Chiariamo subito una cosa: non scrivo recensioni cercando necessariamente cose “negative” quando invece non ce ne sono. Semplicemente, considerando che leggo manga da quasi venti anni e che ho una discreta conoscenza e cultura degli stessi, so che, quando uno shounen come Naruto arriva alla conclusione è facile, per l’autore, incappare in una serie di “errori” (ma non è il termine corretto) dovuti ad una sorta di “ansia da prestazione” mista al desiderio di concludere, bene o male, il più rapidamente possibile, ciò che ha da dire. A partire da questo presupposto, non ho assolutamente problemi ad affermare che il capitolo mi è piaciuto molto, ma l’ho trovato anche assolutamente inutile ai fini narrativi. Ora, non offendetevi come se foste voi gli autori del manga e non un tale Kishimoto: quando dico una cosa simile, sto solo esprimendo un giudizio e non sto affermando che chi ha trovato questo capitolo “meravigliserrimo” sia un idiota. Per cui gradirei che, quando si commenti la recensione, si esprimesse il proprio parere, senza per questo necessariamente gettare fango o offondere gli altri. Detto questo, passiamo alla recensione.
Naruto 669 – La Formazione da Battaglia delle Otto Porte. Come dicevo, ho apprezzato molto il capitolo: vedere Gai coinvolto in un tale scontro, grazie anche all’appoggio della squadra di fortuna formata da Minato, Kakashi e Rock Lee mi ha fatto apprezzare ancora di più un personaggio che, come dicevo anche la scorsa settimana, secondo me avrebbe meritato un ruolo più ampio nella trama di questo manga. Tuttavia, trovo il capitolo inutile per due aspetti molto differenti tra loro. Il primo: Kishimoto avrebbe potuto “abbreviare” alcuni passaggi, rendendo la narrazione maggiormente dinamica e ricca di “colpi” scagliati da ambo le parti, facendoci così assaporare ancor meglio la forza del Team della Foglia che affronta Madara. Il secondo motivo, invece, è un po’ più profondo e, spero, riuscirò a comunicarlo in maniera completa. Il capitolo termina con Naruto che “resuscita”, in una vignetta che, per certi versi mi ha ricordato i fotogrammi iniziali di quasi ogni singolo episodio della prima serie di LOST, per altri la conclusione del film Avatar. Tale resurrezione è stata sicuramente determinata da qualche azione congiunta di Sakura e Obito, con l’aiuto del chakra della Volpe Oscura, e qualcuno avrà anche ipotizzato che l’allieva di Tsunade abbia potuto utilizzare il metodo della vecchia Chiyo per “scambiare la vita” di Naruto con quella di qualcun altro. Ma se è così, perché Kishimoto non ci mostra niente di ciò che accade “dall’altra parte”? Che Naruto si risvegli è chiaro, deve avvenire, tuttavia il pompare troppo lo scontro tra Gai e soci contro Madara rischia di appesantire, ancor più di quanto fatto fino ad ora, una parte di narrazione non necessaria a scapito di una necessaria che rischiamo di non vedere, e non dite che Kishimoto non faccia di questi scherzi, perché ricordo ancora bestemmie impronunciabili dal momento che aveva liquidato in poche pagine, saltando a piè pari in altre “situazioni narrative”, lo scontro con i redivivi sette spadaccini della Nebbia. Detto questo, vorrei concludere con una osservazione ancora relativa all’ultima vignetta: Naruto sembra adagiato sopra dell’acqua mentre, andando a riguardare le ultime vignette del capitolo 666 in cui appare nella dimensione alternativa, dovrebbe essere steso su ciò che resta del letto di sabbia di Gaara. Per cui mi chiedo: il Naruto risvegliato, non sarà semplicemente il suo “spirito” all’interno dell’Universo dei Cercoteri?
