Comincio seriamente a pensare che Kishimoto sia stato messo alle strette dagli editori e stia facendo di tutto per effettuare piccole ritorsioni contro la casa editrice mentre pone fine alla sua saga. D’altro canto, sono felice di vedere che il “rimettersi dai malanni” porti sempre uno slancio di energia non da poco al caro Oda (cosa che un certo Togashi dovrebbe prendere ad esempio!), e soprattutto mi piace vedere Kubo spingersi ad ampliare la “discussione” senza soffermarsi troppo sul protagonista (cosa che una volta mi avrebbe fatto storcere il naso ma che, in questa fase, mi fa apprezzare questa narrazione più “globale” della storia).
Naruto 637 – Il Jinchuuriki del decacoda. Permettetemi di dire una cosa e, vi prego, cercate di analizzare il fatto con obiettività senza entrare in flame: le ultime due pagine di questo capitolo sono “spazzatura”! Mi spiego: per tutto il capitolo vediamo ninja correre di qua e di là per evitare la tragedia, assistiamo ad una frenesia senza precedenti per bloccare Obito, vediamo un Madra che, per un momento, appare “rassegnato” (anche se potrebbero essere molteplici le motivazioni e non solo legate alla messa in atto dello jutsu di Obito), percepiamo, per un attimo, un senso di disfatta provenire dagli Hokage che si sentono incapaci di salvare la situazione, gioiamo (io ho veramente gioito, giuro!) quando il quarto Hokage colpisce Obito e rimaniamo colpiti dallo scambio di parole tra allievo e maestro, un dialogo che fa quasi pensare che lo stesso Minato, per anni, si sia tenuto dentro un senso di colpa senza fine per la morte del suo studente. E poi arrivano queste ultime due pagine, senza pathos, costruite velocemente e con immagini confuse (rispetto al resto del manga) quasi per voler trovare, a tutti i costi, la scena d’effetto, il “cliffangher” finale che porti all’attesa agognante del prossimo capitolo, con una narrazione da barzelletta da tavola calda! Tanto per farvi un esempio, pensate al finale de “Il Signore degli Anelli”: immaginate Frodo al Monte Fato, che invece di dibattersi tra il desiderio di distruggere e quello di possedere l’Unico Anello, lancia lo stesso con noncuranza nel vuoto, si volta verso il suo compagno ed esclama “Sam, andiamoci a fare una pizza!”. Mille pagine di storia narrata magistralmente ridotta ad una barzelletta! E qui Kishimoto fa lo stesso: ci fa percepire il senso del pericolo, del contrasto interiore, della paura… e infine ci regala un’aspirapolvere umano, un cadavere che ormai morto fagocita il decacoda: questa ricerca da parte dell’autore del colpo di scena a tutti i costi è segno di quanto l’editore stia “premendo con prepotenza” su di lui affinché questi ultimi capitoli cerchino di mantenere sempre più vivo l’interesse, oppure indica che Kishimoto si è stancato della sua creatura? Propenderei per la prima ipotesi, perché altrimenti non riuscirei a comprendere la bellezza di quelle due pagine in cui Minato fissa, per la prima volta, gli occhi di Obito, riconoscendolo e rendendosi conto, forse, di avere una parte di colpa se sta accadendo tutto questo macello! Immaginate se Kishimoto avesse narrato la storia in modo alternativo, interrompendo la narrazione di questo capitolo alle parole di Minato (e, magari, approfondendo nelle ultime due pagine il suo senso di colpa) e lasciando la trasformazione di Obito, che, seppur scontata, mi sembra una buona scelta narrativa, al prossimo capitolo, con una esplosione di energia da parte del nuovo Jinchuuriki che mettesse in seria difficoltà i ninja a lui più vicini, mettendoli in pericolo di vita: tutto avrebbe avuto un senso più forte e avrebbe alimentato di nuovo quella visione di “ineluttabilità” che Kishimoto ci ha da sempre suggerito nella sua opera. Sinceramente, devo dirlo, sono stato molto deluso da questa scelta.
