Buon sabato a tutti, e quest’oggi per le serie anime in corso ho scelto di parlarvi di Golden Time (sbaglio o qualcuno ha detto “era ora”?). Vi ho fatto aspettare un po’ per due ragioni: la prima legata alla struttura stessa della serie, che essendo composta da 24 episodi ci accompagnerà anche per i primi mesi del 2014; la seconda è legata proprio all’opera in sé, al suo intreccio narrativo, ai suoi personaggi… tutti elementi che volevo essere sicuro di aver per bene presenti prima di parlarne, poichè Golden Time, realizzato dallo studio J.C. Staff, è in qualche modo un anime “raccomandato“. La light novel, infatti è firmata da Yuyuko Takemiya, che ha già scritto Toradora. All’inizio di questa stagione autunnale, infatti, Golden Time era uno di quegli anime su cui nutrivo delle aspettative (e tante speranze).
Protagonista di Golden Time è Tada Banri, uno studente al suo primo anno di università (e già il fatto che non è una storia ambientata alle superiori la dice lunga) trasferitosi a Tokyo soprattutto per allontanarsi da casa e da un mondo che non conosce più: due anni prima ha infatti avuto un qualche tipo di incidente che gli ha causato un’amnesia. Allontanarsi da casa è stata l’unica soluzione che ha trovato per iniziare una nuova vita, come una nuova persona, essendo incapace di tornare Banri prima della tragedia: quello che Banri non sa è che il passato non muore mai, è un fantasma che ti verrà a trovare ovunque tu cercherai rifugio. Nella capitale giapponese Banri conoscerà nuove persone, alcune strane altre perfettamente normali, e stringerà amicizia il primo giorno con Mitsuo Yanagisawa, anche lui alla ricerca di un nuovo inizio lontano da una ragazza talmente tanto intrusiva e possessiva da essersi auto-eletta unica possibile donna della sua vita. Kaga Kouko seguirà Mitsuo fino alla sua facoltà, ma il rapporto tra i due, aggravato soprattutto dalla mancanza di comunicazione (e del rispetto delle altrui opinioni da parte di Kouko), coinvolgerà Banri che trovatosi inizialmente a fare da paciere, finirà per consolare Kouko quando Mitsuo troncherà definitivamente i rapporti con la sua appiccicosa amica d’infanzia. Così Banri e Kouko diventeranno poco a poco più intimi, grazie anche a qualche disavventura… ma ben presto il passato dimenticato tornerà a farsi sentire.
Trascinandoci in un ambiente più “maturo“, restando in qualche modo ancora shonen, Golden Time si presenta fin da subito come uno di quegli anime dalla carburazione lenta: è necessario che tutte le pedine vengano attentamente posizionate sulla scacchiera perchè l’intreccio possa prendere il via. È anche il tempo necessario perchè i personaggi possano essere ripuliti dalla prima impressione, che sebbene si dimostri accurata, risulta poi eccessivamente riduttiva: i personaggi non sono solamente quello che appaiono, e verranno propriamente presentati quando saranno messe a nudo motivazioni ed emozioni. La confusione provata da Banri è tangibile, così come l’apprensione che rende Kouko possessiva (vorrei trovare un termine più adatto, un misto di ansia, insicurezza e solitudine, ma al momento i neuroni non sembrano voler fare il loro dovere), diventano chiare ed evidenti al punto da essere loro i personaggi stessi che si avvicendano sul palcoscenico.
Golden Time non è un anime harem, sebbene possa apparire come tale e futuri sviluppi potrebbero portare a una struttura del genere; allo stato attuale è strutturato su un solido e complesso triangolo sentimentale, in cui ogni angolo di questa figura geometrica rappresentano in qualche modo il passato, presente e futuro di Tada Banri. Era davvero molto tempo che non trovavo un anime che presentasse una dinamica nota e pericolosa come quella del triangolo (ma c’è White Album 2 di cui vi parlerò la prossima settimana) che non fosse semplicemente figlia di una “poligamia” meccanicamente ripresentata negli anime: la vicenda conquista per la sua stramba verosimiglianza, in cui Banri non è il tipico protagonista anime doppiogiochista, ma una persona alla continua ricerca di un equilibrio tra quello che era e quello che dovrà diventare.
Per me una delle serie migliori della stagione, come avrete potuto intuire, ma non mi di alcuni aspetti preoccupanti, riguardanti soprattutto l’esito finale della vicenda. Come i fan di Toradora sapranno, l’anime e la novel terminarono praticamente in contemporanea (entrambi Marzo 2009) cosa che permise agli sceneggiatori di toccare i punti salienti del lavoro di Yuyuko Takemiya concludendo degnamente la serie: al giorno d’oggi ancora non sono state rilasciate informazioni riguardanti la conclusione della novel (non conosco i contenuti dell’ultimo volume uscito, ma non sembra che la serie stia procedendo verso il finale), cosa che mi fa preoccupare non poco per la versione anime. Se avrà un finale degno, provvisorio, o vi sarà una seconda serie lo scopriremo solo nei prossimi mesi.



