Devo essere sincero: considerato il modo in cui sono terminati gli ultimi capitoli (prima di questa lunga pausa), le situazioni presentate in quelli di questa settimana mi fanno pensare ad una sorta di “innovazione” che entrambi gli autori vogliono portare alle loro opere e, sinceramente, ci sono alcune cose, in entrambi, che non mi sarei mai aspettato.
Naruto 661 – Il Mondo finito. Il discorso di Madara, deprivato da tutte le solite menate che, ormai, fanno da padrone nella psicologia del personaggio, risulta essere sensato: se dobbiamo creare un mondo pacifico, in cui per mantenere la pace, l’unico modo di far rispettare il tutto sia la violenza e, di conseguenza, la guerra, abbiamo intrapreso la strada sbagliata. Devo dire che, per quanto sembri un discorso basato su concetti utopici fin troppo effimeri (obbiettivamente, se vuoi fare una frittata, un paio di uova le devi rompere!) e magari incentrato fin troppo sull’egocentrismo del personaggio, che pare rivelarsi un piccolo Hitler, a suo modo, l’idea che l’unica soluzione per mettere fine a questa carrellata di contraddizioni sia quello di resettare tutto, ha un senso, nell’ottica dell’Universo in cui è ambientato Naruto. D’altra parte, però, viene da pensare se poi il “bene assoluto” esista davvero: i compromessi, le scelte “negative” per un fine ultimo positivo, il reiterare comportamenti errati per raggiungere un fine di alti principi, fanno parte della vita quotidiana di ciascuno, rientrano nel nostro modo di essere umani, in un certo senso ci rendono umani. Ecco, se da una parte non mi dispiacerebbe vedere un “piallamento” che riporti tutto ad uno stato primordiale in cui l’unico senso è “il bene che vince sul male”, d’altro canto credo che Madara perda di vista il fatto stesso che, se il mondo fosse perfetto, lo sarebbe stato fin dagli inizi e tutto ciò che ora si trova ad affrontare non avrebbe mai avuto ragione di esistere. La sua stessa azione, in questa ottica, è una contraddizione in termini: l’azzeramento renderebbe tutto banalmente massificato, non ci sarebbe più scelta né desiderio, e lui stesso risulterebbe essere un ignave a cui non interesserebbe molto di queste faccende. Ciò che colpisce, invece, sul piano narrativo del capitolo, è vedere come Kishimoto, fino ad ora molto misurato (anche troppo) ci mostri la possibile morte dei due attori principali delle vicende di questo manga: Naruto, privato della volpe, e Sasuke, trafitto a morte da un Madara che, seguendo la contraddizione di cui parlavo prima, entra in uno stato psicologico per cui il voler cambiare vince su qualsiasi tipo di legame, desiderio di vendetta, aspirazione e chi più ne ha più ne metta. Che questo manga finisca “male”? Vedremo cosa accadrà in seguito, ma lasciatemi concludere con un’ultima osservazione: il vedere Sasuke infilzato da Madara mi è sembrato quasi un segnale di chiusura. Il vecchio Uchiha che uccide l’unico Uchiha rimasto, il passato che annienta il presente (e forse anche il futuro) porta chiaramente il segno di “stiamo per tirare le somme” che mette quasi i brividi, e mi fa quasi venire voglia di dire “spero che il manga continui per altri 300 capitoli”!
One Piece 734 – Il Kamaitachi di Rommel. Più che l’evoluzione della “corsa” contro DoFlamingo, il quale si rivela essere sempre più una eminenza grigia dietro ogni singolo avvenimento di Dressrosa (e, forse, ma dico forse, avrebbe dovuto dare ascolto a Violet, a suo tempo, che ne pensate?), ho trovato interessante questa rivelazione riguardante Cavendish. Questa sua doppia natura, questo Hakuba che lo “possiede” e che è in grado di generare la “lama di vento” (questa una possibile traduzione di “kamaitachi”) si palesa nel corso della storia in un momento in cui, visto il dipanarsi degli eventi, risulta impossibile porsi degli ovvi interrogativi: amico o nemico? Il suo risvegliarsi e mettere a tappeto tutti i contendenti era un’azione votata a divenire il vincitore, o alla fin fine Rebecca è riuscita ad evitarlo perché Hakuba ha voluto così? Chi è in realtà questo personaggio? E’ proprio Cavendish, uno spirito in grado di possederlo o c’è un mistero ancor più fitto sotto? Quale può essere la sua relazione con Dressrosa, essendo tale individuo collegato con Rommel? Ancora una volta Oda riesce a creare nuovi spunti di discussione (senza fornire al momento alcuna risposta) e rende sempre più complessa la vicenda: la stessa conclusione, con Violet pronta ad appoggiare Rufy & Co. fa pensare. Quanto effettivamente è cambiata la “principessa”? Qual è il suo scopo reale, visto che, quando il Re sente pronunciare il suo nome, pare quasi non battere ciglio? La trama si infittisce, nuovi pezzi del puzzle vengono forniti e l’avvicinarsi di uno scontro che tale si possa definire non sembra più così lontano (anche perché Franky sta già combattendo e, a quanto pare, perdendo, contro il suo avversario).
