Ci sono volte in cui, terminata la lettura dei capitoli, provo un senso di pace. Volte in cui, al contrario, provo disgusto. Questa volta, invece, sono rimasto quasi indifferente (per entrambi) e per motivi diversi.
Naruto 666 – I due Mangekyou. Allora, iniziamo subito col dire che il capitolo non mi è dispiaciuto: un po’ di azione, qualche colpo di scena (magari colpo di scena è un parolone, ma vabbé) qua e là, una serie di argomentazioni prevedibili (dai, non mi dite che quella vignetta tagliata a metà, con mezza faccia di Obito e mezza di Kakashi non ve la sognavate da anni!), insomma, un capitolo che si è lasciato leggere. Ma alla fin fine cosa rimane? Mi sarei aspettato, visto il titolo, di vedere davvero in azione entrambi gli occhi: non dico che avrebbero potuto tenere sotto scacco Madara, ma almeno creargli qualche serio problema reputo che sarebbe stato possibile. Certo, c’è anche da dire che la priorità sia quella di salvare Naruto, però per certi versi la cosa mi è sembrata fin troppo sbrigativa, quasi come a voler sottolineare, ancora una volta, che la presenza di Kakashi sia “quasi” non necessaria (e tralasciamo il comportamento del quarto Hokage, per favore!). Forse qualcuno ha trovato la conclusione del capitolo, con l’arrivo di Gai a salvare la situazione, un bel colpo di scena: ripeto, non che mi sia dispiaciuto ma mi ha lasciato indifferente. Per qualche motivo, mi aspettavo che si sarebbe presentato qualcuno (chiunque, fosse pure un redivivo Asuma) ma ciononostante, la cosa non mi ha messo in “fibrillazione” come altri finali ad effetto di questo manga. E il motivo è presto detto: sebbene l’attenzione principale sia, ora, legata al risveglio di Naruto, la mia curiosità va tutta all’individuo che si è presentato da Sasuke e di cui ancora non ci è stata rivelata l’identità e che, a mio parere, potrebbe segnare un drastico cambiamento al volgere degli eventi.
One Piece 739 – Capitano. Diciamocelo: il modo in cui Oda sta gestendo questa parte relativa al piano dei Tontatta fa acqua da tutte le parti. Per quanto gli gnomi ci siano sempre stati presentati come dei “buoni”, da un po’ di capitoli a questa parte hanno assunto il ruolo dei “fessi” completi, ed è un piccolo cambio in una sceneggiatura che, altrimenti, avrebbe potuto avere uno svolgimento differente. A parte tutte le possibili considerazioni sulla reale potenza dei subordinati di DoFlamingo, i quali si stanno rivelando degli ossi più che duri da sgranocchiare e che, inevitabilmente, porteranno i nostri Nakama a doversi cimentare in scontri alquanto cruenti, vorrei soffermarmi sul protagonista del capitolo e sulle rivelazioni fatte sulla sua persona. Se devo essere sincero, una cosa più telefonata di così, da parte di oda, non credo di averla mai vista: che Soldatino fosse, oltre che il padre di Rebecca, anche il leggendario Kyros mi sembrava evidente sin dalle sue prime apparizioni (magari non proprie le prime, ma almeno dal punto in cui viene presentato come leader di tutti i rivoltosi contro DoFlamingo). Ho trovato più interessante, rispetto a questa rivelazione, quella fatta sull’errore nel contratto sancito da Sugar, cosa che forse potrebbe essere usata in qualche modo (anche se al momento non mi sovviene quale) per spezzare tutte le altre “maledizioni” realizzate dalla bambina. E, sopra ogni cosa, ciò che più ha catturato la mia attenzione è stato lo sviluppo del combattimento nell’arena, sebbene racchiuso in poche pagine: non solo vediamo il sostituto di Rufy che prende le parti di Rebecca, ordinando a Bartolomeo di proteggerla, ma le parole pronunciate da Diamante fanno pensare che lo sgherro di DoFlamingo centri direttamente con la morte della madre della gladiatrice… e questo sì che potrebbe portare ad interessanti sviluppi.
