Aku no Hana – Recensione [01]

Diamo il via a questa serie di recensioni che conterà in tutto 13 articoli per 13 episodi.  Diamo il via a Aku no Hana. Apro una parentesi introduttiva, perchè mi pare utile chiarire un paio di punti.

C’è da dire che la questione non è facile; per chi avesse dato un’occhiata alla nostra pagina FB stamattina, Regola s’è espresso “a caldo” concludendo il suo intervento nel seguente modo: Non riesco a darvi, per ora un parere obiettivo, mi serve più tempo, e anche fosse, è qualcosa che va visto per essere capito, immagini e riassunti non possono minimamente dare idea di questo prodotto.

E dopo aver visto il primo episodio non posso che appoggiarlo in pieno, soprattutto per la seconda parte: per me sarà difficile recensire questo anime, ma per voi sarà difficile capire queste difficoltà (concedetemi tutte queste parole uguali) se non vedrete l’anime in sè. Da voi lettori mi aspetto che prima guardiate e poi leggiate; queste non sono/saranno come le recensioni di un film che uno se le legge e poi decide se andarselo a vedere. Metà di questi articoli saranno ci commento e confronto con la serie manga originale; il riassunto è il meno.

Ma iniziamo e vediamo cos’abbiamo in questo primo episodio.

L’episodio si apre col protagonista Takao che percorre le strade che lo portano a scuola. Lui viene inquadrato poco, ci si sofferma molto sugli elementi che ogni giorno gli passano sotto gli occhi (cartelli, incroci, canali etc.). Già sorge una differenza col manga, che inizia direttamente durante la lezione che compare a fine di questo episodio. Perchè quindi iniziare l’anime con 24 ore di anticipo? La risposta è chiara per chi ha letto l’opera cartacea: si vuol porgere l’accento sull’elemento “routine”. Mettere in risalto come ogni giornata della vita di una persona (in particolare di uno studente) è dettata da azioni ripetitive, spesso dettate dall’ambiente esterno, che ci vincolano. Questa visione negativa della vita, vista come ripetizione ad libitum di una stessa giornata, è sottolineata dall’atteggiamento visibilmente non entusiasta del protagonista che percorre i luoghi noti e vive le familiari situazioni con ordine ma in modo indolente, apatico. Takao è uno studente medio, non eccelle; ha degli amici, ma si nota subito come ne sia distaccato visti i diversi interessi e i pochi punti di contatto. Qui troviamo il secondo grande punto dell’opera che ci appare prepotentemente all’occhio e che sarà motore di buona parte delle vicende successive: la lettura (e tutto ciò che ne dipende). Takao trova la sua liberazione dalla monotonia della vita quotidiana tramite la lettura; i libri classici hanno il potere di mettere ali e far fuggire lontano finchè si è immersi nella lettura.Questo è il bello della letteratura e dei grandi autori, però da qui vengono a galla due risvolti negativi della faccenda. In primis Takao prova (e verrà esplicitato meglio col procedere dell’anime) un senso di inadeguatezza, verso la società, che lo soffoca. Sa che leggere è la chiave per una “comprensione superiore” delle cose.

Me l’ha sempre detto mio padre: “Vuoi sapere come va il mondo, come funziona? Vuoi sapere cosa ti aspetta? Leggi libri, lì c’è tutto.”

Ma la coscienza di poter vedere/comprendere su un piano differente ciò che lo circonda, instilla in Takao un senso celato di superiorità rispetto a tutti coloro che lo circondano; vi sono però delle eccezioni: il padre, colui che lo ha introdotto al mondo dei libri, e Saeki, la compagna di classe che Takao definisce sua “musa e femme fatale“. Questo “senso di superiorità” emerge raramente e in particolar modo nei confronti dei suoi due amici e dei loro discorsi legati a questioni più terrene.

In secundis, quando una persona diventa vulnerabile rispetto gli elementi esterni che lo circondano e si rifugia in un’attività o un pensiero, che ritiene come un’ancora di salvezza, c’è il rischio che ne venga plagiato in modo negativo. Questo è il caso di Takao. Ciò mi permette di introdurre il terzo (per ordine di analisi e non per importanza) elemento costitutivo dell’opera; elemento che ne determina anche il titolo. Aku no Hana ovvero I fiori del Male, esplicito riferimento alla raccolta di poesie di Baudelaire. Questo libro è il preferito dal protagonista e buona parte dei suoi atteggiamenti sono frutto di un plagio del libro nei suoi confronti. Premetto che non ho letto il libro, e ciò mi preclude parte della comprensione della storia, ma man mano che questa prosegue si può comprendere quale sia l’elemento che Takao ha voluto estrarre dall’opera e far suo in comune con lei. Inadeguatezza; il bisogno di andare “altrove” perchè quello che c’è “qui” non è soddisfacente, anzi è motivo di angoscia e disperazione.

