Naruto 674, One Piece 745 – Recensione Komixjam


Che dire? Due capitoli forti, pieni di idee e spunti, con un finale che, se non lascia proprio sconvolti, fa venire tanta voglia di leggere il seguito!

Naruto 674 – Il Rinnegan di Sasuke. Nei giorni precedenti alla pubblicazione dei capitoli avevo leggiucchiato alcune pagine spoiler in RAW che erano trapelate in rete e, devo dirvelo, l’idea che mi ero fatto di questo capitolo era pessima: mi sembrava di leggere roba copiata da una pessima storia semiseria, infarcita di tanti effetti speciali e fondamentalmente vuota. La lettura fatta quest’oggi, invece, del capitolo tradotto mi ha risollevato il morale e non poco: sebbene potesse essere orchestrata meglio, la sceneggiatura di questo capitolo procede spedita e senza intoppi, regala un colpo di scena dopo l’altro, fino all’interessante finale, e pone in ragione d’essere, per una volta, tutti i personaggi presenti sul campo di battaglia. Sebbene il capitolo, visto il titolo, si dovrebbe concentrare su Sasuke, è secondo me Madara che ne esce fuori perfettamente caratterizzato e, a suo modo, considerando gli sforzi tattici e le scelte di combattimento che questo personaggio pone in atto nel corso delle 19 pagine, ci si sente quasi spinti a tifare per lui, per un attimo. Il mio momento da “fiato sospeso”: quando, con un perfetto colpo di polso, Madara strappa via l’occhio “sharingan” di Kakashi e se lo impianta, riuscendo così a salvarsi dall’attacco di Sasuke e proiettarsi nella “dimensione parallela” in modo da poter recuperare ciò di cui ha bisogno da Obito. E chissà che, viste le premesse di questo 674, il prossimo capitolo non ci mostri, finalmente, una Sakura utile e determinante per le sorti di questo scontro.

One Piece 745 – Gabbia per uccelli. Devo ammetterlo: quando Oda va in pausa, fa sempre in modo che il suo ritorno sia con il botto. Sebbene il capitolo sia, sostanzialmente, “povero” di fatti, a parte l’incontro Robin-Sabo che, a mio parere, meriterebbe, in futuro, un po’ di attenzione, vista l’affinità dei due e il fatto che Robin non abbia detto a Rufy di conoscere suo “fratello”, e sebbene sia sufficientemente lineare, l’attenzione che la sceneggiatura pone su DoFlamingo è, per certi versi, simile a quella che in Naruto pone Madara al centro dell’attenzione. Non solo il “piumato” pirata non è morto: anzi, scopriamo che ha abilmente ingannato tutti ciò che lo circondano, senza eccezione alcuna, e che i suoi poteri son ben lontani dall’essere completamente svelati, dal momento che il nostro sfodera non solo una tecnica di “stringhe” ben oltre l’immaginazione, creando questa enorme “voliera”, ma anche e soprattutto un perfetto Haki del colore degli armamenti che pare “resistente” quanto quello di Rufy. Ma è nel finale che questo capitolo da il meglio: se già odiavate DoFlamingo per essere subdolo e malvagio, la sua dichiarazione di sfida, questo gioco al massacro che prospetta in pieno stile Battle Royale, ponendo tutti contro tutti in maniera inevitabile, e inserendosi lui stesso nella “cerchia” dei papabili trofei da conquistare, eleva il livello di “villain” che questo personaggio incarna a vette che raramente mi è capitato di vedere in un manga shounen. Questa non è follia, come si potrebbe pensare: è pura malvagità votata alla distruzione, in un qualche modo una sorta di comportamento alla “Joker” (guarda caso, il suo nomignolo presso i sottoposti di Punk Hazard) che tanto dolore e sofferenza ha portata, negli anni, sulle pagine di “Batman”. Un personaggio, in sostanza, quello di DoFlamingo, che più passa il tempo più merita rispetto per essere così “magistralmente” caratterizzato e, allo stesso tempo, che suscita odio profondo per la sua dissolutezza e totale coscienza distruttiva. E ora, che si aprano le danze.