A quasi due anni dall’ultima esecuzione, il Giappone ha deciso di eseguire ben 3 pene capitali ad altrettanti condannati per omicidio. I tre prigionieri erano rinchiusi in tre diverse carceri e sono stati uccisi per impiccagione, una pratica barbara e violenta. Un paese così avanzato tecnologicamente e così osservato da tutto il mondo per i problemi che sta avendo nell’ultimo anno, forse ha pensato bene di distogliere l’attenzione da Fukushima & Co, per farla passare su fatti minori con cui ormai hanno imparato a fare il callo da anni. Oppure, semplicemente, il Giappone ha dovuto fare i conti con la grande contrapposizione tra una tecnologia più che avanzata e dei modi di vivere che sanno ancora di medievale che lo caratterizzano. Nel Paese ci sono attualmente 132 detenuti in attesa di sentenza e queste nuove esecuzioni di certo non li rassicureranno sul loro destino. È pratica consolidata quella di non far sapere al detenuto il giorno della sua esecuzione che, se per certi aspetti potrebbe farlo vivere, anche se sembra assurdo dirlo, più tranquillo, per altri mi si raggela il sangue al pensiero di quanto siano cinici i giapponesi. Però, nonostante tutto, il governo giapponese dichiara che più dell’80% della popolazione si è dichiarata favorevole alla pena di morte. Ma le proteste delle associazioni umanitarie infuriano.
Amnesty International ha risposto alla dichiarazione del Ministro della Giustizia Toshio Ogawa, in cui ha detto di dover fare il suo dovere ministeriale uccidendo questi tre uomini, con le parole della sua vicedirettrice, Catherine Baber. La donna ha detto: “Queste tre esecuzioni riportano il Giappone in quella minoranza di paesi che usano ancora la pena capitale. Giustificare azioni che violano i diritti umani col dovere ministeriale è inaccettabile. Al contrario, dovrebbe essere responsabilità di chi ha incarichi politici di affrontare la criminalità senza ricorrere alla punizione più crudele, disumana e degradante“.
Alla fine del suo discorso, la Baber ha voluto ricordare i tre condannati, Tomoyuki Furusawa, 46 anni, impiccato a Tokyo. Yasuaki Uwabe, 48 anni, ucciso a Hiroshima e Yasutoshi Matsuda di 44 anni, a cui è stata tolta la vita a Fukuoka.
Voi siete pro o contro la pena di morte? Personalmente ritengo questa condanna un limite per il nostro sviluppo verso una società civile capace di convivere in armonia. Se un governo uccide i suoi stessi cittadini, cosa mai potrà fare con gli stranieri?!
[fonte – Nippolandia]
