tratta di decidere cosa sia migliore in assoluto, bensì cosa piaccia al singolo individuo. Scommetto che molti di voi mi direbbero anche che in un buon gelato ci devono essere entrambi i gusti. Ecco, io mi trovo d’accordo. Credo che Oda e Kishimoto siano due mangaka completamente differenti, entrambi geniali a mio modo di vedere, due facce opposte della stessa medaglia. Non c’è dubbio che siano i mangaka più influenti degli ultimi 10 anni, gli unici che hanno saputo ripetere nel mondo degli shounen la stessa rivoluzione di cui si rese protagonista il grandissimo Akira Toriyama. Sono due rivoluzionari, due menti interamente devote al loro lavoro – a testimonianza di ciò c’è il fatto che entrambi mantengono dei ritmi di lavoro assolutamente folli da ben dieci anni!

A parte le ovvie differenze stilistiche, esiste una differenza molto importante tra Oda e Kishimoto. Oda è sicuramente un mangaka sui generis, ha creato un universo “fantasy” completamente folle, quasi del tutto distaccato dalla realtà. Ha realizzato un’opera in cui riesce a descrivere un sistema, un mondo che deriva completamente dalla sua stessa immaginazione. Per questo, non potrà mai fare “scuola”: è del tutto inimitabile. I mangaka come Oda sono delle eccezioni alla regola. Kishimoto, invece, ha una potenzialità ben diversa da questo punto di vista. Forse è “meno” geniale, in quanto maggiormente debitore ai propri predecessori. Il suo manga ha maggiore attinenza alla realtà che lo circonda e, anzi, assorbe da essa la sua linfa vitale, sia nei valori che nelle situazioni, fino ad arrivare alla rappresentazione dei luoghi. Kishimoto, in altre parole, è una spugna che assorbe dal mondo circostante l’ispirazione da trasferire nel proprio manga. D’altra parte è anche vero che il cittadino di Okayama si pone a sua volta come capostipite: è stato Kishimoto, infatti, a decretare definitivamente la ripresa degli shinobi e del ninjutsu come colonne portanti dello shounen manga. Da questo punto di vista, se Oda è completamente preso dal proprio incredibile mondo, Kishimoto è forse quel tipo di artista capace di precedere tutti e di decretare un nuovo trend. In effetti le conseguenze del lavoro di Kishimoto si iniziano a vedere: sta arrivando una generazione di mangaka che sono cresciuti leggendo le avventure di Naruto nel mondo degli shinobi, e che pertanto risultano pesantemente influenzati dal maestro di Okayama. Nessuno, in ultima analisi, potrà più fare shounen manga senza fare i conti con Kishimoto. E certo, probabilmente Naruto col tempo ha perduto un po’ della sua carica emotiva, ma ho come l’impressione che a volte tendiamo a perdere di vista la portata del lavoro di Kishimoto, a mio avviso epocale.

Accenavo al discorso circa il futuro dei manga. Beh, sicuramente se parliamo di Shounen manga assisteremo all’arrivo di una generazione di autori che sono cresciuti leggendo sostanzialmente Bleach, Naruto e One Piece.

 

[Attenzione! Il resto dell’articolo contiene spoiler di Nabari no Ou, sia manga che anime, cliccate sul pulsante qua sotto per visualizzare il testo]

 

[spoiler] Nabari no Ou di Yuuki Kamatani è forse il primo esempio convincente di manga della scuola “shinobi”. La Kamatani stessa si dice profondamente ispirata da Kishimoto. E si vede! Anzitutto, l’ambientazione della storia: Okayama, la città natale di Kishimoto. Il plot che ruota intorno agli shinobi – sebbene inseriti a tutti gli effetti nel mondo reale, scelta gestita in modo piuttosto felice. L’elemento della “tecnica onnipotente” che risiede dentro il corpo del protagonista Miharu – inevitabile l’analogia con Naruto ed il Kyuubi. Il “nemico/amico” Yoite ( e qui sul concetto di “amico” ci sarebbe parecchio da discutere dati gli sviluppi che fanno pensare più ad una storia d’amore che ad un’amicizia!) che si sta riducendo in fin di vita utilizzando una tecnica proibita e che vorrebbe non essere mai esistito (un mix tra Gaara, Itachi e Sasuke?). Il maestro che funge da “capo” del team dei protagonisti, per molti aspetti simile a Kakashi ed Iruka. La storia del clan Shimizu, in cui Raimei vede il fratello Raikou sterminare la famiglia – salvo poi venire a scoprire che l’aveva fatto a fin di bene… Uchiha anyone? Il nome di alcune tecniche: Konohagakure… Kirigakure… Insomma, un tributo sicuramente importante che tuttavia non pregiudica l’originalità del manga della Kamatani, uno dei più interessanti degli ultimi anni. Non un manga da Jump, però, data la sua particolarità. Non c’è da stupirsi che sia stata proprio Tv Tokyo a trasmettere l’ottimo anime, che come forse saprete consta di 26 episodi con una fine, mentre il manga invece prosegue oltre la fine dell’anime ed è tuttora in serializzazione mensile sul GFantasy. [/spoiler]

Dal punto di vista dei Seinen, mi sembra ormai consolidata la tendenza a presentare spaccati di vita quotidiana largamente permeati dal senso di amarezza e da una riflessione seria e ben articolata sul Giappone moderno e sulla particolarissima situazione socioculturale in cui i nuovi ragazzi giapponesi si trovano coinvolti, tra l’eredità della generazione di Harajuku e le nuove tendenze meno trasgressive almeno dal punto di vista estetico. Quel senso di sospensione tra “vita regolare” e tentativi di ritagliarsi un’esistenza improntata alla ricerca della piena realizzazione presente, sebbene in forme meno problematiche, anche in Bakuman.

Mangahelpers ha cambiato veste grafica e organizzazione. Si sta anche lavorando ad un sistema che permetta di attribuire ai traduttori dal giapponese (e non) un ranking che renda conto delle loro reali capacità sulla base di test, supervisioni di traduttori esperti ecc… Ci sarà da divertirsi. In ogni caso, con questo cambio di veste, MH si avvia a diventare sempre più automatizzato e funzionale. Ultimamente poi la disponibilità delle raws dei manga più disparati è cresciuta notevolmente: il tutto, grazie al lavoro instancabile degli amministratori e di chi ha prestato loro aiuto: gente veramente degna di tutta la nostra ammirazione che sta facendo qualcosa di veramente grande per il nostro mondo. Qualcosa che fino a poco tempo fa era addirittura impensabile. E, che dire, sono onorato di far parte dello staff dei traduttori e intendo continuare a contribuire col mio lavoro.

Infine, chiudo con qualcosa che farà sicuramente contente le Fangirls che ci seguono… La seconda ending di Nabari no Ou, una delle più belle ending che mi sia capitato di vedere. Quando si dice che certi manga si tengono sul filo dell’ambiguità… qui mi sa che quel confine è stato ampiamente superato, soprattutto quando la canzone utilizzata para manifestamente d’amore! Che ne dite, la vedremo anche nella versione italiana?

Arugamama – Nabari no Ou 2nd Ending Theme