One Piece 713 – Usoland. Bene, da dove comincio? In 20 pagine ci sono talmente tante cose inserite da Oda, da avermi fatto venire il mal di testa. Iniziamo dallo strano atteggiamento di DoFlamingo, il quale sembra veramente porsi su un gradino superiore rispetto a Fujitora e al resto della Marina: al di là delle parole dell’ammiraglio, il quale conferma che essere sotto il comando di un membro della Flotta dei 7 autorizza a qualsiasi tipo di nefandezza, il comportamento del “fenicottero” fa davvero pensare che egli possegga una “marcia in più”, un qualcosa che va oltre il semplice potere dovutogli quale shichibukai. Passiamo poi alla “tigre viola”: anche questo ammiraglio risulta alquanto atipico e, dopo lo strano incontro con Rufy, sembra voler “insinuare” qualcosa sullo stesso DoFlamingo. Inoltre, a giudicare da ciò che dice, pare quasi che non abbia il totale controllo o la completa consapevolezza dei suoi poteri, visto che sembra essere lui stesso vittima del suo “attacco meteora”. Infine, nel dialogo tra l’ammiraglio e il pirata viene nominato il “bue verde”, probabilmente il terzo ammiraglio (che a questo punto, chiuderebbe il cerchio con Kizaru, dal momento che Aokiji ha dato forfait), il quale pare essere, come il Marine cieco, un individuo dai poteri formidabili. Passa quasi inosservata, ma lascia di stucco, la vignetta in cui Law e DoFlamingo affrontano la meteora: per la prima volta vediamo, in modo concreto, la manifestazione del potere di Doflamingo, una “rete” che riesce, facilmente, a sezionare in blocchi l’enorme meteorite che sta per abbattersi sul pirata: dopo la distruzione dell’oggetto, i tre contendenti restano soli su un’immensa voragine, ciascuno bloccato nella sua posizione, pronti ad affrontarsi, e anche questo duello fa presagire uno sviluppo degli eventi molto particolare, soprattutto alla luce della dichiarazione di Law di essersi effettivamente alleato con Rufy. Il dialogo tra Franky e Sanji, intanto, introduce un nuovo elemento di discussione, riguardo il fatto che la “fabbrica” che i nostri stanno cercando sia anche il luogo di realizzazione dei giocattoli viventi (probabilmente) ricordando un nome che Oda ha già menzionato in passato nelle mini-avventure: la Toy House di Wapol. Che l’ex Re della terra di Chopper abbia a che fare qualcosa con DoFlamingo? Altro colpo di scena è il ritorno sulla stessa di Kinemon, ormai scomparso da tempo: il tempismo perfetto con cui si presenta a Sanji mi porta sempre più a credere che questo individuo nasconda qualcosa, ma dire cosa sia mi risulta molto difficile. E veniamo alla fine di questo capitolo: Usop riesce a farsi amici i “folletti” spacciandosi per un discendente di Noland e questo fatto, al di là di tutta la situazione surreale che si viene a creare, dovrebbe far riflettere non poco: da quello che sappiamo Noland, in qualità di esploratore, aveva spinto i suoi viaggi verso terre al tempo sconosciute alla maggior parte della gente, ed era stato, a detta di Nico Robin, uno dei primi “storici” che aveva cercato di ricostruire le vicende del mondo conosciuto. Il fatto che egli fosse approdato a Green Bit, fosse diventato un eroe per i folletti (come lo era diventato, del resto, per gli allora autoctoni dell’isola che sarebbe divenuta Skypea) fa pensare che la terra di DressRosa possa nascondere un Pognee Griffe o altri reperti utili a comprendere gli eventi misteriosi di cui si è taciuto nel corso dei secoli? Può essere, questo fatto, una conferma che, in qualche modo, Doflamingo appartenga alla casta dei Nobili Mondiali? Oppure Dressrosa (e qui faccio una ipotesi azzardata) potrebbe essere l’ultimo avamposto della terra che venne “distrutta” nei cento anni di buio e DoFlamingo risultare l’unico discendente di un popolo che venne sconfitto durante quel periodo oscuro?
Bleach 544 – Walking With Watchers. Ho letto in giro che molti reputano questi capitoli di “transizione”: io non sono assolutamente d’accordo. Secondo me, sono proprio queste lunghe sequenze piene di dialogo e di spiegazioni accennate a fare l’ossatura e lo sviluppo principale della trama. Dopo aver scoperto le origini di Ichigo e aver assistito ad un colpo di scena davvero unico, qui Kubo, in maniera molto più velata, ce ne fornisce un altro ma che, a mio parere, va analizzato con attenzione. Uryuu viene nominato successore di Juha Bach, e lui stesso non ne comprende il motivo: l’Imperatore del Vandereich, tuttavia, piuttosto che spiegargli il perché, gli fa notare un qualcosa di fondamentale, il fatto che, hai tempi della sua rinascita, nonostante Uryuu fosse “mezzosangue” sia stato l’unico a non “soccombere” alla assimilazione da parte di Juha Bach del potere dei suoi “figli” e questo sta ad indicare che il giovane Ishida possegga una qualche tipologia di forza che lo rende unico e, di conseguenza, discendente designato al ruolo di guida dei Quincy. Dopo averci presentato altri memebri dell’esercito degli Sternritter (alcuni dagli atteggiamenti discutibili), Kubo punta nuovamente l’attenzione sul fatto che nessuno pare aver preso di buon grado la nomina di Uryuu a nuovo leader e, anzi, pare quasi che tutto ciò sia un piano meticolosamente organizzato dallo stesso Bach per creare scompiglio tra i suoi sottoposti: l’impressione che se ne ha è che l’Imperatore, quasi come Aizen ai tempi d’oro, cerchi la distruzione totale e non sia poi molto interessato a cosa accada ai suoi seguaci (come per Aizen, appunto, con gli Hollow e, in special modo, gli Espada, semplici pedine nel suo piano votato alla distruzione). Ma c’è anche dell’altro: dalle parole del secondo in carica negli Sternritter apprendiamo anche che la macchinazione di Juha Bach potrebbe essere intesa anche a nuocere lo stesso Uryuu, il quale potrebbe essere una carta che Juha Bach potrebbe giocare in modo completamente diverso rispetto a quello che ha comunicato. Infine vediamo cosa accade ai “compagni” intrappolati nello Hueco Mundo: Inoue e Sado pare si siano “allenati” e, inoltre, abbiano trovato anche degli alleati (tra i quali pare ci sia qualcuno che Inoue ha riconosciuto con grande stupore), metre Urahara sembra pronto a far scattare la contro offensiva e pare sia alle prese con… un Hogyoku?????