Recensione Anime – Zetsuen no Tempest

di Regola Commenta

Tranquilli: non siete saliti su un Tardis, e nessuno ha sostituito la vostra auto con una DeLorean, oggi è domenica e qui è Regola, che vi concede un bis settimanale per parlarvi di una serie attualmente in corso nella patria dei manga. Quest’oggi voglio parlarvi di Zetsuen no Tempest.

Il manga è edito Square Enix (casa produttrice che ha una filosofia molto particolare riguardo le produzioni manga) dal 2009, disegnato da Ren Saizaki e scritto da Kyo Shirodaira, ed esce a cadenza mensile sulla rivista Gangan; in Italia il manga è ancora inedito. Ad occuparsi della serie animata c’è lo Studio Bones noto al mondo intero per Full Metal Alchemist: Brotherhood, Darker Than Black, Soul Eater e Eureka Seven. Per ora sono stati annunciati dodici episodi.

Yoshino e Mahiro.

Come genere Zetsuen no Tempest fa parte degli shonen action, ma per suoi svariati aspetti tende a distaccarsi un pò dall’idea generale che si ha di questo tipo di anime. La trama è incentrata sulle vicende di quattro personaggi: Mahiro e Aika Fuwa (fratello e sorella), Yoshino Takigawa e Hakaze Kusaribe; dopo una breve introduzione scopriamo che Aika (e tutta la famiglia di Mahiro) è stata assassinata senza che venisse lasciata alcuna traccia. Sebbene morta Aika influenza la storia profondamente: suo fratello giura di trovare l’assassino e vendicarsi, mentre Yoshino, loro amico e segretamente fidanzato con Aika (per evitare le scenate di Mahiro) non ha ancora superato il lutto e finge di essere ancora una coppia con Aika, affermando tuttavia che la sua ragazza vive in una città vicina. Nella sua ricerca di verità Mahiro “incontra” Hakaze, la maga più potente del mondo che tuttavia è stata segregata su un’isola dove non ha alcun modo di usare le sue arti e fuggire. I due fanno pertanto un patto (essi  comunicano attraverso un incantesimo basilare lanciato da Hakaze, un talismano messo in una bottiglia lanciata nell’oceano, che è stata ritrovata da Mahiro), lei si adopererà ad usare i suoi incantesimi per scovare l’assassino di Aika, in cambio Mahiro la aiuterà a combattere la minaccia sollevata da una setta di maghi malvagi, che vogliono portare caos nel mondo risvegliando il cosiddetto Albero di Zetsuen. Yoshino si unirà a Mahiro nella ricerca della verità, strada che coincide con quella che porterà a salvare il mondo…

Aika.

Ottimo il lavoro dello Studio Bones, dal punto di vista dei disegni, delle animazioni e delle musiche. I combattimenti tra maghi fanno un uso accorto della computer grafica, rendendo bene l’idea di come funzioni la magia in questa ambientazione; nelle prime parti della storia si vedono quasi solo incantesimi che migliorano prestazioni fisiche, comunque. Un espediente, nella storia, che ho apprezzato è quello di rendere l’uso di magia per i protagonisti limitato nel tempo: devono infatti fare appello a talismani prodotti in passato da Hakaze che anno comunque un numero di “punti mana” limitati, e questo li rende inferiori rispetto a maghi veri. Le musiche a primo impatto sembrano stonare molto con la storia e il suo tono, ma con l’elevato numero di introspezioni, riflessioni e momenti tristi nella serie l’uso di violini e altri strumenti classici danno un tocco di stile non indifferente. Per le scene action queste musiche comunque lasciano sempre un retrogusto strano.

Hakaze.

Nella serie vengono inseriti alcuni riferimenti alle opere del drammaturgo William Shakespeare, come passi di alcune delle sue tragedie. Il titolo stesso è un riferimento a La Tempesta, e il personaggio di Hakaze è un chiaro riferimento a Prospero (La Tempesta, una delle opere meno conosciute di Shakespeare, racconta la vicenda di Prospero, vero duca di Milano che vuole punire suo fratello per aver usurpato il posto di duca, che ora spetterebbe a sua figlia Miranda; per questo egli trama da dietro le quinte per portare la verità a galla); Mahiro è ispirato ad Amleto, mentre Yoshino e Aika a Romeo e Giulietta. Nella sua furia e ossessione Mahiro è un ottimo Amleto: mosso solamente dalla vendetta, non si fa alcun problema a uccidere o sacrificare qualunque cosa, anche se stesso, nella sua ricerca; Yoshino invece non rende (almeno da un punto di vista personale) granchè come riferimento a Romeo. Sebbene vi sia la storia d’amore segreta, questi non è passionale, anzi, spesso freddo e calcolatore. Un altro dei suoi tratti è la quasi assoluta passività, poichè nei primi episodi passeggia senza alcun problema per la sua città dove la comparsa di uno dei frutti dell’Albero di Zetsuen ha trasformato tutta la popolazione in statue di ferro. Compredo la necessità di mostrare le caratteristiche di questo imperturbabile protagonista, ma per far si che mostri qualcosa simile a panico o preoccupazione devono attentare alla sua vita!

 

Elevata qualità nella produzione non vuol dire che sia per forza un prodotto da seguire: interessante l’idea della storia, investigativa e d’azione, ma oltre questo non sono riuscito a trovare la serie troppo interessante. Se però vi piacciono le storie che mischiano panorami moderni (città, strade, ponti) a capacità sovrannaturali, dove al centro non vi sono tanto i combattimenti quanto i complessi schemi di ragionamento dei personaggi, Zetsuen no Tempest potrebbe essere una serie che fa per voi, e sebbene sia classificato come shonen, ho avuto a momenti l’impressione che fosse adatto a ogni tipo di pubblico (sempre previo un interesse per questo genere di opere). Se poi siete anche appassionati di storie dove il tema principale è la vendetta allora non avete scuse, dovete provare questa serie.

Un esempio della furia del nostro “Principe di Danimarca”.

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