Naruto 604, One Piece 683, Bleach 510 – Recensione

Ci sono volte, quando termino di leggere i capitoli, in cui nella mente cominciano ad affollarsi i pensieri e, spesso e volentieri, diventa difficile districarli. In particolare, questo avviene quando le immagini di chiusura di un capitolo sembrano definitivamente volerci convincere che non ci saranno alte possibilità se non quella davanti alla quale la vignetta ci pone: la storia non può che progredire in un solo modo. Cercherò di mettere ordine in questi pensieri ma, vi prego, se notate che abbia dimenticato qualcosa, segnalatelo senza indugio.

Naruto 604 – Riunione e… Cominciamo dalla fine: Kishimoto non è certo un autore da prendere alla leggera, spesso e volentieri le sue scelte risultano attentamente programmate è c’è un senso preciso in ciò che ci mostra. Ma sinceramente l’immagine finale mi lascia sconcertato per ben due motivi, il secondo dei quali meno evidente del primo. Per iniziare, un Kakashi che, almeno apparentemente, uccide Rin con il suo colpo migliore senza mostrare alcuna pietà (o forse, piuttosto che pioggia, quelle sono lacrime?) sembra ben lontano dall’uomo che abbiamo imparato a conoscere (ma ci sta anche che, del periodo della passata guerra, abbiamo solo notizie frammentarie). Ci sono molte cose che potrebbero far pensare ad una incongruenza (non nella storia del manga, ma nella vicenda) o, molto più probabilmente, ad un trucco architettato ad hoc: tuttavia mi chiedo quale ne sia il motivo. Se Madara avesse voluto spingere Obito contro la Foglia, suppongo avrebbe potuto utilizzare altre mosse molto meglio congegnate. Tra l’altro, l’idea che i due siano degli impostori mi pare evidentemente da escludere: Obito “vede”, attraverso l’occhio di Kakashi, la morte di Rin (perché poi tale “legame” si attivi in quel frangente, non lo sappiamo) e questo fa supporre che, se non altro, almeno Kakashi sia quello vero, quello a cui il giovane Uchiha ha donato l’occhio sinistro. Pertanto è possibile che si sia qualcosa fuori luogo in Rin: che sia una sosia? Il clone parla di esperimenti su cui, a quanto pare, i due ninja indagavano: che Rin sia stata manipolata? Che Kakashi sia stato costretto ad ucciderla? O magari quella non è Rin, Rin è già morta per mano di altri e Kakashi ha solo messo fine ad un sosia (magari il colpevole stesso della morte della compagna)? Ci sono mille e più possibilità dietro questo fatto, ma la cosa che mi lascia maggiormente sorpreso e titubante riguardo il modo in cui Kishimoto stia gestendo questo “flashback” e le motivazioni di Obito sta proprio in questa immagine. Credo che tutti voi ricordiate che, appena un anno e mezzo fa, durante l’attacco che Pain sferrò a Konoha, Kakashi, per alcuni capitoli, rimase morto e defunto. Certo, poi lui e tutti gli altri vennero “resuscitati” e la cosa finì a “tarallucci e vino”, se volete, dal momento che addirittura si fece il nome del Ninja-copia come successore pro-tempore al ruolo di Hokage per sostituire Tsunade fortemente provata dagli eventi. Ciononostante ricordo che sia qui, su Komixjam, che su altri forum e siti specializzati fosse sorto il dubbio che, in realtà, Kishimoto avesse davvero progettato, in un modo o nell’altro, la morte di quello che pare essere il personaggio più popolare del manga e che poi, per motivi prettamente “editoriali” lo abbia riportato in vita. Per cui, c’è da chiedersi se originariamente le motivazioni di Obito, nella mente dell’autore, non potessero essere differenti e completamente scevre dal ruolo di Kakashi. Certo, è anche vere che, nel caso Kakashi fosse rimasto morto, Obito avrebbe comunque potuto continuare per la sua strada di vendetta e castigo, ma non è stato lo stesso Kishimoto ad insegnarci, con questo manga, che spesso e volentieri le vendette diventano meno potenti, quando il fulcro principale attorno a cui ruotano viene meno? In ogni caso, la questione del perché Obito sia cambiato pare, ormai chiara. Resta da capire cosa ci sia dietro a tale vicenda, il perché Kakashi abbia ucciso Rin e, soprattutto, come sia stato possibile che i due non si siano reincontrati proprio a seguito di questo avvenimento (che ci sia il clone di mezzo? Probabile!).