Questo pensiero non è ancora presente in Takao, ma nel corso dell’episodio possiamo notare come il Fiore del Male stia sbocciando nel suo animo. Questa fioritura interiore porterà gli eventi a precipitare, ma questo è ciò che vedremo nei prossimi episodi.

Al momento, in questa puntata, possiamo notare come i protagonisti siano 3: Takao, Saeki: la ragazza che Takao ha elevato a musa, ed infine Nakamura. Sarà fondamentale d’ora in poi, ma in questo episodio si fa notare “solo” per un’azione fuori dall’ordinario: durante la riconsegna di un compito in classe, che lei ha consegnato in bianco, dice all’insegnante che la sta riprendendo: “Taci, stronzo.”. L’atmosfera è strana e se in un primo momento l’insegnante era sul punto di colpirla, dopo aver incrociato lo sguardo truce di lei, questi si trattiene e si limita a farla andare in sala insegnanti dopo la lezione.

E’ fine giornata, Takao sta tornando a casa con gli altri due tipi e tra una cosa e l’altra salta fuori l’interesse di Takao per Saeki; per evitare sbeffeggiamenti vari torna a scuola per recuperare il Fleur du Mal che ha lasciato sotto il banco. Ed è in aula che, dallo scaffale contenente tutte le sacche, cade a terra la sacca di educazione fisica di Saeki (contenente la divisa da palestra usata). End.

Concludo questo articolo analizzando, una volta per tutte spero, quel che è il lato grafico della serie.

L’unico altro esempio che mi viene in mente di un anime realizzato in questo modo è il cortometraggio Kit per Bambole di Ceramica contenuto nella raccolta Genius Party. Fondali definiti fino al minimo dettaglio all’interno del quale si muovono personaggi mediamente dettagliati le cui animazioni sono ricavate dalla ripresa di movimenti di persone reali. Questa scelta ha una conseguenza ben visibile per chi ha letto il manga come me: i personaggi non sono uguali al manga, ma sono la trasposizione nella realtà dei personaggi del manga. Per quanto un manga possa avere degli ottimi disegni, raramente la rappresentazione fisiognomica è riconducibile ai tratti orientali tipicamente giapponesi. Ero spaventato da questa scelta, guardando i primi screenshots, ma dedicando poi quei miei 24 minuti alla puntata non ho trovato nulla da recriminare. Fluido, realistico, tremendamente realistico e per questo atipico. Mi permetto un unico appunto: il fattore età. Nel manga è ambientato in una scuola media, e i volti dei protagonisti nel cartaceo riflettono la loro giovane età, cosa che nell’anime si perde. Sottolineo questa cosa perchè, negli avvenimenti futuri, avere coscienza del fatto che a compiere certi atti sono ragazzi di seconda media lascia basiti e a volte agghiacciati. Siamo portati a vedere i ragazzini delle medie come nè carne (adulti) nè pesce (bambini) a differenza dei liceali verso cui già si addossano maggiori responsabilità. Vedere quindi pensieri adulti, elaborati da menti infantili ed atti protratti da questa via di mezzo porta a disagio e profondo stupore, in negativo; al di là dell’atto in questione. Dicevo, questa cosa si perde, perchè l’animazione fa subito pensare a dei ragazzi delle superiori (cosa che mi preoccupa visti gli svolgimenti futuri che chi segue il manga ha ben presente).

 

In conclusione? Le altissime attese che avevo per questa serie sono state tutte soddisfatte, sebbene sia passato attraverso un momento di sconforto prima di vedere la puntata. L’adattamento è preciso e, anzi, in questo primo episodio aggiunge elementi che ci facilitano la comprensione della situazione di base.

Io concludo così questo mio lunghissimo articolo. E’ risultato così esteso visto che non ho trattato solo l’episodio in sè, ma anche altri fattori collegati. Seguite la serie (è un obbligo) e, se vi va, seguite me così da ben discutere a proposito di questa serie che si preannuncia un gioiellino vero e proprio.

Alla prossima!