È mercoledì, è quel giorno della settimana in cui Gli Inguardabili, inesorabile e preciso come un boia esce, e questa settimana il tema trattato è bollente: Saint Seiya Omega. Nell’aprile scorso ero tra quelle persone che aspettavano con entusiasmo questa nuova produzione della Toei Animation, che per certi versi ha fatto la storia dell’animazione giapponese, e mi bastarono un paio di episodi per farmi un’idea chiara… francamente, ho reagito alla visione di questa serie con improvvisi scoppi d’ira che mi hanno reso intrattabile per ore. Consuetudine de Gli Inguardabili è sempre quella di presentarvi serie che sono riuscito a vedere più o meno integralmente per darvi una visione d’insieme: questa volta, siate comprensivi, vista la mole di episodi (usciti 40 sui 52 annuncianti, alla stesura dell’articolo) non ho avuto modo e voglia di visionare direttamente tutto il materiale. Più di cinque preziose ore del mio tempo però gliel’ho dedicate… e ne è uscita fuori una trattazione talmente lunga che ho dovuto dividerla in due parti.
(Per questioni di popolarità userò nomi e termini in italiano qualora esistenti.)

Tagliamo la testa al toro e arriviamo immediatamente al nocciolo della questione, mi sono già preparato ad alcune delle obiezioni che potrei ricevere. Saint Seiya Omega è indubbiamente un prodotto per bambini (fascia 8-11) e per come tale alcune delle mie pesanti critiche potrebbero sembrare eccessive, ma qualcuno deve pur dire qualche parola in difesa dei “bambini di 30 anni“, che alla visione di questa serie si sono visti un mito strappato dal cuore e fatto a pezzi in una tale brutale maniera che l’Eclissi di Berserk in confronto pare una gita scolastica allo zoo. Bambini lo siamo stati tutti, e non penso di essere l’unico a fomentarsi quando con la mente ritorno alle storie di Pegasus e soci, tornando a quei tempi in cui tante cose erano più semplici, chiare e dirette, e non credo che ci si possa permettere tanto solo perchè non ci sono idee o spunti per creare miti in questo secondo decennio del ventunesimo secolo: almeno avrebbero potuto chiamarlo in un altro modo (tipo Star Knight War o giù di lì), magari lo avrei apprezzato. Il fatto che sia un prodotto per bambini inoltre non giustifica la mancanza di qualità in determinati aspetti: ogni fascia di ascoltatori merita che i propri prodotti siano sopra uno standard qualitativo minimo.

Kurumada è un genio, dopotutto. Stando a dichiarazioni ufficiali non ha preso parte alla produzione di questa serie animata e sebbene qua e la si vociferi che abbia dato qualche contributo, io non ne ho trovato nessuno ufficialmente confermato: si è limitato a dare il consenso per la produzione della serie, incassare denaro per i diritti, nel caso pertanto che non vi fosse stato apprezzamento (anche se a quanto pare è al terzo posto per lo share nella Tv Asahi che la trasmette) lui non era da ritenersi responsabile. Ma che il marchio Cavalieri dello Zodiaco fosse stato negli anni vittima di maltrattementi e abusi non è certo una novità…

Perchè, quando eravamo più piccoli, siamo stati conquistati da questo cartone animato?
Sinteticamente parlando, per tre motivi: la dinamica narrativa sempre molto simile ma in qualche modo trascinante; le armature e le varie scene di vestizione; lo spettacolare adattamento e doppiaggio italiano. Tralasciando il terzo, per ovvie ragioni, ci si aspetterebbe di trovare i primi due in Omega, ma così non è, le armature sono brutte e non sembrano neppure di metallo; i combattimenti non hanno niente a che vedere con quello che erano nella serie originale. Certo, i personaggi cadono a terra tanto, ma perlopiù ci restano: non c’è nemmeno una briciola di quell’eroismo dei bronzei che si rialzavano sofferenti di fronte a un nemico invincibile; non c’è lo sgomento e il monologo del buono, esterrefatto per esser stato atterrato, o del maligno, incredulo per il miracolo avvenuto. I combattimenti, che dovrebbero poi essere il momento di punta dell’episodio, non sono per niente belle, animati male e rovinati da un continuo e pesante “copia/incolla” di cinematiche realizzate una volta e tenute per sempre. Ovviamente la vittoria si ottiene sempre facendo bruciare il Cosmo, ma con queste premesse potete star certi che la scena trasmette ben poco in quanto a emozioni.

