UQ Holder! il commento al nuovo manga di Ken Akamatsu

di Regola Commenta

 

Non capita così spesso di poter leggere un primo capitolo prodotto da qualche autore già consacrato al successo. Nei giorni precedenti, tuttavia, Ken Akamatsu è tornato a far parlare di se presentando al pubblico il suo terzo lavoro, UQ Holder!, dopo averci ricordato, con le sue dichiarazioni nei mesi precedenti quanto possa essere effettivamente difficile riuscire ad avere successo nel mondo del fumetto giapponese, anche quando già conosciuti e ritenuti una firma prestigiosa. Ci era riuscito per la prima volta nel 1998 con Love Hina, un manga ancora amato e comprato dai lettori di tutto il mondo, che ha rivoluzionato il modo di intendere le commedie romantiche; aveva bissato il successo nel 2003 con Maho Sensei Negima, terminato nel 2012 dopo essere stato per anni uno dei manga di punta della Kodansha. Più volte, dopo aver sottolineato le difficoltà che si possono affrontare nel creare manga di successo e amati dai lettori, si poteva intuire nelle parole dell’autore che avrebbe fatto un altro tentativo, ma mai avrei potuto immaginare una presentazione in così grande stile: un capitolo di ottanta pagine ha rubato la scena sulla rivista Weekly Shonen Magazine (su cui viene pubblicato anche Fairy Tail)! Ottanta pagine, molte di più di quante spesso vengono usate dagli autori per i loro episodi pilota (che si aggirano tra le cinquanta e le sessanta), che sono indubbiamente un ottimo biglietto da visita per questo nuovo manga.

Negima è un manga che partendo da un setting scolastico diventa un vero e proprio fantasy.

Non mi aspettavo ambientasse questo suo nuovo lavoro nell’universo di Negima: come scelta ha alcuni risvolti positivi ed altri negativi. Per me che sono stato un appassionato delle avventure del piccolo insegnante mago e delle sue numerosissime studentesse, tante cose appaiono semplici e immediate da comprendere, e le ovvie differenze che si possono intuire tra come avevamo lasciato il nostro mondo alla fine di Negima, e come appare all’inizio di UQ Holder! rendono tutto così maledettamente interessante. Non credo che i personaggi della storia precedente compariranno (forse solo un paio…) ma questo primo capitolo è stato accompagnato da un senso di novità forte quanto quello di nostalgia, già dalle prime tavole che illustrano quello che è stato il destino di Eva, la vampira loli che ha addestrato Negi rendendolo un uomo in grado di difendere ciò che aveva di più caro. Uno dei temi principali di Negima torna fin dalle prime pagine di questo nuovo manga: per lungo tempo i personaggi si erano interrogati sulla necessità, e l’impatto che avrebbe avuto sulla popolazione mondiale, di rivelare l’esistenza della magia e del Mondo Magico a tutti gli esseri umani… lo stesso operato di Negi Springfield era quello di creare un futuro di prosperità e reciproca collaborazione tra tutti i popoli, siano o no in grado di usare incantesimi di ogni sorta. Ora le nuove generazioni devono effettivamente affrontare la fase finale dell’ambizioso sogno del precedente protagonista. Ma la scelta di usare quest’ambientazione, particolarmente gradita al sottoscritto, potrebbe creare qualche difficoltà a chi non avesse avuto modo di leggere Negima, caratterizzato da una peculiare concenzione dell’arte magica sviluppata da Ken Akamatsu.

Protagonista della vicenda è il ragazzo di campagna Touta Konoe… e già dal cognome il primo sussulto. Che il giovane Touta sia imparentato con Konoka Konoe, studentessa di Negi e discendente di una potentissima famiglia di maghi residenti nella suggestiva Kyoto? Se così fosse, fin dalle prime pagine, è già chiaro che il protagonista è destinato a qualcosa di grande. Per ora Touta è un semplice giovane che sogna di abbandonare la campagna e trasferirsi in città, e vivere chissà quali favolose avventure: purtroppo, per avere il permesso di abbandonare il villaggio è stato decretato che gli studenti debbano sconfiggere la professoressa Yukihime. Questa ovviamente, senza mai affermarlo chiaramente, non ha nessuna intenzione di farsi sconfiggere e utilizza qualche trucchetto magico per sistemare senza troppa fatica i giovani che quotidianamente la attaccano.

