In questi ultimi tempi, mi sembra che, per quanto concerne lo sviluppo delle storie, Naruto stia seguendo una strada tutta sua, mentre One Piece e Bleach (per qualche oscuro motivo) paiono procedere di pari passo, con un racconto che, di volta in volta, mette in evidenza uno svolgimento dei fatti pressoché simile (vedete, questi due capitoli, nei quali vengono “presentati” i vari duellanti, uno ad uno). Cosa ne pensate? Che Oda e Kubo sottostiano alle stesse “richieste di mercato”?
Naruto 555 – Contraddizione. Mi pare di aver accennato più di una volta al fatto che adoro le citazioni nei manga, soprattutto quelle di un certo tipo. Non appena ho letto il titolo, mi è tornato alla memoria il ricordo di una discussione, presente in un anime di tanto tempo fa: in quell’occasione, la voce di Pasquale Ruju (doppiatore nelle prime puntate di Shiryu, il Dragone) faceva dire al suo personaggio le seguenti parole (non citate testualmente) ad un semidisfatto Seiya di Pegasus che era riuscito, sacrificando il suo elmo, a distruggere pugno e scudo del cloth del Dragone: “Conosci l’origine cinese del termine contraddizione? Esso si rifà ad una leggenda secondo la quale c’era, in Cina, un uomo che aveva costruito lo scudo più resistente e la lancia più potente. Ma cosa sarebbe accaduto se questi due oggetti si fossero scontrati tra loro?”. In questo episodio di Naruto accade proprio questo: e così scopriamo che l’unico individuo che poteva far del male al terzo raikage… era il terzo raikage stesso! Devo essere sincero, non me lo aspettavo, anche se effettivamente quella ferita era alquanto strana. E vogliamo parlare del fatto che Naruto entri in modalità eremitica per affrontarlo, piuttosto che sfruttare il chakra della volpe? Certo, la spiegazione ovvia e che, in questo modo, può essere maggiormente reattivo (come lui stesso afferma): ma sarà tutto qui? Il repentino ritorno alla normalità dopo aver tentato di creare la Bijudama (a proposito, questa è un’altra citazione di cui non abbiamo mai parlato!) non potrebbe essere dettato da altri fattori? In ogni caso, ora sono curioso di vedere cosa farà Gaara contro Vongola-man! Mi aspetto uno scontro interessante (acqua vs. sabbia… una lotta nel fango, in pratica! Peccato non ci siano un paio di donzelle in costume succinto!)
One Piece 639 – Per proteggere tutti. Mi sa che Decken, stavolta, ci ha proprio lasciato le penne, che ne dite? E mi sembra di capire che Hodi sia proprio votato alla distruzione, più che alla conquista: a questo punto mi chiedo se sia sempre stato questo il suo obiettivo o se la “droga”, in qualche modo, non abbia influito sulle sue capacità di giudizio. La violenza che stiamo “assaporando” in questa saga sembra quasi di preludio a quello che potrebbe essere il “proseguimento” nel Nuovo Mondo e una conferma, ancora una volta, che dopo Marineford questo manga voglia assumere dei toni molto più adulti, per certi versi (cosa di cui, in realtà, non è stato mai “sprovvisto” ma che in passato veniva ben mascherata dalla forte carica shonen che caratterizza l’opera). Rufy che riesce a muoversi con una “certa facilità” in acqua, Jinbe e Sanji che paiono non avere problemi ad affrontare una montagna di muscoli, Zoro che sembra completamente rilassato contro un nemico che potrebbe causare grane (se l’effetto che la droga ha avuto su Hodi si sta manifestando anche sul polipo spadaccino, saranno guai: alcool e medicinali non vanno mai mischiati, non lo sapete?), fanno pensare ad un prossimo capitolo in cui le “mazzate” la faranno da padrone. In tutto ciò solo una cosa mi è poco chiara: pare quasi (ma forse è una mia impressione) che Oda stia concentrando l’attenzione sui tre membri più forti (e Jimbe… ma questo è un altro discorso) e non voglia rivelarci altro dei rimanenti mugiwara (che pure, secondo me, hanno tante e tante sorprese in serbo): scelta dettata dalla velocità degli eventi o mossa premeditata per stupirci in futuro con altri colpi di scena? Cosa ne pensate? Infine una nota sulle mini-avventure: al di là del fatto che in tutte assistiamo alle reazioni che vari personaggi hanno riguardo all’aumento delle taglie dei nostri eroi, non vi pare che Oda ci stia raccontando una storia che forse dovremmo seguire con una certa attenzione? Comincio a pensare che il Reviere in qualche modo determinerà qualche nuova direzione per questo manga. Staremo a vedere.
Bleach 464 – Quiet Chamber, Noisy Heart. Mi è sembrato di assistere all’apertura di una partita a scacchi, dove i due contendenti muovono i primi “pedoni sacrificali” per lasciare spazio ai pezzi più potenti che potranno entrare in gioco in seguito. Mi aspettavo i vari confronti, così come gli ha ordinati Kubo: Hitsugaya contro il ragazzino dei videogames, Rukia contro la “casa di bambole” (e per Rukia potrebbe essere terribile riuscire a combattere!), Ichigo contro Ginjou (anche se la presenza di ishida non l’avevo calcolata). Trovo interessante lo scontro Byakuya/Tsukishima: per qualche strana ragione mi sembra che il capo del clan Kuchiki ce l’abbia un po’ con il modificatore dei ricordi, non trovate? E non solo per il suo modo “sporco” di combattere, ma la sensazione è che ci sia qualcosa di più dietro… e forse il tutto si ricollega al dubbio di Ishida: se i sostituti fossero stati vivi, avrebbero dovuto parlarne e se fossero stati morti avrebbero dovuto dire loro come ciò fosse accaduto. E quindi è logico pensare che, non avendo fatto né l’una né l’altra cosa, si può supporre che la Soul Society non avesse, fino a quel momento, idea di cosa stesse facendo Ginjou. ma allora qual è la terza possibilità? Continuo a pensare che il legame dei fulbringer (o almeno di due di loro, Ginjou e Tsukishima) con gli shinigami non si limiti ad una sorta di patto di collaborazione come accadde con Ichigo, ma abbia radici più profonde e, probabilmente, più drammatiche. Sono sempre più convinto che, prima o poi, il Pendolo ricomincerà a muoversi.
P.S.: chiedo venia, ma purtroppo in questi giorni vari problemi non mi hanno permesso di realizzare l’articolo che vi avevo promesso su One Piece. Cercherò, in questi giorni, di rimettermi al passo e sfornare non uno, ma due articoli. A risentirci presto.
