E alla fine � arrivato: questo ultimo, fatidico, definitivo capitolo 700 che chiude una saga che ci ha accompagnato per tanti anni, tra alti e bassi e che ha segnato, che vi piaccia o no, il modo di percepire il �manga� fuori dalla Terra del Sol Levante. Non star� qui a discutere sul fatto che il finale sia pi� o meno azzeccato, di quanto abbia fatto gioire o infuriare i lettori, del suo senso e del perch� Kishimoto sia pervenuto ad una tale conclusione: dal mio punto di vista, Naruto non avrebbe potuto mostrare un finale diverso. Il fatto � che Weekly Shounen Jump ha una logica di mercato, uno stile, un�obbligo, se volete, verso i lettori che impone (pi� o meno dai tempi di Drangonball) di non poter effettuare scelte poi tanto drastiche, quando un manga di successo si conclude. Suppongo che molti si aspettassero un epilogo simile a quello del manga nel manga che i due protagonisti di �Bakuman� realizzano per la lor opera migliore, con lo scontro finale e conseguente disfatta dei due amici/nemici che si tolgono la vita a vicenda, dimenticandosi che Naruto � pur sempre uno Shounen e non un Seinen alla �Devilman� o �Rocky Joe� (tanto per citarne due in cui il finale �dratsico� la fa da padrone). Vi ripeto: per quanto possiate aver apprezzato o trovato disgustoso il modo in cui Kishimoto ha concluso la sua opera, non � ci� su cui voglio concentrare questa recensione. Altri potranno analizzare (e siete invitati a farlo, vi prego) il senso logico, la giustezza, la coerenza delle frasi (soprattutto il lungo monologo di Sasuke del capitolo 699) o il capitolo conclusivo un po� alla Harry Potter (ho sempre detto che Kishimoto in qualche modo si � ispirato a questa saga di romanzi) con la presentazione delle coppie del futuro e la nova generazione di ninja che da essi discende. Ci� di cui voglio parlare, invece, � di quello che Naruto ha segnato in campo fumettistico in questi 15 anni di pubblicazione e l�importanza che esso ha avuto nel �mercato� del manga.
Eh s�, perch� nonostante non sia stato il primo titolo distribuito in formato di �scan on-line�, Naruto ha contribuito, in maniera decisiva, allo sdoganamento di questa tipologia di media attraverso l�etere, alimentando la nascita (si potrebbe parlare quasi di proliferazione virale) di siti di scan on-line e gruppi di traduttori ed editor che, da ormai gli inizi degli anni 2000, con il progredire delle risorse del web, crescono con pi� facilit� di funghi dopo una pioggerella primaverile in collina. Naruto � stato sicuramente il titolo pi� letto in formato scan: certo, ad un certo punto One Piece lo ha superato, ma bisogna anche ricordare che il manga di Oda � giunto con un po� di ritardo nella rete: lo testimonia il fatto che mentre del primo capitolo dell�opera di Kishimoto vi sono, in giro, versioni tradotte amatorialmente, quelle del primo capitolo dei pirati di Rufy sono per lo pi� scan prese dai volumi pubblicati nei vari paesi (le versioni tradotte sono arrivate pi� tardi e principalmente per i paesi che non hanno case editrici che editano tale manga).
Oltre all�importanza �economica� se la vogliamo chiamare cos�, Naruto ha segnato il passo anche per quanto concerne il concepimento delle storie. Vuoi perch� il Kishi dei primi tempi riusciva a trasmettere maggiormente le sue idee attraverso un disegno pi� �forte� e delle situazioni molto pi� complesse e personali e meno legate al classico canovaccio della trama �thriller� in cui, spesso e volentieri, tutti i manga shounen vanno a cadere. Vuoi perch�, inevitabilmente, i lettori vedevano in questo manga una novit� cos� come quelli degli anni Ottanta percepirono il �nuovo che avanza� nel manga di Toriyama. Vuoi anche perch�, per una serie di motivi che secondo me prevalicano il successo di questa opera sulla rivista in cui � stato pubblicato, la Shueisha ha da sempre �foraggiato� adeguatamente il merchandising di Naruto, attraverso produzioni parallele al manga, molto pi� di quanto non abbia fatto, spontaneamente, con altri titoli (di nuovo, One Piece ha sicuramente superato Naruto in questo, tuttavia credo che ci� sia dovuto principalmente al fatto che le cartoline osannano tutte il manga di Oda, e non perch� il santo patrono del WSJ ci abbia messo lo zampino). Insomma, a prescindere dalle motivazioni principali, Naruto ha smosso e invogliato alla lettura di titoli shounen sia i mangofili pi� puristi e attenti, quelli, per intenderci, che se l�opera non � di Taniguchi, manco lo prendono in mano l�albo, sia appassionati di fumetti che per� il �fumetto giapponese � no, non si chiama cos�, si chiama manga, informati stupido!� lo avevano sempre snobbato e considerato un prodotto per bambini (e qui potremmo aprire un dibattito senza fine per cui faccio finta di niente e lascio cadere l�ultima frase nel limbo delle cose intelligente ma che se vengono dette seminano un casino che neanche tutte le discussioni sulle teorie evoluzionistiche, guarda�).
