Parlare di drama (o dorama) giapponesi e fare un paragone con i telefilm americani o nostrani è strano almeno quanto cercare di spiegare i manga nell’ottica dei comics. Le differenze che intercorrono tra i fumetti occidentali e quelli orientali, in qualche modo, sono le stesse che si possono riscontrare tra i telefilm e i drama.
La prima differenza importante è che, mentre in occidente si punta su episodi che aggiungono poco alla storia principale e solo alla lunga, spesso nel corso di numerose serie, vanno a comporre il quadro generale del telefilm, che, oltre a perdere e acquistare attori nel suo svolgersi, da l’impressione di poter proseguire in eterno, il drama giapponese ha spesso una durata molto breve, mediamente intorno ai dodici episodi, ed è raramente suddiviso in stagioni. Ogni episodio aggiunge qualcosa di importante alla storia fino a quando si raggiunge, solitamente negli ultimi due, un climax finale che porta alla conclusione del drama stesso.
A causa della durata abbastanza contenuta dei drama, di solito la qualità di queste produzioni è piuttosto alta. Sono rari i casi di serie girate completamente in interno. Al contrario le riprese esterne sono frequenti e, in generale, nel corso di un’unica serie è possibile vedere gli ambienti più diversi, dai parchi, alle metropolitane, fino a bar, scuole, ospedali o teatri, invece delle solite quattro o cinque location che diventano a breve familiari in certi telefilm occidentali.
Un altro aspetto è legato alla colonna sonora. In un drama si spazia da brani tipicamente occidentali di successo, alla musica classica, fino all’insinuarsi – tipico anche degli anime – della sigla di apertura o di chiusura o di un’apposita insert song all’interno del drama stesso. Spesso una o più di queste canzoni sono cantate da qualcuno tra gli attori protagonisti. Infatti, e questa è un’altra caratteristica tipicamente orientale, raramente gli attori di drama sono soltanto attori. Di norma si tratta di personaggi dello spettacolo che spaziano dal mondo della musica a quello della moda o del cinema e, spesso, fanno parte di gruppi jpop o jrock di successo.
Per quanto riguarda le tematiche dei drama, troviamo argomenti tipici dei manga e della produzione animata giapponese, con punte di originalità, che si distaccano dai telefilm occidentali non tanto nei contenuti quanto nella scelta del come mostrarli. Nelle inquadrature, nella gestione della regia, e nel modo di raccontare la storia c’è sempre quel pudore tipicamente giapponese che permette di godere della storia mantenendo la giusta distanza, senza scadere nell’invadenza – a volte ai limiti della volgarità – che è possibile riconoscere nelle produzioni occidentali.
Per affrontare il tema in modo più specifico bisognerebbe ricorrere a degli esempi perché, come due manga, due serie televisive o due canzoni non sono mai uguali tra loro, anche un drama, guardato più da vicino, presenta caratteristiche particolari che lo rendono unico.
Prendiamo il caso di uno dei primi drama che mi è capitato di vedere, al quale sono molto affezionata, e che tratta una tematica poco diffusa in occidente, ma molto comune in Giappone: il tema della cucina.
Si tratta di un drama tratto da un manga. Le serie, infatti, possono avere una sceneggiatura originale o, come in questo caso, derivare da una pubblicazione o da una serie animata. Il manga in questione è di Sekiya Tetsuji e il titolo, italiano anche in originale, è Bambino!.
Il protagonista di Bambino! è Ban Shogo, interpretato da Jun Matsumoto. Jun Matsumoto è un attore e un cantante molto popolare in Giappone, membro della band Arashi e particolarmente dotato per il ballo. Ha interpretato numerosi ruoli in vari drama, tra i quali quello di Tsukasa Dōmyōji nel drama di Hana Yori Dango e Takeshi “Momo” Goda nel drama di Sei il mio cucciolo (Kimi wa Petto).
La storia di Bambino! ha per protagonista un arrogante ed entusiasta studente di Fukuoka, che da un anno lavora in un ristorante italiano come cuoco, riscuotendo un grande successo tra i suoi clienti. Visto il suo talento decide di abbandonare tutto per trasferirsi a Tokyo e perfezionare le sue abilità culinarie per diventare un vero chef di cucina italiana.
Raccomandato dal suo vecchio maestro di Fukuoka va a lavorare presso la prestigiosa trattoria Baccanale (un ristorante di gran lusso), diretta da un amico del suo maestro, dove scoprirà di avere molto da imparare non solo dal punto di vista professionale (Ban dovrà scontrarsi, tra le varie cose, anche con le difficoltà della lingua italiana), ma anche da quello umano.
Il drama ha avuto un discreto successo anche su youtube dove è possibile trovare una bizzarra versione di “tanti auguri a te” in italiano cantata dallo staff del ristorante Baccanale, in occasione del compleanno di una delle clienti, e altre chicche che mostrano gli attori giapponesi destreggiarsi con la lingua italiana.
[youtube qgQ1_5ibA70]
La sigla di apertura del drama è We can make it, cantata dagli Arashi.
[youtube E2lI8yjWF3o]
Fonti [http://wiki.d-addicts.com/]