Almeno ci sarà un bella storia… è Cavalieri dello Zodiaco! Tutto quello che dovrebbero fare è correre su scalinate, affrontare complessi discorsi filosofici sul servire Atena e vincere dopo aver subito per tutto lo scontro. Comunque, il nostro protagonista Koga, dalle origini misteriose è allenato da Tisifone dell’Ofiuco (in persona) sotto la supervisione di Lady Isabel…che nonostante il passare degli anni è ancora un’adolescente in fiore. Koga non sa perchè deve imparare a usare il Cosmo e diventare un Cavaliere, ma per sollevargli il morale Atena gli consegna una gemmina proprio l’istante prima della comparsa di Marte, il cattivo di questa storia. Questi aveva già attaccato Lady Isabel anni prima, ma era stato fermato da Pegasus (che indossava l’armatura di Sagitter) il quale risulta ora disperso: dato che non c’è il vecchio protagonista l’acerrimo nemico, dio della guerra, riesce a catturare Atena nonostante Koga indossi l’armatura del pegaso presente nella gemma e cerchi di fermarlo…ricordo, a questa scena di aver urlato “ridatemi quei bellissimi scatoloni”. Così Koga parte per il mondo con l’obiettivo di salvare Lady Isabel, e conosce in questo modo altri Cavalieri: il primo è il Cavaliere di Bronzo del Leone Soma. Ioria, cos’avrai fatto di male al prossimo…

L’amicizia tra Koga e Soma sarà uno dei temi principali della prima parte. Questi, dopo una scaramuccia con un sottoposto di Marte lo porta alla Palestra, luogo istituito da Atena dove i giovani si addestrano per diventare Cavalieri: una scuola dove studi come usare il tuo Cosmo nel migliore dei modi, perchè le cose non sono più come lo erano tanti anni fa. Infatti, insieme alle gemmine e alla degradazione da un metallo a un altro pare che i Cavalieri abbiano oggi acquisito poteri elementali. Ed è così che in pochissimi minuti Omega diventa un’immane scopiazzo di Naruto. Acqua batte fuoco, fuoco batte vento, vento batte fulmine, fulmine batte terra, terra batte acqua, poi ci sono oscurità e luce: tutto ciò è reale, e pressochè insensato. Ne risulta però che gli scontri sono diventati perlopiù un lanciare grosse quantità del proprio elemento verso l’avversario pregando per la vittoria. A scuola Koga conoscerà altri Cavalieri, tra cui Yuna dell’Aquila e Ryuho del Drago (il figlio di Sirio, ma lasciatemi continuare con la trama), e insieme decideranno chi per un motivo e chi per un altro di partecipare al prossimo torneo tra Cavalieri, il cui premio è un’udienza con la Dea Atena e la promozione a Cavaliere d’argento. Anche in Omega c’è crisi, una volta se vincevi un torneo ti davano un’armatura d’oro.

Dopo un esame chuunin, in cui collaborando fra loro i personaggi devono arrivare in un punto prestabilito dai docenti attraversando una landa irta di pericoli, e una terza prova interrotta da Oroc… scusate, dal preside che si scopre essere il possessore dell’armatura di Capricorn (segretamente alleato con Marte), la parte introduttiva della storia finalmente finisce. Koga viene catturato quando scopre che l’Atena di cui si parla non è Lady Isabel, ma una tizia sconosciuta che Marte vuole usare per distruggere il mondo, e si salva grazie al Cavaliere Ninja Haruto del Lupo che entrerà a far parte del gruppo dei regolari. Da quel momento in poi l’obiettivo è chiaro, bisogna fermare Marte che da troppo tempo manipola il mondo dei Cavalieri e ha la maggior parte dei dorati al suo servizio…

Voglio essere sincero con tutti voi. In fondo (ma molto in fondo) la trama ha tutto quello che dovrebbe avere una saga di Cavalieri dello Zodiaco, è anche fortemente citazionista della serie originale in alcuni momenti. Ma la somma di tutti gli elementi è tanto disordinata e mal gestita da aver reso la visione di quella quindicina di episodi fastidiosamente irritante (dopodichè mi sono limitato a leggere riassunti qua e là e visionare personalmente alcuni punti). Continuerò la settimana prossima, analizzando più approfonditamente gli elementi presenti, dopo avervi dato ques’oggi un’infarinatura generale. Come sempre ringrazio coloro che hanno la pazienza di leggere le mie folli recensioni, e ricordo sempre che altri potrebbero trovare di gradimento ciò che non apprezzo, ma con Saint Seiya Omega il trauma è stato tale che ho deciso di non usare mezze misure.
A mercoledì prossimo, con Gli Inguardabili di Regola!
