Giappone, spento anche l’ultimo reattore nucleare

La giornata di ieri, 5 maggio 2012, forse verrà ricordata nella storia giapponese e mondiale come il giorno in cui si è detto definitivamente NO AL NUCLEARE.

A poco più di un anno dal tremendo terremoto e dal conseguente tsunami che hanno distrutto la centrale di Fukushima, facendo spargere per la regione moltissime radiazioni, il governo giapponese, sotto le pressioni sempre più incalzanti delle manifestazioni dei cittadini, ha deciso di spegnere anche l’ultimo reattore nucleare. Solitamente, ogni 13 mesi, questi lavori di manutenzione vengono svolti obbligatoriamente, ma mai prima d’ora, il Giappone si era ritrovato senza energia nucleare.

Questa energia, che produce circa un terzo dell’elettricità che annualmente alimenta la nazione e dopo il disastro che ha sconvolto la vita di migliaia di persone e ha inquinato una regione molto vasta del Giappone, a quanto sembra, sta per essere accantonata. Sarebbe un traguardo storico per il paese e anche per tutto il mondo. Si perché, passare da essere uno dei paesi più nuclearizzati del mondo, ad essere il paese senza più un reattore attivo nel giro di un anno è un gran bel traguardo per chi si batte contro l’inquinamento radioattivo.

 Dopo il disastro di Fukushima, nome che da subito ha fatto ricordare al mondo intero un’altra città che fu spazzata via dal nucleare, Hiroshima, la popolazione si è stufata dei reattori nucleari e con centinaia di manifestazioni ha chiesto che si trovassero alternative a questo tipo di energia. Per un paese che è stato il primo a subire un attacco nucleare e il secondo a sperimentare una catastrofe simile in una centrale, non è facile riuscire a convincere i propri cittadini che l’energia nucleare, motore economico che fa girare miliardi di dollari in tutto il mondo, sia pulita, sicura e quant’altro. I cittadini non ne possono più dei rischi e delle conseguenze che, un solo incidente, porterebbe alla loro vita. Fortunatamente, le autorità di governo delle varie località in cui ci sono reattori nucleari, stanno ascoltando i propri cittadini e non intendono deluderli facendo riaprire le centrali. Sono infatti decisi a non concedere i permessi di riapertura alle varie società elettriche che gestiscono gli impianti. L’esperienza di Fukushima ha insegnato loro che le società, nonostante tutto, pensano al profitto e della popolazione non se ne curano minimamente.

Il popolo giapponese non è mai sceso in piazza unitamente come in questa occasione. Questa notizia potrebbe portare uno dei popoli più avanzati della Terra a stravolgere completamente il proprio stile di vita(dal punto di vista della richiesta energetica) e a diventare uno dei primi popoli che vivono grazie alle energie rinnovabili. La tenacia, l’orgoglio e la caparbietà giapponesi sono note in tutto il mondo e le migliaia di manifestazioni contro il nucleare hanno dato una scossa al governo centrale che, per ora, ha fatto chiudere tutti i reattori del paese e, in futuro, sono sicuro che ascolterà chi gli porterà idee per un’energia pulita e senza rischi per la popolazione.

Ecco cosa dovrebbero fare i governi, ascoltare il popolo e garantire la sua sicurezza e il suo benessere. L’importanza della giornata di ieri è e rimarrà sempre tangibile nella lotta al nucleare.

I giapponesi stanno facendo la storia, speriamo che il mondo li segua.

 

[fonte – Repubblica.it]