Ken Akamatsu e Kentaro Takekuma parlano del futuro dei manga

di Silvia Letizia 4

Sul blog 2chan.us è stata postata la traduzione in cinque parti di una discussione tra Ken Akamatsu, l’autore di Love Hina, e Kentaro Takekuma coautore della serie Saru demo kakeru manga kyoushitsu (Anche una scimmia può disegnare un manga) e creatore del software ComiPo! per la creazione di manga, destinato a chi non sa disegnare.

Nella conversazione, postata originariamente dal sito web giapponese ITmedia, i due uomini discutono a proposito del futuro dei manga. Lo scrittore giapponese Masahiro Yamaguchi ha condotto l’intervista.

Non potendo riportarla per intero è possibile comunque sintetizzare nei punti seguenti i dettagli fondamenti della conversazione.

Akamatsu e Takekuma si trovano d’accordo sul fatto che gli editori sembrano guardare dall’alto in basso l’utilizzo di modelli basati sull’ad-supported (il termine si riferisce generalmente a quei software distribuiti gratuitamente perché ricchi di pubblicità al proprio interno e quindi, in un certo senso, autofinanziati. Il termine indica un modello che non si riferisce unicamente ai programmi, ma a qualsiasi forma di distribuzione). Al contrario,  Akamatsu e Takekuma vedono nel ad-supported una grande possibilità.

Akamatsu ha rivelato che J-Comi, il suo grande progetto di distribuzione di manga ad-supported, ha fruttato all’autore Mayu Shinjio circa 525,000 yen, pari a circa 4,400€, e che sta attualmente lavorando in collaborazione con Google per creare una pubblicità dinamica per il progetto. Akumatsu ha anche fatto sapere che mentre per molti grandi nomi dei manga una cifra del genere potrebbe considerarsi irrisoria, per altri anche 50,000 yen (400€) per volume potrebbero considerarsi una cifra da festeggiare.

Akamatsu ha fatto notare che il Wonder Festival di Tokyo per il modellismo ha utilizzato delle licenze a scadenza giornaliera per aggirare in qualche modo i problemi legati al copyright che avrebbero riguardato i progetti dei fan su lavori di altri autori, mentre il Comiket dōjinshi, la più grande fiera dei fumetti autopubblicati, non ha fatto lo stesso.

Akamatsu ha detto che una versione tradotta di J-Comi! è attualmente in lavorazione.

Takekuma ha fatto notare che J-Comi! è principalmente rivolto a tutte quelle serie di manga che non sono più in stampa per nessuna delle principali case editrici e ha rivelato che dieci anni dopo che la Shogakukan ha cancellato Anche una scimmia può disegnare un manga lui ha richiesto alla casa editrice che il manga fosse dichiarato fuori produzione, così da poterlo pubblicare altrove. La Shogakukan ha risposto ristampando la serie.

Takekuma ha rivelato di aver avuto un colpo apoplettico poco dopo la ristampa di Anche una scimmia può disegnare un manga.

Takekuma ha discusso di come la paga di un mangaka, generalmente stabilita a una certa cifra per pagina, rimane costante anche per decenni senza tenere conto dell’aumento del costo della vita. Ha inoltre rivelato che un editore del quale non ha fatto il nome al momento non paga più di 50,000 yen (400€) per pagina (la cifra potrebbe sembrare alta, ma non lo è considerando il numero di pagine pubblicate su rivista – circa 12 al mese, per le pubblicazioni mensili – e il costo della vita in Giappone, oltre al tempo necessario per produrre la suddetta pagina).

Takekuma ha fatto notare che le case editrici finiscono sempre col conoscere nuovi talenti da pubblicare presso fiere come la Comiket dōjinshi e su siti on-line come Pixiv.

Akamatsu si è lamentato del fatto che gli editori di riviste che pubblicano i titoli più famosi sono spaventati dal fatto di suggerire o operare correzioni a questi titoli. Il risultato è che gli editori non sviluppano le abilità necessarie per seguire i nuovi artisti che di suggerimenti e correzioni avrebbero bisogno.

Akamatsu ha detto anche che non ha intenzione di tradire la Kodansha, la casa editrice che pubblica i suoi lavori, pubblicando invece qualche serie inedita attraverso il servizio J-Comi.

[Fonte | ANN]
[Fonte | Wikipedia]

Commenti (4)

  1. Wow! se in giappone non si vive con 4800� al mese sono messi parecchio male :ermm:
    sono d’accordo sulla distribuzione digitale ma spero che le versioni cartacee non vengano mai rimpiazzate.

    1. devi tenere conto che la maggior parte degli autori sono aiutati da un team di almeno 3/4 persone, bisognerebbe vedere se quei 400 euro sono netti o vanno divisi fra i vari aiutanti.

    2. Infatti..
      Il problema dei mangaka � che devono affrontare delle spese per produrre quelle pagine. Spese che vanno dalla paga da dare agli assistenti, ai costi dei materiali come retini, carta, inchiostri e cos� via dicendo..

      1. pensavo ingenuamente che queste cose andassero nel “rimborso spese” :shocked: cio� come se uno che viaggia continuamente per lavoro dovesse pagarsi da solo i bilglietti del treno, aereo ecc

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