Non ricordo se l�ho mai scritto in qualche recensione, forse s�, ma il mio approccio con Naruto, la prima volta, � stato alquanto �banale�: al tempo in cui iniziai a leggerlo, i vari impegni col dottorato mi avevano un po� allontanato dai fumetti in generale, per cui anche se compravo sempre le solite �scatole di roba� ogni mese, ero poco attento alle novit�. Poi un bel giorno inizi� l�anime (s�, quello doppiato con i piedi e con la sigla che �mamma mia ma perch� Giorgio Vanni canta invece di dedicarsi alla concimazione del deserto del Sahara?�) e per curiosit� inizia a comprare il manga (la versione Planet con la numerazione rossa, il sottotitolo �Il Mito� e, che Dio abbia in gloria il redattore responsabile che ebbe la magnifica idea di piazzarlo sulla copertina, rovinandola, la frase �L�eroe della TV�). Fu amore a prima vista, proprio dovuto a quello che dicevo prima: leggendo i primi capitoli si percepisce, inevitabilmente, che voi siate �mega esperti� di manga o semplici lettori delle tre paginette prima di andare a nanna, un senso di novit� trasudare dalle pagine inchiostrate da Kishimoto (e che, sempre inevitabilmente, fanno penare subito ad un inizio alla Dragonball, con il Naruto �trasformato� che suggerisce, inevitabilmente, le grazie della giovane Bulma).
Negli anni, questo manga � maturato molto, mostrando che (come ho sempre pensato) dietro ci fosse molto pi� che semplice improvvisazione da canovaccio: Kishimoto ha progettato, almeno fino ad un certo punto, una storia complessa e ben orchestrata, ricca di sottotrame e punti salienti che hanno conferito alla narrazione una forza indiscutibile. La scelta dei personaggi, il continuo riferimento a miti e leggende, il senso di �ripetizione� presente in molti aspetti e concetti del manga hanno contribuito, ulteriormente, a rendere l�opera avvincente e ricca di spunti di riflessione. Il disegno stesso, la �regia� delle inquadrature e la spiccata capacit� �splatter� di Kishi (che ultimamente aveva praticamente perso) hanno conferito all�opera un �quid� in pi� che, nonostante tutto, fa comunque apprezzare questo lavoro. Certo, una pecca Kishimoto ce l�ha, ed � quella di non sapere sfruttare al meglio la comicit� (solo in rari casi ha centrato perfettamente l�obiettivo): se il buon Masashi avesse avuto la dote innata di infilare gag in momenti anche �cupi� simile a quella della Urakawa di �Full Metal Alchemist�, probabilmente il suo manga avrebbe guadagnato tanti punti in pi�.
In ogni caso, dal mio punto di vista, il manga di Naruto � stato e rester� per sempre un�opera nuova, forse non totalmente innovativa, tuttavia ricca di idee, strutture narrative particolari, scelta adeguata dei testi (ricordate che Kishimoto � sempre stato un autore molto attento al dialogo e alla scelta dei termini) e, per certi aspetti, anche ricca di tali e tanti riferimenti alle storie del passato da risultare, spesso, in alcuni capitoli, una sorta di opera �omaggio� per i grandi mangaka che hanno fatto la Storia, quella con la S maiuscola, di questo mezzo di comunicazione.
Concludo con una osservazione sul finale, proprio riguardante il capitolo 700. Immagino che molti lo abbiano trovato inutile e inconcludente e, se devo essere sincero, anche io ne sono stato abbastanza �annoiato�. Tuttavia, come ho ribadito a pi� riprese in queste recensioni, il fulcro di tutta la produzione di Kishimoto si basa sul concetto di ereditariet�, di ritorno, di ripetersi delle storie e delle situazioni, una sorta di monito a comprendere che senza il passato, il futuro non pu� essere portato avanti, non pu� progredire e rischia di diventare, paradossalmente, una sorta di ingranaggio inceppato, bloccato costantemente in una sorta di illusione che si ripete, incessante, senza fine (e che, guarda caso, � proprio il piano malefico che Naruto sventa alla fine di questa saga).In quest�ottica, per quanto sia stato scritto e narrato male, questo capitolo 700 serve perfettamente a chiudere il cerchio, a farci pervenire un messaggio finale di speranza (cosa tipica nel finale di ogni singolo manga del WSJ) e a comunicarci, una volta per tutte, che l�attenzione al passato, il riguardo per il presente e il lavorare in modo concreto per realizzare un futuro adeguato � tutto ci� che gli uomini dovrebbero fare. E, sotto questo punto di vista, credo che Kishimoto abbia centrato in pieno la sua conclusione.