One Piece 683 – la donna di ghiaccio. Sapete, spesso mi è capitato che mi venisse posta la domanda riguardo quali manga (oltre a questi tre) io segua nella loro serializzazione “scan”, leggendo i capitoli spoiler settimana dopo settimana. La risposta è semplice: nessuno! In realtà io odio profondamente la lettura così frammentata dei manga e, anche con quelli che possiedo, il più delle volte continuo a comprarli fino a che non terminano, così da poterli leggere tutto d’un fiato senza pause. Qualcuno obietterà che in questo modo rischio di spendere soldi anche per delle schifezze, ma a me piace pensare che se non sperimentassi a fondo una “schifezza” non potrei mai dire perché qualcos’altro mi piace, non trovate? Tralasciando la digressione (scusate, ho l’abitudine a divagare su questi argomenti), questa settimana One Piece mette in scena, in maniera concreta, il motivo principale del perché io non legga scan: la difficoltà di gestione di vicende parallele in un solo capitolo. Vedete, Oda è bravo e non l’ho mai messo in dubbio: ha una capacità di gestione delle trame davvero notevole e riesce a fornire informazioni, anche minime, nel corso di venti pagine che ci propone ogni settimana. Tuttavia, spesso per poter anche esprimere un solo concetto di base, sono necessarie 3/4 pagine e se, nel contempo, si è obbligati a mostrare 5/6 eventi paralleli, ci si rende conto che a lungo andare lo spazio esiguo di 20 pagine non basta più. E in effetti, per poter mostrare determinati eventi in questo capitolo, Oda ha dovuto sacrificare non solo informazioni su DoFlamingo o Caesar, di cui aveva ampiamente parlato in precedenza, senza però mostrarci una conclusione, ma ha dovuto tralasciare notizie riguardanti anche Sanji e il resto dei Marine (di cui, sicuramente, ci terrà informati in futuro). Vedete, non critico Oda, anzi: lui fa un lavoro egregio. E’ lo spazio delle venti pagine che mi sta stretto e che mi lascia, a volte, con l’amaro in bocca perché, mi rendo conto, l’autore avrebbe voluto “dare” altre informazioni ma, per evitare di concentrare la vicenda solo su un personaggio, e far quindi perdere il filo del discorso su altri fattori determinanti della storia, ma è costretto, per esigenze puramente editoriali, a dover sospendere e riprendere, soprattutto in una fase delicata come questa nella quale, come in ogni buon shounen in cui un gruppo si scontra contro un altro gruppo, bisogna prima sistemare le singole pedine e poi far partire le “zuffe”. Chidiamo questa (mica tanto) breve parentesi sulle critiche alla “serializzazione settimanale” e passiamo ai fatti salienti del capitolo. Per prima cosa, parliamo di Monet, la donna di ghiaccio del titolo: 降雪降雪の実 (kousetsu-kousetsu no mi – frutto neve neve)? Io dico che è probabile, e anche che sia un Rogia, visto il modo in cui la stessa si sposta all’interno della cupola che imprigiona Rufy. Il quale, certo, ha avuto una buona idea per la fuga, ma mi chiedo dove diavolo sia capitato (e cosa ci possa essere lì sotto… la discarica della Morte Nera di Star Wars docet!). Sempre la donna di ghiaccio mostra quanto sia molto più affine ad un personaggio quale DoFlamingo, piuttosto che Caesar: mentre il secondo è più simile al tipico cattivo sparapose, che rivela tutto il suo piano al supereroe prigioniero prima di farlo fuori e gli permette, così, di liberarsi e di sovvertire la situazione, la nostra donna alata mostra una “dolce” cattiveria e malvagità, di quella subdola e potenzialmente distruttiva a cui il “rosato” membro della Flotta dei Sette ci ha abituati nel corso della Guerra di Marineford. Prego per i bambini e anche per il resto della ciurma. Infine, lo scontro tra Vergo e Law, nel quale il secondo ha visibilmente la peggio non solo a causa dell’ostaggio eccellente, il cuore del pirata, che l’ex-marine stringe tra le mani, ma anche (e soprattutto) a questo strano potere (io sono sempre più convinto si tratti di una forma alla millesima potenza dello Haki con il colore degli Armamenti) posseduto dall’occhialuto vice-ammiraglio: l’entrata in scena di Smoker, tuttavia, fa presagire che presto ci sarà un cambio di rotta in questa vicenda, e la cosa si fa interessante dal momento che, fino ad ora, Vergo ha tenuto testa a ben tre individui, ciascuno dotato di stili di combattimento e poteri differenti e, pare, se la sia sempre cavata egregiamente. Staremo a vedere cosa accadrà!

