Bei capitoli, devo dire… ma per quanto mi riguarda, ho apprezzato in modo speciale quello di Bleach (e non perché sia il mio manga preferito!).
Naruto 634 – Il nuovo trio. Il discorso fatto nello scorso articolo di recensione continua a trovare conferme nel nuovo capitolo di Naruto: dopo il rinnovato team 7, anche il rinnovato trio delle “bestie evocate”! Il fatto che Gamakichi si presenti al posto di Gamabunta la dice lunga (oltre alla staticità degli Hokage) su quanto Kishimoto voglia suggerirci che, nel bene e nel male, siamo al punto di svolta, al cambiamento definitivo: chi è morto ormai ha fatto il suo tempo e ha segnato la storia quando era in vita; ora tocca alle nuove leve, ai discendenti di quegli eroi ormai tramontati, prendere le redini del comando ed affrontare i pericoli del Mondo! Non starò a “rinarrare” ciò che accade in questo capitolo perché potete leggerlo e rileggerlo quanto volete: voglio però sottolineare alcune cose che ho trovato fondamentali. Per prima cosa, il fatto che Sakura, in questo capitolo, riveste finalmente un ruolo confacente a quello di membro del team 7: dopo tanti anni e tanto penare, Kishimoto finalmente inquadra la ragazza in un’ottica nuova che, sebbene fosse già stata suggerita nel momento in cui era scesa in campo a fianco ai suoi ex-compagni, in queste sequenze, negli attimi in cui, con l’evocazione di Katsuyu, si erge a difesa di tutti i combattenti dell’alleanza ninja, dona al personaggio, finalmente, il giusto posto nell’Olimpo dei personaggi di Naruto. In secondo luogo, va sottolineata, come dicevo prima, la reazione degli Hokage (in particolare del terzo) all’evocazione dei tre “nuovi ninja leggendari” se vogliamo chiamarli così: il suo ricordare i vecchi allievi e paragonarli al nuovo terzetto segna, definitivamente, il passaggio al nuovo, la crescita, e fornisce quel barlume di speranza verso l’andare avanti e rompere con il passato. Devo poi sottolineare una cosa che, per quanto abbia sicuramente effetto e sia una “ovvia” conseguenza di ciò che ci si poteva aspettare in una rinata alleanza tra Naruto e Sasuke, non ho gradito molto: il colpo combinato Rasengan/Amaterasu che i due scagliano contro il Juubi. Il colpo, come dicevo, è d’effetto: eppure pare che lo stesso Kishimoto voglia sottolineare, attraverso le parole del secondo e del quarto Hokage, l’improbabilità stessa dello jutsu, una tecnica che, a parere del secondo, neanche due ninja molto allenati e affiatati avrebbero potuto mettere in atto e che, seguendo le parole del quarto, prenderebbe un nome tanto lungo da risultare addirittura ridicolo! Veniamo alle ultime due pagine di questo capitolo: il fatto che Sasuke inciti a “bruciare” la fiamma di Amaterasu è rivolto solo alla distruzione del mostro contro il quale si sta combattendo, o ha un significato più recondito, di cui forse sia Sai che Jugo iniziano a comprendere il vero significato? Il desiderio di Sasuke di divenire Hokage cela un secondo fine, e se così fosse, quale? Il capitolo si chiude con una immagine che farà alambiccare molti lettori fino alla prossima settimana: Orochimaru’s back in action! Il “serpentoso” ex-ninja leggendario non è sul campo di battaglia insieme a Sasuke e agli Hokage perché si è diretto dagli altri 5 Kage: quali sono le sue intenzioni? Aiutare… oppure mettere fine al dominio dei 5 ninja più potenti del mondo di Naruto?
