Devo ammetterlo: i due capitoli mi hanno colpito molto (non è una questione di apprezzamento) per motivi diversi. Sarà che a me piace molto quando si “racconta”, si “spiega” o si fanno delle riflessioni un po’ meno “cliché” di altre (che poi, la retorica ormai la fa da padrona in ogni cosa si legga da Shakespeare a questa parte), però devo dire che quando Kishimoto diventa “romanziere” e Oda ci rivela i retroscena, i capitoli di Naruto e One Piece hanno una carica in più (almeno a mio parere).
Naruto 655 – Il solco. Ecco, questi sono quei capitoli di Naruto che mi piacciono tanto. Quelli in cui il dialogo la fa da padrone, dove le immagini sono magistralmente costruite e scenografiche, dove tutto ruota attorno ad un singolo fatto e non si tenta, necessariamente, di dare un colpo di scena senza senso. Ho apprezzato l’apertura del capitolo, che ho trovato “leggera” ma piena di significato; ho trovato ancor più interessante il modo in cui Kakashi torna con l’animo carico di “odio”, o forse è più una sorta di rancore verso se stesso per non essere stato in grado, nella sua vita, di salvare i suoi compagni e amici, cosa che invece si è imposto di fare per i suoi allievi, anche se quasi totalmente convinto che, almeno con uno, fosse un’impresa disperata e inutile. Ho trovato toccanti le parole, sebbene un po’ retoriche, di Minato, della sua visone dell’amore/amicizia/rispetto e chi più ne ha più ne metta. Per certi versi, ho apprezzato anche la reazione di Sasuke all’idea di mettere una definitiva parola fine allo scontro con Obito (o anche questa è tutta scena? Staremo a vedere). Ho trovato interessante il finale, semplice ma d’effetto, privo di sensazionalismi, con questa vignetta, al buio, che ricalca perfettamente quella che segnò l’inizio dello scontro diretto, il terreno cosparso di impronte a segnare che, se siamo arrivati fino a questo punto, è stato solo grazie all’unione e non all’individualismo (cosa che invece sembra essere stato il tallone di Achille di Obito). Ma sopra ogni altra cosa, ho apprezzato il fatto che Kishimoto non si sia lanciato in lungaggini, non abbia inserito flashback o ricordi mielosi, non abbia voluto, necessariamente, stupirci con effetti speciali, ma abbia, banalmente se volete, raccontato i sentimenti di Kakashi in modo nudo e crudo, rapido, quasi una confessione per troppo tempo taciuta e rimuginata, facendoci percepire, di nuovo dopo molto tempo (almeno per quanto mi riguarda) quel sentimento che sta alla base di tutta la sua opera e che, negli ultimi tempi, aveva infilato un po’ dappertutto rendendolo, certe volte, alquanto banale e superficiale. E ora… bé, ci tocca aspettare fino all’inizio del prossimo anno per sapere come si concluderà lo scontro con Madara e, molto probabilmente, per entrare nelle fasi finali degli ultimi capitoli di Naruto! (E a me, già piange un po’ il cuore al pensiero!)
One Piece 728 – Innumerevoli tragedie. Devo dire che mi aspettavo un flashback più lungo, ma probabilmente Oda infarcirà il resto della saga con piccoli richiami al passato sempre più frequenti. Lasciatemi dire che sono rimasto molto colpito dalla narrazione delle vicende storiche di Dressrosa: per quanto mi aspettassi esattamente quello che ci è stato narrato, né più né meno, la figura di DoFlamingo, il suo comportamento, il suo modo di fare mi hanno davvero provocato un senso di disgusto. Credo che, se alla fine, si fosse scoperto che aveva semplicemente fatto fuori la famiglia Riku, la cosa mi avrebbe colpito con una forza minore: tuttavia, lo scoprire che Violet altri non è che la nostra amata Principessa (fa un po’ Leila, per certi versi, non vi pare?), che gli oppositori dello Schichibukai hanno subito una sorte che è peggiore della morte, un oblio eterno di cui sono consci e dal quale, difficilmente, potranno tirarsene fuori e che, infine, Doflamingo è davvero un essere senza scrupoli (molto più di quanto credessi) mi hanno lasciato un senso di odio verso il personaggio e la combriccola che si porta al seguito (di cui, finalmente, vediamo sia i membri della famiglia al completo, da giovani, sia tre dei quattro semi che compongono la sua cerchia ristretta di complici) che credo passerà solo quando Rufy lo farà volare con un cazzotto sulla Luna (ammesso che la saga termini in questo modo… e sinceramente ho i miei dubbi!). In ogni caso, Oda come al solito ci rivela una cosa, ma ci pone di fronte a dieci nuovi interrogativi: nonostante si sia visto cosa accada nella Factory, ancora non si comprende bene come ciò avvenga (di certo una parte dell’operazione è gestita da un fruttato… ma quale? La trasformazione o l’oblio?); il reale aspetto di Soldatino, così come la sua importanza negli eventi non ci viene rivelata. Infine il capitolo si chiude con il ritorno di Jena Bellamy: alleato o nemico? Io propenderei per la prima, visto il pessimo trattamento che ha ricevuto da DoFlamingo, ma credo non si possa dire con certezza.
