Gin no Saji – Recensione [02]

di Kirisuto Commenta

Come in ogni buon anime scolastico che si rispetti c’è (quasi) sempre un club a cui il protagonista partecipa. Anche in Ginno (smetto da ora in poi di scrivere Gin no Saji ogni volta e semplifico con Ginno) il protagonista dovrà decidere a quale attività extracurriculare partecipare. Solo che qui le cose non funzionano come in un liceo qualsiasi.

Quest’episodio ci introduce, nella parte iniziale, a quella che è la scansione della giornata tipica di Hachiken. Sveglia alle 5 per la pratica a gruppi, colazione, lezioni canoniche. Alle 10 ancora corso pratico (stavolta coltivazione), alle 14 educazione fisica, alle 16 corso pratico di allevamento. Una giornata intensa che, cominciata alle 5, finisce alle 17. Ma ancora per poco, infatti tutti gli studenti dovranno scegliere un club da frequentare (obbligatoriamente) le cui attività inizieranno alle 17. Io mi sento già stanco e spossato a parlarne…

Tutti i club hanno attività pratico-fisiche, non ce n’è uno di culturale. Hachiken non ha la più pallida idea di quale scegliere soprattutto vista la sua scarsa voglia di entrare in un club. Ping-Pong? Baseball? Oppure quel club che alleva capi selezionati di bestiame per farli partecipare a competizioni (gestito da tre ragazzi alquanto “equivoci”)?

E io che pensavo questi tre parlassero di donne.

E’ proprio cercando di fuggire da questi tre individui che Hachiken s’imbatte in un docente che definire sosia del Buddha sarebbe riduttivo. Questo docente, Nakajima, supervisiona il club di equitazione e il nostro protagonista approfitta della situazione per fare un giro al maneggio ricordandosi dell’invito fattogli da Mikage. Inutile dire che lì incontra la ragazza, e questa lo guida per le stalle. Hachiken giunge alla decisione di frequentare quel club dopo un secondo incontro con Re Nero (sì chiamerò il cavallo del primo episodio così). Mikage spinge Hachiken a dar da mangiare all’animale. Il nostro protagonista ha una paura fottuta che, dando da mangiare una carota al cavallo, questo gli morda la mano; cosa che però non accade. Il ragazzo comincia a vedere questi animali sotto una luce migliore e infine s’iscrive.

La pratica mattutina a gruppi che inizia alle 5 è a turni. Ogni gruppo ha una settimana di lavoro e tre di riposo. Hachiken fa appena in tempo a terminare la queste lezioni pratiche e sognare di dormire qualche ora di più quando al primo incontro del club, Nakajima li informa che per prendersi cura dei cavalli dovranno svegliarsi ogni mattina alle 4. Hachiken collassa. I primi giorni di attività pomeridiana del club passano tra il pulire le stalle e l’accumulare letame. I ragazzi del primo anno, tra cui Hachiken, si chiederanno quando mai inizieranno a cavalcare. Tra una vangata di letame e l’altra Hachiken incontra un uomo piccolino con cui si sofferma a scambiare due parole. Quattro chiacchiere in tutta sincerità. Del tipo che si è iscritto a quel club perchè pensa sia figo saper cavalcare e che non ha alcun sogno futuro da realizzare.

Hachiken si sente un po’ in colpa, ma il tipo gli dice che va bene così. Un tipo curioso questo nanetto. Ma è meglio non chiamarlo nanetto, sarebbe più corretto chiamarlo Direttore. Già… la scuola è gestita da questo tipo.

Nakajima e il Direttore.

Giunge infine la prima monta in sella di Hachiken. Difficoltosa, infatti da sopra un cavallo si è tanto ma tanto alti. Però si ha questa sensazione, come sottolinea il protagonista, di essere sempre a contatto col terreno nonostante ci sia una bestia di mezzo. Le viste che si hanno da sopra un cavallo sono spettacolari e solo queste sono un motivo sufficiente per voler imparare a cavalcare.

Che poi la cosa più difficile, a mio avviso (ho fatto equitazione per un po’), non è tanto star dritti (problema iniziale di Hachiken) ma quanto non farsi prendere dal panico qualunque cosa accada. Bisogna sempre avere i nervi saldi  e avere tutto sotto controllo.

Concludo con qualche nota sparsa: inutile sottolineare l’interesse per Mikage da parte di Hachiken; il protagonista s’è fatto ben pochi problemi a mangiarsi il pollo che ha visto decapitato giorni prima (pensavo ci sarebbe stato un pochettino di conflitto interiore in più); si amplia il parco di personaggi sul palco (il trio dell’Holstein Club è qualcosa di magnifico) e dubito ci saranno tante altre aggiunte: tra club e gruppo di lavoro, grosso modo abbiamo tutti i personaggi che ci servono; ultima cosa: io fossi in Hachiken mi darei alle lenti a contatto.

Ricordo che potete vedere Ginno subbato in italiano tramite la Dynit, ogni lunedì alle 21!

Alla prossima settimana gente!

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