Lucca Comics 2010 – Report by Blurry

I prezzi del merchandise, certo. Le cosiddette “edizioni speciali” che di speciale hanno solo il prezzo, ovviamente. La quantità immane di gente proveniente da ogni parte d’Italia. Quei cosplayers che non capiscono dove l’autoironia sconfini nella totale mancanza di amor proprio, senza dubbio. La ressa alle biglietterie, che all’ora di punta sembrano sempre troppo poche, anche quando ce ne sono dieci. Cento. Mille. I pisani che invadono la nobile Lucca, argh. Il caos derivante dai trasferimenti vari, del tipo hotel-Lucca, Lucca-hotel, hotel-cena, hotel-Lucca, Lucca-luogo imprecisato in qualche parte d’Italia. Vero. Queste sono tutte cose che un veterano del Lucca Comics come me conosce ed impara a temere. Ma, amici miei, ce n’è una che le batte tutte, e di gran lunga. Un’evenienza che, quando si presenta, riesce a trasformare Lucca nell’anticamera dell’Inferno, e che – peggio ancora – non può essere evitata in alcun modo. Signore e signori, un applauso alla più tremenda delle iatture che possa abbattersi su un Comics: la PIOGGIA.

La pioggia – È stato un Comics bagnato, fradicio, zuppo d’acqua. Talmente tanto da far sembrare un lontano miraggio la fiera dell’anno scorso, segnata dal tempo splendido e da goderecci bagni di sole sulle mura di Lucca. Che dire, i presupposti per il disastro quest’anno c’erano tutti. E non c’è dubbio che, in un certo senso, questo Comics sia stato un disastro. La pioggia è odiosa, rende impossibile il movimento dei cosplayers, rende fastidiosa la presenza della gente, incupisce i volti di tutti quanti, noi compresi. Io poi, che sono profondamente metereopatico, ero davvero seccato.  In realtà, però, Lucca Comics 2010 è stato un successo strepitoso, e vi spiego subito il perché: i dati ufficiali parlano di 135000 presenze, contro alle 140000 del 2009. Ora, considerando le condizioni climatiche  – ampiamente annunciate e previste – e la gravità dei danni che il maltempo ha provocato, un’affluenza paragonabile a quella della scorsa edizione è da considerarsi assolutamente straordinaria. Non oso immaginare come sarebbe andata se il Cielo ci avesse omaggiato con il bel tempo dell’anno scorso. Probabilmente quest’anno sarebbe stato surclassato il record della scorsa edizione.

Un Comics diverso – Parlando della mia esperienza al Comics, ogni anno, sono inevitabilmente influenzato dalla fase che la mia vita sta attraversando, e dal significato che questa breve vacanza può avere per me. Ormai voi lettori sapete quanto mi piaccia scrivere articoli improntati molto sulle sensazioni e poco sulla cronaca, e questo non farà eccezione. Anche quest’anno, il Comics si configurava come una sorta di discontinuità spazio-temporale, uno squarcio nella mia vita di studente universitario. Anche quest’anno, in sostanza, rappresentava l’occasione per gettarmi in una tre giorni forsennata insieme ad amici vecchi e nuovi, nella più totale dimenticanza della mia ordinaria vita fiorentina. Ma il comics di quest’anno era anche profondamente diverso: arrivava in un modo molto delicato per Komixjam e per me, dopoché – tra l’altro – avevo ripreso a tradurre Naruto dopo un periodo piuttosto lungo di inattività, con tutte le difficoltà del caso – non avere raws in tempi decenti, dover trovare il tempo, dover “rientrare” nel personaggio e nel ruolo. In un certo senso, mentre varcavo la soglia della biglietteria, il primo giorno, non ero più l’appassionato di manga che ero stato fino a un annetto prima, bensì una sorta di outsider, ormai ai margini di questo mondo. Il Blurry che è tornato a Firenze dopo l’ultimo giorno, invece, è un Blurry nuovamente innamorato dei manga, che ha ripreso a leggerne cinque o sei allo stesso tempo, a costo di dover trovare il tempo anche quando non esiste. Insomma, è stato un Comics diverso dagli altri, che, se anche bagnato, è servito a ridarmi una carica enorme e farmi nuovamente innamorare del mondo dei manga. Un piccolo segreto non troppo segreto: mi piacerebbe tornare presto a tradurre Bakuman, il mio amore ritrovato. Un manga meraviglioso e geniale del quale vorrei tornare a parlarvi in un articolo dedicato.

