Naruto 606, One Piece 685, Bleach 512 – Recensione

Devo dirvi la verità: oggi, voglia di scrivere zero. E se devo essere sincero, non è che i capitoli abbiano molto di cui “parlare”. Nel senso che, tutti e tre, paiono seguire un comune filo conduttore: presentare una situazione centrale che, da ora in avanti, sarà probabilmente il fulcro delle saghe attualmente in corso. Non sto dicendo che i capitoli non mi siano piaciuti, o che siano stati poco ricchi di informazioni, sto semplicemente constatando (ancora una volta) che sempre più spesso i tre big danno l’impressione di essere progettati a tavolino, secondo una logica di “fornire corda poco a poco”, senza mai esagerare e cercando di porre l’attenzione su ciascuno di essi in modo che (almeno nelle intenzioni originali degli editori) suscitino un interesse simile nei lettori. Ma andiamo con ordine, partendo da Bleach.

Bleach 512 – Everything but the Rain. E’ arrivato Ichigo: ora ne vedremo delle belle. Fine. Sostanzialmente in questo capitolo, almeno ad uno sguardo superficiale, non ci sono altre rivelazioni. Eppure qualcosa in più c’è. Scopriamo che alcuni personaggi creduti morti non lo sono e assistiamo (o almeno così pare) alla dipartita definitiva di un illustre Capitano (che già molti avevano dato per spacciato). La cosa che mi ha colpito maggiormente, però, è l’aspetto di Ichigo. Per la prima volta, Kubo lo disegna visibilmente adirato e, forse, non più capace di controllare la propria rabbia interiore (che l’Ichigo albino possa, finalmente, venire fuori in tutta la sua prepotente potenza?). Ma c’è di più: al di là delle ferite e le lacerazioni nel suo abito, Ichigo sembra lievemente diverso rispetto al modo in cui era stato disegnato all’inizio di questa saga: sembra invecchiato, maggiormente provato, conscio forse per la prima volta del suo ruolo o della sua reale natura. Forse il capitolo di per sé non è il massimo, ma credo che Kubo abbia voluto mostrarci, per un attimo, qualcosa che potrebbe scatenarsi nel cuore del protagonista e, forse, condurre non proprio ad un “lieto fine” per questa opera. Un’ultima osservazione è d’obbligo: credo che in questo capitolo, ci siano almeno tre tavole (due che ritraggono Ichigo a figura intera, e quella in cui c’è un primo piano di profilo dello stesso) che meriterebbero di essere stampate e incorniciate per l’accuratezza e la maestria di realizzazione.

One Piece 685 – Il mio nome è Momonosuke. Capitolo principalmente incentrato sulle vicende passate del giovane samurai/drago, che si ritrova con questo corpo a causa di un frutto del diavolo “creato” (o almeno così mi è parso di capire) dallo stesso Caesar: un frutto Zoo Zoo mitologico che, obbiettivamente, ha tutto il diritto di esistere (se c’è una Fenice, perché non un Drago?). Il fatto che le fattezze di Momonosuke bambino non ci vengano mostrate se non in ombra mi fa credere che Oda possa avere in serbo particolari progetti per questo personaggio: un possibile nuovo membro della ciurma? Uno Zoo Zoo non ci starebbe affatto male, anche se forse avrei preferito un Rogia di qualche tipologia. A proposito di Rogia: come supponevo Monet ha ingerito il frutto “Neve-neve” (anche se pensavo Oda lo avrebbe chiamato kosetsu e non yuki, che risulta più gergale –  ma ci sta pure che kosetsu ha deu kanji, mentre yuki uno solo e quindi è più immediato!) ed è quindi un Rogia di neve. Ritornando al nostro draghetto: secondo voi chi è che appare nella sua allucinanzione? A me pare Doflamingo (chi altro ha degli occhialoni così orrendi?) ma vorrei capire se tutto ciò è dovuto ad un qualche motivo precedente alla venuta di Momonosuke su Punk Hazard, oppure se il memebro della Flotta dei Sette non sia, in qualche modo, attualmente collegato al Draghetto, magari tramite il suo potere di manipolatore (che, a tutt’oggi, ancora non sappiamo bene come funzioni). Per il resto, Oda sembra definitivamente  (almeno spero, perché continua ad apportare piccole modifiche che rendono un bel po’ incasinato il filo del discorso) aver deciso dove piazzare le singole pedine della ciurma: a questo punto resta solo da capire chi potrebbero essere i futuri partecipanti agli “scontri” oltre Monet, Vergo e Caesar stesso (di certo almeno altri due sgherri di Doflamingo, ma anche così rimaniamo a cinque contro dieci).

Naruto 606 – Il mondo dei sogni. E’ veniamo a Naruto: questa settimana Kishimoto chiude la prima parte del racconto del passato di Tobi e, finalmente, comincia ad addentrarsi nel racconto di ciò che davvero ha causato tutte le vicende a cui abbiamo assistito fino ad oggi. Le rivelazioni di Madara al giovane Obito, il piano per creare il nuovo mondo, la realizzazione (e la realtà dietro cosa esso sia) il Gedou Mazou, il fatto che la Luna sia una sorta di sigillo per esso, il potere nascosto dietro lo sharingan e il rinnegan, sebbene scioccanti e fondamentali per la discussione tra i due personaggi, vengono però (almeno a mio parere) soppiantate da un fatto molto più significativo: la motivazione dietro il potere posseduto da Nagato, il rinnegan donatogli (a sua insaputa) dallo stesso Madara, il quale pare avere tirato dentro il suo piano il giovane Nagato ancor prima di avere messo gli occhi su Obito. Questo mi fa pensare ad una progettazione del piano ben più lunga, accurata e meticolosa di quanto fino ad ora Kishimoto ha fatto intendere: sembra quasi che tutte le azioni di Madara volessero condurre a questa situazione, fin quasi dal suo scontro con Hashirama (e forse è stata proprio quella la motivazione scatenante). Mi chiedo se, in qualche modo, Madara non sia entrato egli stesso in contatto, in passato, con una reincarnazione o manifestazione dell’Eremita dei sei sentieri, vista la sua confidenza con questa tipologia di tecniche e la sua conoscenza approfondita di questi particolari. Altra cosa che mi ha incuriosito, è il fatto che la parte “nera” dello Zetsu originale (o almeno, quello che potremmo definire lo “Zetsu” vero) sia stata usata come “simulacro” per la coscienza dello stesso Madara: il fatto che Zetsu si accompagnasse sempre a Itachi, prima, e a Tobi poi comincia a prendere un nuovo significato (ammettendo che, in qualche modo, e credo la cosa sia plausibile, lo spirito di Madara potesse comunicare con chi avesse avuto a che fare con lo Zetsu bianco) e apre nuove possibili interpretazioni su alcune mosse dell’Akatsuki e dello stesso Tobi ai tempi della dichiarazione di guerra. In ogni caso, sembra chiaro che, ancora per qualche tempo, dovremo seguire le vicende del passato che hanno visto Tobi/Obito diventare l’eminenza grigia dietro l’Akatsuki, il suo complotto e lo sviluppo del progetto che lo avrebbe portato alla guerra per creare il nuovo mondo. E credo che, contemporaneamente, scopriremo anche la verità dietro la morte di Rin (e a questo punto, mi viene da pensare che le visite di Kakashi alla tomba dei caduti di Konoha non avesse proprio niente a che fare con il giovane Uchiha che gli aveva donato l’occhio sinistro).

 

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