Free! Episodio 07 – il commento

di Regola Commenta

 

Donne, ribellatevi: questo anime vi dipinge come delle creature frivole, superficiali, attratte più dai muscoli che dalla personalità di un uomo e custodi di tremendi segreti (voi le chiamate maschere di bellezza o con altri nomi che sanno di tremendi orrori o maligni complotti, ma a me tanto belle non sembrano.) Questo settimo episodio è stato “strano“, non è il primo ad essere strutturato intorno a un evento che avviene nelle battute finali, ma nel guardarlo ho come avuto la percezione che ogni scena avesse la funzione di anticipare o preparare a un preciso evento: la sfida nei cento metri in stile libero tra Haruka e Rin, che non mi aspettavo in questo episodio (bensì nel prossimo), c’è stata e con questo evento comincio a sentire puzza di climax narrativo.

L’episodio inizia con un sogno di Rin che ci anticipa alcuni aspetti del suo passato.

Finite le vacanze estive, e il campo di allenamento, è arrivato il momento di prepararsi alla prima competizione ufficiale: Haruka, Makoto e Hazuki sono già pratici dell’ambiente, avendo partecipato già in passato a una gara, mentre Rei si trova alle prese con la sua prima esperienza… la domanda, che credo sia sorta spontaneamente in molti… ma non ha mai partecipato a una competizione ufficiale con il club di atletica? Probabilmente, come si evince dai suoi discorsi, anche il quattrocchi si sta appassionando al nuoto in modi che nemmeno si aspettava, e questo lo mette probabilmente in agitazione: come lui, inoltre, anche gli altri vogliono partecipare alla staffetta… ma sciocchino, certe cose bisogna tenersele per il finale!

Iniziano a delinearsi i nomi di battaglia.

Ovviamente, essendo il punto d’arrivo dell’episodio il “duello” tra Haruka e Rin, è ovvio che questo personaggio abbia un ruolo più centrale nell’episodio, occasione grazie alla quale ci vengono meglio presentate la sua storia, le sue motivazioni e il suo pessimo gusto nel vestire. È le sue motivazioni, sebbene non lo rendano una persona migliore per quanto possano giustificare le sue ambizioni, sono sicuramente molto più serie, sentite e importanti, di quelle degli altri personaggi che vogliono semplicemente condividere una passione. Perchè Rin e Kou hanno perso loro padre in quella tragedia di alcuni anni prima: quell’evento, che aveva traumatizzato Makoto si scopre essere stato anche la scintilla per il sogno di Rin, che desidera avverare il sogno del suo defunto padre: raggiungere le Olimpiadi. C’è tristezza, ma c’è anche risoluzione, orgoglio e determinazione nella vicenda dello squalo, che decide di fare tutto il possibile per non sentirsi in colpa con suo padre, che abbandonò il suo sogno per poterlo crescere: quando confronto la reazione alla tragedia di Rin, con quella di Makoto, anche considerando che il peso della perdita è stato soprattutto più pesante per il primo, vedo qualcosa che mi piace. Vedo uno dei canoni classici del genere spokon, il lutto, la perdita e nel contempo le origini del sogno che serve sempre da riscatto per qualcosa che è stato perso, spesso ingiustamente. Free! non fa eccezione e come molti altri lavori del suo genere fa sua questa dinamica molto classica. (Il fatto che chi non sa perdere non sa nemmeno vincere, e viceversa, non cambia.)

Dimmi, ti vesti al buio o hai perso una scommessa?

Lo squalo ha inseguito il suo sogno per anni, andandosene in Australia e probabilmente allenandosi seguendo una routine quotidiana talmente massacrante che i nostri della Iwatobi perderebbero i capelli se la venissero a conoscere. Per tutto il tempo passato ad allenarsi e sentirsi inferiore Rin odia Haruka, poichè questi possiede quelle qualità necessarie per eccellere in questo sport, ma non se ne cura e si accontenta di risultati ottenuti con mezzi e determinazioni apparenti, improvvisati, insufficienti. Per questo, quando lo squalo ha vinto, e ha detto ad Haruka che non avrebbero più nuotato insieme causando un trauma all’asso dell’Iwatobi, ho sentito di gioire della situazione. Adesso Haruka dovrà deprimersi nella pozza del giardino di casa sua e riflettere sulla sua presunzione, sulla sua stupidità, e seguire una volta per tutte il consiglio di Kou che anticipava quello del bigliettino della fortuna: farsi aiutare da altri, soprattutto un allenatore; oppure tornare a fare la piccola rana nel piccolo stagno. Alcuni potrebbero indicare immaturo e antisportivo l’atteggiamento di Rin: indubbiamente, ma qui stiamo parlando di una persona che ha un obiettivo importante, ed è ovvio che si perda qualcosa nel suo percorso, e per continuare la metafora di sopra “la strada per arrivare al mare partendo dallo stagno è molto lunga“. Quest’episodio mi ha indubbiamente fatto cambiare opinione sul personaggio di Rin (le opinioni son fatte per essere revisionabili), che non solo acquista punti ma supera nella mia scala di gradimento il protagonista, dal quale adesso voglio un pò di risolutezza…

Essere amici dell’acqua non rende più veloci…

Per la prima volta i riferimenti omosessuali nell’opera mi sono pesati. Fintanto che si trattava di allusioni, sguardi o mani che si sfioravano non avevo problemi a tollerarli, tuttavia in questo episodio ho trovato fastidiosa la morbosa ossessione di Aiichiro Mitori per il suo senpai Rin. Geloso fino al midollo di tutte le “attenzioni” che il suo principe azzurro sembra riservare per quello studente della Iwatobi non riesce a farsi i fatti suoi; avesse almeno una visione chiara della situazione, glielo deve spiegare Rin che per lui Haruka è solo un ostacolo da superare prima di andare avanti.

Fanservice.

Sul finire, quindi, è arrivata la prima gara, e abbiamo potuto assistere al primo vero assaggio delle animazioni usate dalla KyoAni per questo anime: credo che oramai, genere o non genere, sia impossibile negare la validità e la qualità di questo lavoro (e se pensate che sia “gaio” guardatevi Devils&Realist, attualmente in corso…)

 

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