Amazing Spiderman review


Mercoledì 4 luglio 2012, dopo un’attesa ricca di promozioni virali e trailer a ripetizione, al cinema esce il nuovo reboot di una delle icone del fumetto mondiale: Amazing Spider-man. Sono andato a vederlo al primo spettacolo in programmazione qui a Perugia e, dopo aver cercato di metabolizzare il tutto, sono qui a farvi un punto sulle mie impressioni, quindi chiunque abbia “timore” di eventuali spoiler leggerà questo articolo a suo rischio e pericolo.

Le prime scene del film ci portano indietro nel tempo fino all’infanzia di Peter Parker quando, ancora bambino, si separa dai suoi genitori per motivi che non riesce a capire (dalla sala si può solo intuire cosa ci possa essere dietro).Sono 5 minuti di film, non molti, ma ci preparano al Peter Parker di oggi, un ragazzo abbastanza solitario con l’hobby della fotografia. Fin qui niente di strano: il solito Peter.

La novità per gli spettatori (anche se non si dovrebbe parlare di novità a tutti gli effetti, e i fan sanno perché) è la presenza della bionda Gwen Stacy, che in questo film prende il posto dell’altra “femme fatale” ragnesca, la “rossa” Mary Jane Watson, che avevamo avuto il modo di vedere nella scorsa trilogia. Il personaggio è da subito molto interessante e, onestamente, sembra essere più “fresco” di quello interpretato nella scorsa trilogia da  Kirsten Dunst. Un altro personaggio che compare già dall’inizio del film è Eugene “Flash” Thompson, l’amico-nemico di Peter Parker che, attualmente, nei fumetti Marvel interpreta il ruolo di Venom (il “simpatico” simbionte alieno che fu protagonista nella scorsa continuity cinematografica); la scelta è interessante perché apre molti possibili scenari futuri agli sceneggiatori.

Ma torniamo a Peter: finalmente un Peter Parker degno di tale nome. Premetto che non nutro grossa simpatia per l’attore Andrew Garfield ma, senza ombra di dubbio, il suo volto e i suoi modi di fare sono molto più in linea con lo Spider-man dei fumetti, in confronto al suo predecessore. Tralasciando le piccole cose, credo che vada sottolineata la metamorfosi di Peter. Questa avviene con il solito morso di un ragno, ma a cambiare è lo scenario. In questo film vediamo un Peter alla ricerca delle sue origini, del lavoro di suo padre (ex dipendente della Oscorp di Norman Osborn), che per saziare la sua voglia di sapere, si ritrova in un laboratorio “top secret” pieno zeppo di ragni.

Il villain scelto per il film è stato Lizard, e compare inizialmente nei panni del Dr. Curt Connors, ex collega, nonché amico, del padre di Parker. Una scelta intelligente perché permette, essendo il primo film di una nuova serie, di concentrarsi di più sulla genesi dell’eroe che non sui suoi nemici. In un certo senso questa è una differenza sostanziale con lo Spiderman di Raimi che “pronti, via” ci metteva di fronte alla nemesi per eccellenza dell’uomo ragno: Goblin. In questo film Norman Osborn viene più volte citato, si sente la sua presenza senza mai vederlo davvero (la volta che ci si avvicina di più al farlo, avviene tramite una proiezione pubblicitaria che però mostra solo parte del corpo di Osborn, ovviamente, volto escluso).

Come vi dicevo, le origini di Spiderman sono il vero punto in questione e, per l’occasione, sono stati ritoccati tanti piccoli particolari in modo da renderli notevolmente diversi dalla precedente versione. Uno su tutti è la morte di zio Ben che, se per dinamiche, ovviamente, segue la via originale, per altre (ad esempio l’incontro tra Peter ed il futuro assassino dello zio) intraprende una versione alternativa. Se vi aspettavate Spiderman in versione wrestler, be’, scordatevelo, però il regista ha scelto di fare un omaggio a questa parte della sua storia inserendo una sorta di “easter egg”.

Non voglio rovinarvi troppo la sorpresa quindi vi dirò solo un altro paio di cose. La prima è che Lizard/Dr. Curt Connors è una scelta fantastica (anche senza  il muso allungato da lucertola), se sarete attenti noterete anche la scena in cui lizard avrà ancora addosso il camice (è un omaggio al fumetto), anche se durerà pochi secondi, visto che sarebbe impossibile (come se hulk mantenesse addosso la sua maglia mentre si trasforma). Un’altra cosa a cui dovete far caso è il cameo di Stan Lee, vi garantisco che è davvero spassoso ed alleggerisce per un attimo la sequenza del film. Poi come non ringraziare per i lancia ragnatele?! Sono sempre stato un cultore dell’uomo ragno con le fialette lancia ragnatele (non me ne vogliate, ma non mi è mai andata giù l’idea che sparasse ragnatele dai polsi come mutazione) e, per fortuna, in questo film sono stato accontentato.

Detto tutto?…no.

Devo dirvi che il film a mio parere se la batte con il primo di Raimi; non me ne vogliano i fan del Maestro Raimi (tra i quali figuro anch’io) ma in questo “Amazing Spiderman” c’è  quel “quid” che nell’altro mancava. Per finire vi dico che se avrete la pazienza di aspettare qualche minuto, dopo i titoli di coda ci sarà un breve filmato da non perdere. Del filmato non vi dico altro, ne parleremo presto in un articolo, sono già molte le idee a riguardo.

In conclusione: Amazing Spiderman è un film da vedere assolutamente, evitabile il 3D (ho visto molte scene anche senza occhiali e vi garantisco che si vedevano nettamente meglio) che, oltre ad avere poche scene girate in questo modo, vi penalizzerà nei colori (non è un mistero che con gli occhiali 3d i colori siano più scuri e opachi). Credo proprio che le ultime scene del film diventeranno un must per gli amanti dell’uomo ragno, in un certo senso queste scene rendono al meglio quello che distingue Spiderman da altri super eroi (l’ho sempre vista così e questo film mi ha dato l’ulteriore certezza) cioè il rapporto di amore e ammirazione reciproca tra lui e la sua città. Bello.

P.s. Gli sceneggiatori hanno fatto un gran lavoro per portare una ventata d’aria fresca e, secondo me, sono riusciti nell’intento, creando trame solo accennate che lasciano allo spettatore tutto il gusto di “arrovellarsi le idee”, non potevamo chiedere di meglio, soprattutto quelli che, come me, avevano storto il naso all’idea di un reboot.