La carta del Pactio di Konoka Konoe, di cui il protagonista è probabilmente un discendente.

Ma Touta e Yukihime condividono un legame molto particolare: la professoressa è anche la sua tutrice e si occupa della sua educazione, essendo Touta orfano di padre e madre. Di fronte alle loro tombe questi inoltre chiama Negi “nonno. Ancora non c’è modo di sapere se si tratti del suo nonno biologico (e soprattutto, ci saranno alcune cose da chiarire sulla vita di Negi, almeno le circostanze della sua morte) ma è senza dubbio che Touta rappresenta chiaramente il giovane su cui peseranno grandi responsabilità. L’idillio è destinato a terminare, e i giorni di pace vengono meno quando un cacciatore di taglie fintosi per sei mesi come un innocuo professore inganna Touta, facendogli regalare a Yukihime un bracciale in grado di sigillare i poteri magici, e dopo aver insegnato alcuni basilari incantesimi a degli studenti li usa per distrarre la professoressa e attaccarla quando indifesa. Touta arriva a scontro iniziato, e tutto sembra finire molto rapidamente quando l’assassino ferisce mortalmente lui e la professoressa… ma scopriamo che Yukihime in realtà è Evangeline stessa, e propone a Touta di terminare quella trasformazione in mostro immortale che i suoi genitori gli avevano chiesto. Il protagonista non ha un attimo di esitazione, accetta di diventare un mostro immortale e risveglia i suoi poteri sopiti abbattendo il cacciatore di taglie e salvando la vita ai suoi amici e ad Evangeline stessa. Dopo “essere stata lasciata di nuovo indietro” Evangeline è riuscita a trovare qualcuno che potesse guarire la sua solitudine (e non ha perso il vizio di cambiare aspetto) stringendo un forte legame con Touma, con il quale, a fine capitolo si avvia verso la Nuova Tokyo dove sicuramente tantissime avventure li attendono.

Ho voluto tenere la sintesi del primo capitolo molto breve, per concentrarmi sulle impressioni che la lettura delle ottanta tavole ha suscitato nel sottoscritto.

Bellissimo. Era veramente parecchio tempo che non trovavo davvero piacevole la lettura di un manga shonen in cui fossero sapientemente dosati molti dei canoni classici di questo genere: ci sono momenti umoristici, alcuni fanservice (che non dispiacciono mai), e la storia presenta già elementi tristi e commoventi. In poche pagine viene reso perfettamente l’affetto che lega Touta e la Eva (notoriamente una tsundere), che sarà sicuramente approfondito e tema centrale della serie (perchè i genitori hanno chiesto aiuto a Eva per salvare Touta? Cosa minacciava la sua vita?) e ci è già stato annunciato dalle tavole a colori che altri personaggi si uniranno ai due protagonisti, è solo una questione di tempo. E poi le scene di combattimento, che sono la cosa che in assoluto mi hanno colpito maggiormente: dinamiche, composte di pugni e spadate che fanno sembrare tutto molto grezzo, ma è ancora presto per i complessi incantamenti in latino a cui Negi ci aveva abituato; botte quindi, ma anche sangue, arti che vengono mozzati e corpi che vengono martoriati. Non c’è limite a quanto dolore possa essere inflitto a un essere immortale: Akamatsu ha deciso di procedere per questa strada invece di dover limitare, o edulcorare, la violenza nel suo manga in un prossimo futuro; non si porrà neppure il problema di eventuali resurrezioni (ma questa è la Kodansha, signori) e potrà smembrare, sbudellare, decapitare il suo protagonista quanto gli aggrada, come faceva un ventennio fa un altro autore della stessa casa editrice (mi riferisco a Yuzo Takada e al suo 3×3 Occhi, con il quale UQ Holder! ha indubbiamente alcuni elementi in comune) o un Masashi Kishimoto in alcuni dei suoi momenti più “splatter“. È ancora presto per stabilire se questo nuovo manga sarà un successo, ma lo stile e la cura con cui è stato creato saranno indubbiamente graditi ai molti fan di quest’autore, non resta che aspettare i dati di gradimento presso coloro che di Akamatsu hanno letto poco, o niente.

 

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