One Piece 711 – Avventura nella terra degli Gnomi. Pare ovvio che chi ha tradotto lo scorso capitolo di One Piece (parlo di tutti… e io le RAW non le ho viste) abbia fatto un po’ di confusione: le fate di Dressrosa, o meglio di Green Bit, sono ovviamente gnomi (quasi Lillipuziani, se vogliamo) e non nani come si era pensato la scorsa settimana. E a proposito di Lillipuziani, ho trovato molto interessante la citazione iniziale de “I fantastici Viaggi di Gulliver”, con una Nico Robin legata e “vessata” proprio come il famoso “gigante” della letteratura inglese (e dite la verità, pure voi avreste voluto perquisire il settore B!): l’eccessiva fiducia di questi gnometti, il loro brusco cambio di atteggiamento e il fatto che si siano fatti ingannare da Usopp (che gli ha convinti, in qualche modo, di essere un “loro eroe leggendario”… e avrei anche una mezza ipotesi di come abbia potuto fare) fa di questi personaggi una simpatica invenzione da parte di Oda, di cui però, al momento, non riesco a vedere l’utilità ultima (a meno che, come supponeva qualcuno, uno di essi non possa divenire in futuro un membro della ciurma, ma la vedo difficile!). D’altro canto pare che tutti i membri della ciurma di Rufy abbiano fatto il loro incontro: Zoro, riconquistata la sua spada, si sta facendo accompagnare dalla ladra/gnomo che l’aveva rubata al fine di salvare la Sunny, presa di mira sin dall’arrivo di Cappello di paglia & Co. su Dressrosa da parte degli alleati di DoFlamingo. Franky alle prese con il poliziotto giocattolo che, a quanto pare, ha qualcosa a che fare con la gladiatrice Rebecca, e cio’ fa pensare, come sottolineavo in passato, che in qualche modo giocattoli, gnomi e alcuni dei contendenti a questo torneo siano tutti collegati in qualche modo con DiFlamingo! Il colpo di scena finale, tuttavia, lascia a bocca aperta: Sia DoFlamingo, il quale ha finto di lasciare gli Shichibukai, sia Fujitora si stanno dirigendo al luogo d’incontro per lo scambio di Crown. Questo vuol dire che la Marina è in combutta con il “fenicottero”, oppure l’ammiraglio cieco ha altri piani e sta seguendo una sua linea personale, dal momento che non ha attaccato Rufy quando ne aveva occasione? Oda si conferma, comunque, un autore in grado di movimentare il plot e renderlo complicato al punto giusto (o forse anche troppo): dopo la pausa della prossima settimana (come se le due per malattia non fossero state sufficienti), vedremo, finalmente, come si evolverà la situazione.
Bleach 541 – The Blade and Me 2. Un capitolo profondo e pieno di significato: citando il titolo del capitolo 66, dove Ichigo, per la prima volta, scopre il nome della sua Zanpakuto, Kubo ci mostra l’atteso confronto tra l’Ichigo interiore e lo spirito del Vecchio Zangetsu/Juha Bach. Tuttavia, ci troviamo di fronte ad una situazione spiazzante: mentre in tutte le altre occasioni Zangetsu o lo Hollow dentro Ichigo hanno attaccato il protagonista, per metterlo alla prova o per insegnarli qualcosa, in questa situazione, nonostante fosse altamente provedibile uno scontro tra i due, semplicemente Juha Bach ammette la verità, dichiarando che ha fatto di tutto, negli anni, per impedire a Ichigo di divenire uno shinigami e che, tuttavia, quando questi ha assunto i poteri dello shikai e del bankai, non ha potuto che provare un moto di orgoglio. Il falso spirito della Zanpakuto di Ichigo dichiara di essere e, al contempo, di non essere Juha Bach: nonostante egli sia una parte dello spirito Quincy che Ichigo ha ereditato dalla madre (e che, continuo a ripetere, aveva probabilmente un legame privilegiato con l’imperatore degli Sternritter) il suo agire e le sue decisioni sono sempre state avulse dalla volontà del vero Juha Bach e ha preferito “convivere” con Ichigo rivelandogli sempre la verità e mentendo solo sul nome fornito. In questo capitolo assistiamo ad una vera e propria catarsi, ad una presa di coscienza psicologica che raramente mi è capitato di leggere in un manga: Ichigo per la prima volta fa i conti con la propria coscienza e con la propria essenza e con il proprio essere. Per la prima volta scopre che chi credeva un alleato lo ha sempre ostacolato mentre chi credeva volesse distruggere il suo spirito fosse l’unico, vero, amico su cui potesse contare: il ruolo dello shinigami e dello hollow si sovvertono e si mescolano, i poteri quincy di cui Ichigo è dotato sono stati, in realtà, l’unica vera manifestazione di forza che il nostro protagonista ha potuto mostrare al mondo. Ma al culmine di questa catarsi, il Vecchio Zangetsu, orgoglioso del “figlio” che ha cresciuto, decide semplicemente di abbandonare il campo, di mettersi da parte e lasciare, finalmente, che il vero potere di Zangetsu possa essere sprigionato. E credo che questo messaggio, sottolineato dall’unica lacrima che solca il viso dello spirito dentro la Zanpakuto, sia un messaggio forte e profondo che Ichigo non potrà mai dimenticare.
