Naruto 572, One Piece 655: Recensione

Sapete una cosa? Io faccio una fatica immane a ricordare i nomi della gente nuova che conosco: a meno che questi non ripetano il proprio nome per almeno 20 volte di seguito nel giro di un’ora! E adesso come faccio?

 Naruto 572 – Nomi. Per prima cosa, in questo capitolo termina la versione Dragonball: le prime 3/4 tavole ricordano molto poco vagamente l’esplosione della Genkidama che ammazza Majin Bu! Detto questo mi è molto piaciuta questa incursione in questo “mondo metafisico” all’interno del quale non solo i Jinchuuriki ma anche i Bijuu possono accedere: una sorta di piano astrale per eletti (in questo mi ha ricordato alcune cosucce di un fumetto italiano dal titolo “Gea”) che, se vogliamo dirla tutta, è una cosa più dafumetto occidentale che da manga orientale (e in questo, Kishimoto merita un plauso). Al di là della parentesi comica con il quarto mizukage, ci sono due cose che mi hanno fatto riflettere: in primis, l’aspetto dell’eremita dei “Sei sentieri” con quella strana “decorazione” del mantello (Nove Tomoe dello sharingan e una “rondella” che potrebbe richiamare tanto il Rinnegana, quanto lo “Uzumaki”, il vortice!) e le lacrime del piccolo Kurama (questo personaggio mi piace sempre di più!); dall’altro mi ha colpito il fatto che, l’eredità che i Bijuu vogliono lasciare a Naruto sia “semplicemente” quella di rivelargli il loro nome. Ora, avanzo un’ipotesi che potrebbe risultare fantasiosa, ma che mi è subito balenata in mente quando ho visto questa scena: in Giappone, come dicevo tempo fa in uno degli articoli sui tre Big Manga, la scelta e determinazione dei nomi non è qualcosa di “casuale” ma, anzi, si basa su attentissime scelte legate alla tradizione, ai significati, alla possibilità di scrivere e pronunciare lo stesso nome in modi differenti, così da fornirgli, nel contempo, significati diversi. In relazione ai riti Buddisti, così come alle discipline delle arti marziali, la capacità di pronunciare certi termini, di avere un certo “vocabolario” e di conoscere dei significati “arcani” di parole anche semplici, rende lo “sciamano” o il “combattente” in grado di manipolare poteri incommensurabili. Mi chiedo se, dal momento che a quanto pare le nove “bestie” sono a conoscenza di un certo “qualcosa” di cui era a conoscenza l’Eremita stesso, questa “conoscenza onomastica” non si riveli fondamentale per poter, effettivamente, manipolare il “potere definitivo” che Tobi sta cercando di ottenere: non sarebbe male ritrovarsi in una situazione (in questo caso più “forte”) simile a quella dell’evocazione di Polunga su Namecc, nella quale occasione si scopre che solo un Namecciano (e quindi chi conosce i “segreti” della lingua Namecciana) può parlarci. Se così fosse… la vedo davvero male per Tobi! E a proposito di Tobi: possibile che, nonostante tutta questa “manifestazione” di potere da parte del nemico, continui a non battere minimamente ciglio? Che diavolo di asso nasconde nella sua manica?

 One Piece 655 – Punk Hazard. Ho trovato molto interessante il titolo: da una parte mi fa pensare ad una citazione da “Resident Evil” (“Bio Hazard” nella versione originale) e anche l’aspetto esterno di questa “fantomatica” base (che poi sarà stata veramente una base? Secondo me la recinzione ce l’hanno costruita dopo per evitare che uscisse fuori quel… coso!) sembra richiamare l’idea di qualcosa che è meglio lasciare lì ed evitare di toccare! D’altra parte il termine “punk” che, oltre alla traduzione “classica” potrebbe essere tradotto come “da due soldi” mi fa pensare che Oda ci stia tendendo un altro tranello: possibile che in realtà, tutto quel caos sia una sorta di montatura? E poi questa strana sensazione di Nami, che scorge nuvole di “bufera” al di là della tempesta di fuoco e la strana richiesta d’aiuto dell’uomo che viene attaccato dai Samurai in un posto freddo mi convincono che ci troviamo di fronte ad una ennesima “Odata” di quelle che porteranno a qualche fondamentale rivelazione. Certo che se questa fosse effettivamente la terra d’origine dei Samurai (e in particolare di quello che Zoro affrontò a Thriller Bark) e se la presenza del mostriciattolo finale avesse a che fare con altri tipi di Draghi, questa saga che va ad iniziare potrebbe, probabilmente, iniziare a fornirci serie informazioni riguardo i 100 anni di buio. Infine una domanda che mi attanaglia e che riguarda proprio il drago dell’ultima tavola: per prima cosa, osservate che Oda (almeno a me così sembra) non fornisce un nome ma lo chiama, semplicemente, “abitante di Punk Hazard”, come se, in qualche modo, dovrebbe essere chiaro che quella è la terra dei Draghi. Ma in particolare, secondo voi, il drago parla… oppure è solo Rufy che lo sente? Vi saluto e vi do appuntamento alla settimana prossima…. sperando che, per il caldo, Nico Robin si tolga qualche altro indumento!