Bleach 510 – The Extinction. Sì, lo so, molti di voi avranno storto il naso a questa rivelazione. Ma io ho trovato la scelta dei gemelli, per giustificare il tutto, una cosa geniale. Certo, non è l’idea più originale possibile (e del resto, quante vere idee originali esistono, al giorno d’oggi, in un racconto?) e tuttavia ritengo sia stata sfruttata in maniera egregia: non uno, ma ben due sottoposti, fusi in uno solo (il nome con cui Juha Bach chiama lo Sternritter, Loyd Royd, non lascia dubbi sul fatto che, in qualche modo, i due siano legati in un solo corpo) col potere di copiare forza, potenza, abilità, memoria e altri fattori di un individuo, il che ha permesso a Juha Bach di ottenere due risultati. Il primo: recarsi nella prigione di Aizen e chiedergli di unirsi a lui (e già questa è una cosa che reputo alquanto insolita, a meno che Bach non cerchi, cosa molto probabile, la chiave per accedere al regno proibito degli Shinigami), solo per ricevere il rifiuto dell’ex Shinigami. Ho idea che sia accaduto altro, dentro la prigione (non credo che Bach abbia distrutto la sede della prima compagnia solo per uscirne) ma al momento Kubo non ci rivela altri particolari. Il secondo, e forse più importante, obiettivo era quello di osservare il Bankai del Capitano così che, una volta noto, solo lo Sternritter col potere più grande, l’Imperatore stesso, potesse acquisirlo e usarlo contro il suo possessore. La cosa strana, tuttavia, è che Juha usa una tipica arma Quincy (e non le fiamme di Yamamoto) per mettere fine alla battaglia e sbarazzarsi del più anziano e più potente Shinigami mai esistito: che sia davvero giunta la fine per la Soul Society? Intanto, resta un interrogativo fondamentale: chi è l’uomo apparso a Urahara e, soprattutto, cos’è? E che fine ha fatto Ichigo? Nella Soul Society ci sono ancora Shinigami potenti e in grado di tenere testa agli Sternritter: ma possibile che non vi sia possibilità di sconfiggere l’Imperatore? Moriranno davvero tutti? A questo proposito mi viene da pensare che, se l’Hogyoku aveva bisogno del sacrifico di tante anime per poter realizzare una Chiave del Re, è possibile che Bach intenda sterminare il Gotei 13 (o magari solo i più potenti) per acquisire un quantitativo di Reiatsu tale da attivare il potere dell’oggetto che, a quanto pare, dovrebbe ancora essere rinchiuso nel copro di Aizen?

 

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