Spesso ci si lamenta di come in Italia manga e anime vengano visti in un’ottica negativa, quasi come prodotti deviati di una società considerata lontana dalla nostra non solo culturalmente ma addirittura moralmente. Alieni con un sistema di valori troppo degenere per i falsi puritani con cui purtroppo dobbiamo convivere. Un atteggiamento, che sia chiaro, non è tipico del nostro Paese ma è comune un po’ a tutto il mondo occidentale e che ha portato spesso a ingiustificate censure basate spesso più sul pregiudizio che su effettivi contenuti “inappropriati”. Oggi però vorrei parlarvi ci una vicenda che dimostra come nemmeno il Sol levante sia il luogo ideale che molti immaginano.
Mi sono interessato a una particolar vicenda legislativa quindi ho perso un po’ di tempo a cercare in giro informazioni su quello che sta avvenendo in Giappone intorno ad una proposta di legge che dovrebbe andare a riformare la cosiddetta “Ordinanza per il sano sviluppo dei minori”, un provvedimento normativo di cui ora dovrei riassumere il contenuto in poche parole per poi analizzarlo meglio nel dettaglio, ma l’unica definizione che mi viene in mente e mi pare abbastanza appropriata è che si tratta di un immane casino senza né capo né coda. So che non è una sinterizzazione proprio ortodossa ma se avrete la pazienza di seguirmi capirete che non sono stato così inopportuno.
Partiamo dal contesto: ci troviamo in una delle prefetture del Giappone, l’area metropolitana di Tokyo dove il governo (in mano al partito liberal-democratico, grossomodo il nostro centro-destra o meglio ancora il partito repubblicano statunitense) ha presentato questa proposta di legge all’assemblea della prefettura dove invece la maggioranza è detenuta dal Partito Democratico (grossomodo corrispondenti agli omonimi italiano e statunitense). Il tutto è iniziato a Febbraio di quest’anno e si è protratto fino ad ora tra proteste, bocciature e insistenze varie. Per chiarire per bene l’accaduto mancano ora solo il che cosa, ma soprattutto (ed è quello che ancora mi chiedo) il perché.
Come accennavamo prima a febbraio il Governo della prefettura presenta la proposta di legge 156 di riforma dell’Ordinanza della Metropoli di Tokyo riguardante il sano sviluppo dei minori. Con questo provvedimento normativo si intende andare a regolare l’utilizzo nelle opere d’ingegno di personaggi non reali (che però appaiano essere minorenni) in relazione a determinate tematiche come la sessualità e determinati comportamenti definiti “anti-sociali”; senza contare che individua anche una serie di misure legislative volte al controllo dell’accesso dei minori alla rete e all’informazione.
Nello specifico il disegno di legge prevede l’auto-regolamentazione per quelle “rappresentazioni visive di atti sessuali e/o pseudo – sessuali” che coinvolgano “minori non reali” e che forniscano un’immagine positiva del fatto che questi possano diventare “oggetto di sessualizzazione” fino ad un livello tale da “poter impedire lo sviluppo della sana capacità di giudizio della sessualità da parte dei minori e dunque il corretto sviluppo dei minori stessi”. Per “minori non reali” si intende “qualsiasi rappresentazione visiva o auditiva di un individuo che possa essere identificato come minore di 18 anni dalla sua età, vestiario, livello scolastico, contesto, e/o qualsiasi altro elemento che possa fungere da indicatore di età”. A questi casi in cui sono previste forme di autocontrollo se ne aggiungo altre in cui risulta invece possibile e necessario l’intervento del governo in prima persona laddove questi stessi soggetti siano coinvolti in atti sessuali e/o pseudo – sessuali in contrasto con le norme sociali e quindi rappresentino una minaccia più grave allo sviluppo dei minori.
Al di là della questione morale sull’opportunità o meno di un simile intervento il problema principale sta nel fatto che questo provvedimento è letteralmente scritto coi piedi. Vengono utilizzate troppe espressioni vaghe che rendono dunque il contenuto delle disposizioni indeterminato, una condizione non proprio ideale per delle norme giuridiche che invece dovrebbero contribuire a garantire il basilare principio della certezza del diritto. Determinare l’età di un personaggio dalla sua voce o altri parametri non univoci non rende le cose molto chiare, al punto che l’espressione di “minori non reali” è stata eliminata e ora ci si rivolge indistintamente a tutti i personaggi senza indicazione di età. Ma procedendo oltre, risulta vago anche quale sia il livello consentito, ossia quand’è che questi atteggiamenti iniziano ad essere dannosi al sano sviluppo dei minori o ancora quale sia l’esatta estensione di queste norme sociali che una volta infrante giustificherebbero l’intervento del governo. Insomma come si vede ci sono tutta una serie di punti oscuri che non sono di certo stati ignorati dall’assemblea che ha appunto bocciato inizialmente il progetto di riforma e il governo si è visto costretto a presentare una versione emendata di questo disegno di legge.
