Acusate il ritardo per questa recensione. ma ultimamente alcuni problemi mi tengono lontano da casa per un bel po’ di tempo e, complice una connessione che ultimamente fa i capricci, sono riuscito a leggere One Piece solo mezz’ora fa (ora sono quasi le 16 di sabato). Prima di cominciare sintetizzo le sensazioni che ho provato leggendo i capitoli della settimana: “Naruto: Kishi, ma che c…o fai???“, “Bleach: Ecco, questo power-up proprio non me lo aspettavo (o forse sì)!“, “One Piece: ok, tutto bello… ti muovi a farli combattere?“.
Naruto 607 – Non mi importa. Sinceramente il capitolo non mi è piaciuto molto. Badate bene, non perché sia fatto male o perché c’è poco “Kishimoto” in esso, più che altro perché lascia il flashback su Obito, a mio parere, sospeso a metà. Alla fin fine Kishi non ci ha rivelato niente di niente, se ci pensate: Obito decide di seguire Madara per “vendetta oculata”, se volete, con lo scopo di migliorare il mondo, ma non ci vengono forniti particolari forti sul suo repentino cambiamento di personalità (perché quello che ci troviamo di fronte, dall’incontro con Nagato fino all’evocazione della volpe non sembra nemmeno più l’Obito presentatoci anni fa o nelle prime pagine del flashback. Neanche sull’acquisizione dei poteri “spaventosi” di Tobi viene fatta parola (e invece, credo che sarebbe stato interessante scoprire quale sia l’effettivo legame tra Tobi e il clone che lo riveste, perché a questo punto ho come l’impressione che tutt’ora, durante lo scontro con Naruto, Tobi ne sia ancora “rivestito”). Infine, il ritorno al presente, se devo essere sincero, è un po’ deludente: interessante lo “squarcio” di scontro tra Naruto e Madara (che ancora una volta si rivela essere più pericoloso e potente di quanto, fino ad ora, avremmo potuto credere) ma quello scambio finale di battute tra Kakashi e Obito, quel “Ora non resta altro che quest’ultimo scontro!” fa così tanto cliché, di quelli che si comprano al chilo in ogni film/fumetto/libro di serie B da non sembrare neanche più qualcosa narrata da Kishimoto (anzi, pare quasi quasi il fratello, in “666 Satan” quando si arriva alla fine la sensazione è proprio: “Fino ad ora abbiamo fatto un po’ di cose, adesso meniamoci, vince il buono, e la finiamo qua!”). E comunque, caro Kishi, ricordati che devi ancora spiegare una marea di cose e che mancano, all’appello, Sasuke e Orochimaru! (P.S.: e non dimenticatevi che Naruto sarà in pausa la prossima settimana, per cui dovremo attendere prima di scoprire cosa accadrà!)
Bleach 513 – The Dark Moon Stroke. Per prima cosa una rettifica alla scorsa recensione: Byakuya non era morto. Adesso è morto. RIP Byakuya. Per passare a vicende più divertenti: Ichigo viene pestato a sangue da un apparentemente invincibile Juha Bach (che fosse dannatamente forte, bisognava aspettarselo, trafugamento del Bankai o meno) e ci lascia quasi le penne (e la testa). Ma poi il power-up più inatteso o forse più scontato del secolo: le “Blut Vene”, l’armatura di sangue dei Quincy. Ora, analizziamo questa faccenda: sappiamo che Ichigo è figlio di uno shinigami e che dentro di sé porta uno spirito hollow, probabilmente dovuto a qualche retaggio genetico da parte del padre (se, come pare certo, la madre era umana, dubito avrebbe potuto avere a che fare con lo Hueco Mundo). E allora pare ovvia la conclusione più semplice: la madre di Ichigo, quella fatta fuori dall’Hollow che, inspiegabilmente, pareva fortemente attratto da lei, era una Quincy (o una discendente Quincy): magari la sorella del padre di Ishida, il che farebbe dei due dei cuginetti! Le possibilità che, per qualche motivo, Isshin si sia innamorato di una Quincy che avrebbe dovuto uccidere al tempo dell’ultimo sterminio, quello in cui morì il nonno di Ishida, sono molto forti e spiegherebbero anche lo strano legame tra i due “genitori”. A questo punto, però, credo proprio che sia necessario un bel flashback, di quelli fatti bene, di quelli che davvero spiegano tutto… perché ora come ora le domande su Bleach sono divenute talmente tante che, senza una risposta, la narrazione dubito possa andare avanti spedita.
One Piece 513 – La donna di neve della camera dei biscotti. Io non so voi, ma trovo Monet terrificante sotto molti aspetti: la sua trasformazione animalizzata, il suo essere Rogia, la perfidia e la malvagità insite dentro di lei esattamente al pari della cattiveria di DoFlamingo la rendono uno dei personaggi “peggiori” di tutto il manga (a pari merito con individui quali Akainu e DoFlamingo stesso). Che Monet esegua degli ordini è chiaro: il fatto però che sia dedita a questo compito nel modo che sta “mostrando” la elevano al rango di “mente” più che sottoposta e fanno passare quasi in secondo piano le azioni (comunque disgustose e prive di moralità) di Caesar. Le tecniche di combattimento che usa, poi, la inquadrano anche nei ranghi di un temibile nemico (per certi versi ricorda il modo di combattere di Crocodile, non trovate? Forse anche i Rogia posseggono una “differenziazione” basata sul fatto di essere di tipo “elementale” -aria, acqua, fuoco, ecc – o di tipo “naturale” – composti di quelli precedenti o sostanze presenti in natura allo stato libero) che possa essere affrontato solo da possessori di Haki (anche se il “fuoco” scagliatole contro da Nami sembra sortire un ottimo effetto e spaventare anche un po’ l’arpia). Ultima osservazione è che la scelta di rappresentare Monet in questo modo, donna bellissima con le fattezze dell’arpia, fa tanto “gioco logico”: nonostante essa si mostri attenta e buona con i bambini, è davvero un’arpia verso di loro, priva di moralità e di bontà. Chiudiamo infine sulla improbabile alleanza a cui stiamo assistendo: prima Sanji alla guida del CP5, ora Zoro che potrebbe ritrovarsi a combattere fianco a fianco di Tashigi (e sappiamo che tra i due c’è qualcosa che va oltre al semplice rivalità, per tutta una serie di motivi legati ai ricordi e all’ammirazione). Bene, a questo punto ad Oda resta una sola cosa da fare: far scatenare i personaggi in un combattimento epico. E speriamo che sia così (e che arrivino anche delle ulteriori spiegazioni)!
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