Poche certezze – Chi ha frequentato i Comics degli ultimi anni sa perfettamente quanto fosse palpabile l’egemonia di alcuni manga, in termini di cosplay, merchandise, pubblicità e anche semplicemente passaparola che si avvertiva tra i fan. Sì, perché i Comics sono anche occasioni impagabili per parlare con gente che parla la tua stessa lingua, “esperti” pronti a parlare con la massima serietà di manga e anime, per fare il punto sui nuovi trend, sulle novità, su ciò che sta venendo fuori, su cià che sta diventando vecchio. Unanime il giudizio negativo sull’andazzo di Naruto, praticamente cancellato dai cosplays dopo anni di egemonia incontrastata. Bleach quasi sparito (e per fortuna!) dai Cosplays e dai discorsi dei fan, dai quali si riuscivano spesso a scucire frasi del tipo: “E io che pensavo che avessimo toccato il fondo…”. One Piece decisamente in palla, sempreverde e intramontabile. Per il resto, però, appare chiaro che stiamo attraversando una fase di transizione: i grandi shounen stanno tramontando lentamente e al loro posto non è ancora sorta una generazione in grado di raccogliere la loro eredità. Quindi c’è molta confusione, molti manga promettenti, poche certezze, pareri molto diversi e contrastanti, voglia di osservare cosa apparirà all’orizzonte nei prossimi mesi. Una cosa mi sento di dirla: credo che stiano tramontando i manga dei “grandi valori”: i ragazzi di oggi cercano, secondo me, una rappresentazione molto più reale e cruda della realtà, rappresentazione che per certi versi si trova anche in Bakuman (sebbene abilmente imperlata di elementi tipicamente shounen). Insomma, i tempi stanno cambiando, e sono molto curioso di vedere come in Giappone risponderanno a questa nuova era, in un momento in cui il settore editoriale dei manga è in notevole crisi, un po’ per la carenza di idee, un po’ per le condizioni economiche globali (il fatto che la Shueisha abbia fatto coming out contro gli scanlators è un fatto che fino a un paio d’anni fa sarebbe stato ritenuto impensabile). Di questo, comunque, vorrei parlare in un ulteriore articolo. Ci lavorerò, e vorrei che allora partecipaste tutti attivamente alla discussione: dove stanno andando i manga? Qual è il loro futuro? Come si pongono il Jump e le altre principali riviste? Che effetto ha avuto la globalizzazione del mondo dei manga sul microambiente giapponese? A queste ed altre domande cercheremo di dare una risposta.

Un grande team – Ma Lucca Comics è soprattutto una festa per Komixjam. Il momento di ritrovarsi per la prima volta, o magari dopo un anno dall’ultimo incontro, e di portare avanti rapporti, idee, sentimenti, sensazioni. E’ stato bello conoscere chi ancora non conoscevo (rimarrà per sempre nella storia una profondissima discussione tra me, Ciampax e Cipo – nella nostra camera – su Naruto e One Piece), ed è stato un grande piacere rivedere amici come Alex, Cipo, Echoes… Il nostro, anche quest’anno, si è confermato un gruppo in crescita e ormai fondato su un paio di principi solidi e incrollabili, tra i quali figura al primo posto l’amore indiscusso per ciò che facciamo. Per questo, essere tornato da Lucca con l’animo rinfrancato e nuovamente pronto ad accogliere la magia dei manga è stata una doppia vittoria, per la quale devo ringraziare soprattutto le persone che anche quest’anno mi hanno accompagnato.

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