Obito dalla A alla Z (parte prima) – Sulle tracce di Naruto (30)

Ritorniamo dopo due settimane alla nostra rubrica narutiana, sono riuscito finalmente a recuperare un PC per scrivere l’articolo (anche se il mio portatile è ancora in assistenza).

Oggi come da titolo parliamo di Obito e del discusso periodo che sta affrontando “Naruto”, di ciò che sappiamo e di come sono andate le cose durante la sua convivenza con Madara, di come sono proseguite e si sono concluse, per ora. Nel prossimo articolo (che spero di scrivere in edizione “speciale” per questo week-end) vorrei parlare di tutto ciò che è accennato ma non viene spiegato, tutti i dubbi ed i misteri che ancora avvolgono questo personaggio.

Innanzitutto vorrei brevemente parlare del personaggio e della sua caratterizzazione, anche perchè non sembra esserci una posizione univoca tra i lettori del manga ma opinioni molto diverse, quindi espongo la mia interpretazione (fatemi sapere voi come giudicate questo personaggio). Obito è un personaggio molto goffo ed impacciato e per questo suo modo di fare unito, alla sua spacconeria, viene deriso e marginalizzato all’interno dell’accademia dei ninja di Konoha. Anche a causa di questi comportamenti credo che Obito si sia sempre dimostrato una persona senza spinte emotive o motivazioni forti ed indipendenti. Obito non ha un sogno vero e proprio, quello di diventare Hokage è l’obbiettivo più comodo e sicuro per guadagnare fama e gloria (come per un bambino diventare astronauta), Naruto ad esempio punta al titolo per combattere l’odio e la discriminazione verso di sè (ed in seguito verso il mondo intero) tramite il rispetto guadagnato sul campo, un motivo molto più profondo e radicato: Naruto ed Obito subiscono quindi un procedimento inverso, Obito vuole guadagnare il rispetto puntando al titolo non comprendendo le difficoltà che ci vogliono per accedervi (lo ritiene una medaglietta, un premio da sfoggiare tra amici), Naruto vuole invece conquistarlo tramite le proprie gesta, ritiene l’essere Hokage il giusto riconoscimento per quando avrà compiuto azioni eroiche degne di nota.

Questa lieve ma sostanziale differenza pone i due personaggi in modo nettamente ossimorico a mio parere: Itachi ammonì Naruto dicendogli che se non sarà umile (come è sempre stato) affidandosi anche ai suoi compagni/maestri, rischierà di restare solo e diventare come Tobi, un uomo spinto solo dall’inerzia (verso un mondo che lo ha rifiutato) e dalla disillusione. L’avvertimento di Itachi è molto significativo: senza Iruka, Kakashi, Sasuke, Jiraya, Hiruzen, senza i suoi compagni di Konoha, Naruto avrebbe potuto cadere nel baratro dell’odio: Obito infatti ha deciso (spontaneamente o con una spinta data dalla “volontà di Madara materializzata“?) di non appellarsi a nessuno dei suoi amici o maestri, non ha chiesto aiuto a Minato, non ha preso in considerazione Kakashi e le sue ovvie sofferenze, non si è immedesimato nel suo grande amico e non si è posto alcuna domanda. Questo comportamento apparentemente (ed effettivamente) assurdo credo che sia per ora voluto da Kishimoto (come volle dipingere Itachi come un pazzo genocida): queste scelte si scontrano in modo netto con quelle prese da Naruto, il quale ha certo avuto molte fortune ma ha saputo coglierle con sostanziale umiltà (non non sempre manifesta) e partecipazione, Naruto non sarebbe nessuno senza i suoi compagni. Da questa ulteriore differenza credo che si capiscano molte cose su Obito: ha avuto molte occasioni e le ha sprecate, anche Naruto ha ceduto all’odio contro Pain durante l’intervento suicida di Hinata, ma poi ha dimostrato tutta la sua tempra superando il suo dolore mentre era di fronte a Nagato (assassino del suo amato maestro Jiraya) perdonando infine tutte le successive atrocità da lui commesse a Konoha (tra cui la temporanea morte di Kakashi).

Obito non è stato capace di perdonare (il sistema dei ninja, non Kakashi) e di superare il dolore, ha preferito seppellirlo sotto uno spesso strato di rassegnazione e cedere a Madara. Qual’è il merito del leggendario Uchiha? Quali macchinazioni può aver escogitato ed a quale scopo? Madara era morente, aveva un piano e non poteva portarlo a termine, ha dato fondo alle sue risorse ed ha creato gli Zetsu; evidentemente essi non erano sufficienti a completare il piano Tsuki no me, personalmente non credo che i cloni di Hashirama siano in grado di evocare e controllare il Gedou Mazo, nè tantomeno catturare dei Biju. Per un caso di fortuna (?) Madara trova Obito e lo sfrutta per i suoi piani. Sinceramente non riesco a credere ad una cosa simile: trovare un Uchiha in un cunicolo vicino al proprio nascondiglio esattamente nel momento in cui a Madara serve un ninja dotato di Sharingan e degno di servirlo? Credo che le cose siano andate molto diversamente: credo che Madara fosse alla ricerca di un Uchiha e che gli Zetsu bianchi stessero perlustrando i campi di battaglia alla ricerca di un candidato valido, trovando Obito e soccorrendolo (con la tecnica Effimera?). In questo modo spiegheremmo diverse cose: dall’ armatura con il volto spirale che casualmente ha dei connotati fisici e dei comportamenti sospettosamente simili ad Obito, all’attacco dei ninja della Nebbia (che sospetto ancora fossero invece della Foglia), dalla sorte inspegata di Rin fino alla premeditata conversione di Obito che viene gradualmente e costantemente preparato all’eventualità della morte di un compagno caro.

L’ultimo punto su cui vorrei riflettere è proprio il periodo che intercorre tra il risveglio di Obito e la morte di Rin: i due Zetsu gli si avvicinano come amici, socializzano con lui, lo sostengono e lo incoraggiano. Mentre si guadagnano la sua fiducia instillano nel giovane ninja dubbi e possibilità che sicuramente non conosceva: resurrezione ed illusioni potentissime, evidentemente con lo scopo ultimo di preparare la reazione di Obito allo shock della morte di Rin creando un terreno fertile su cui far germogliare il loro frutto. Sotto questa prospettiva la scelta semplicistica ed assurda di Obito penso che acquisti un valore più solido: non è stata infatti una sua scelta, è un binario precedentemente predisposto per lui che inevitabilmente, nella disperazione più totale, ha seguito in modo naturale e spontaneo.

Nel prossimo articolo mi soffermerò sui punti ancora oscuri del flashback (le sbarre nere che escono dal corpo di Obito ad esempio) poichè ritengo che ci sia ancora molto da spiegare.