Il nuovo documento, pure eliminando alcune formulazioni vaghe per cui ora ci si riferisce a tutti i personaggi, vengono citati esplicitamente “manga, anime e altre illustrazioni” con l’esclusione però della fotografia e di materiale che rappresenti persone reali, resta comunque un progetto di legge molto discutibile. Da notar come sia esclusi da questa caccia alle streghe personaggi inventati che però compaiano in un’opera letteraria, quindi solo testo senza immagini. Ho puntualizzato questo dettaglio perché il governatore di Tokyo è stato in passato uno scrittore e alcune sue opere rientrerebbero nella categoria di materiale dannoso senza questa particolare eccezione ad hoc, insomma anche a Tokyo noi italiani potremmo sentirci aria casa.
Tornado alla proposta di riforma, restano comunque espressioni ambigue come il fatto che vanno controllati “manga anime e altre immagini (eccezion fatta per fotografie di elementi della realtà) che in modo ingiustificato mettono in buona luce o esagerano” determinati atti sessuali o pseudo – sessuali. A tal proposito Kazuo Wakatabi, presidente degli avvocati dell’Associazione forense di Tokyo nel sottolineare i difetti strutturali della formulazione del disegno di legge ha evidenziato come sia inappropriato il termine “esagerato” in relazione a manga, anime e altri media che costituiscono già di per sé una rappresentazione “esagerata”.
Vi chiederete perché tanto accanimento contro l’incapacità dei legislatori di fare il loro dovere in modo decente almeno nello scrivere le leggi. Non è solo questione di principio o pignoleria nel pretendere il rispetto della forma, ma il problema è sostanziale perchè non avendo individuato confini precisi di ciò che debba essere considerato “dannoso per i giovani” si corre il rischio di un’eccessiva ingerenza del governo nel ruolo di censore, o ancora che le case editrici temendo determinate sanzioni possano limitare la stessa creatività degli autori ed evitare, dunque, di pubblicare determinate scene per scongiurare ogni eventuale problema. Insomma si rischia di compromettere pesantemente la libertà di espressione esasperando una netta classificazione dei manga in due sole categorie: manga per tutti fortemente “censurati” e manga per adulti, visti tra l’altro in un ottica negativa al punto da cercare di limitarne in via indiretta la circolazione.
Tutto ciò naturalmente ha suscitato l’opposizione di numerose associazioni rappresentanti di categorie: dall’industria dell’editoria alla già citata associazione degli avvocati di Tokyo fino ad arrivare al Japan PEN Club degli scrittori nonché numerosi mangaka tra cui Tetsuya Chiba, autore di Rocky Joe, Leiji Matsumoto (Capitan Harlock), Fujiko Fujio A (Doraemon), Osamu Akimoto (Kochikame). Il governo ha per questo deciso di incontrare queste associazioni per ascoltarne le posizioni prima di procedere alla votazione per cui non ci resta che aspettare eventuali svuiluppi.
Se non riuscite ad immaginare come questo possa interessare noi lettori pensate che molti shonen potrebbero essere colpiti: manga come Naruto e One Piece per continuare ad essere indirizzati al proprio pubblico (adolescenti) e non finire nella categoria “per adulti” dovrebbero cambiare rotta ed eliminare ogni sorta di allusione sessuale anche in chiave comica, insomma è un provvedimento che ha una portata troppo vasta per quello che forse è un intento lodevole: limitare la pedopornografia.
Se siete arrivati a leggere tutto che ne pensate voi? Si può parlare di pedopornografia anche se si tratta di disegni? Si può invadere in un modo così ampio la libertà di espressione in nome del “sano sviluppo dei minori”? Ma poi a chi diavolo giova un provvedimento come questo che è osteggiato da più del 90% dell’opinione pubblica? A voi la parola.
Fonte [Dan Kanemitsu]