Naruto 630, One Piece 709, Bleach 537 – Recensione

Sapete, ieri sera, dopo una lunga giornata, ho avuto finalmente il tempo di gustarmi l’episodio 8×24 di “How I met your mother”: a alla fine, proprio alla fine dell’episodio… bé, suppongo che lo sappiate cosa accade! Ora, secondo me almeno Kishimoto e Kubo sono fan della serie, considerato come si concludono i capitoli di Naruto e Bleach!

Naruto 630 – Ciò che abbiamo sepolto. Inizio dalla fine: e finalmente arriva papà (che, tra l’altro, pare fare qualcosa – o magari è stato Hashirama – alla Bijuudama assassina lanciata dal mostriciattolo monocolo)! Devo dire che in questo capitolo si passa da una fase alta, ad una media a duna “retorica”: l’ultima fase, come ovviamente avrete capito, è il discorso di Sakura: per carità, non che sia poi tanto male, ma sembra una sorta di poesiola imparata a memoria e già ripetuta migliaia e migliaia di volte in questo manga. Buona invece la performance di Shikamaru (che non delude mai) il quale escogita un piano forse meno geniale di altre sue trovate ma, comunque d’effetto e che, se non altro, permette a tutti i ninja presenti di rivalersi nei confronti di Madara, il quale è ormai pronto a spazzare via tutti gli ostacoli sul suo cammino. Ma la palma d’oro di questo capitolo va, senza dubbio, al discorso di Kakashi: sebbene anche questo in certi momenti suoni un po’ di “già sentito”, le parole che il ninja-copia pronuncia e che lasciano anche abbastanza interdetto Obito vanno a centrare un punto fondamentale che, in questi ultimi mesi, è stato anche al centro delle critiche di molti lettori al modo in cui Kishimoto ha gestito la caratterizzazione del personaggio fino a poco tempo fa celato dietro la maschera di Tobi. Kakashi non solo non si fa mettere nel sacco dalle false e seducenti parole del suo ex compagno ma, anzi, gli risponde con cipiglio, quasi a rimproverarlo per aver assunto un comportamento tanto vuoto e privo di fondamenti: pare quasi che sia lo stesso Kishimoto, per certi versi, a fare un “j’accuse” verso questo “cattivo atipico”, sottolineando che tutte le motivazioni, tutte le scelte fatte da Obito in passato siano state sbagliate e totalmente stupide, unendosi al coro di critiche che, sin dal momento in cui Tobi ha gettato la maschera, i fan hanno mosso al personaggio. Ma oltre a queste critiche, mi è piaciuto il tono (forse un po’ troppo paternalistico, ma ci sta anche bene) con cui Kakashi cerca di far comprendere gli errori al suo compagno: il riferimento costante alle varie e differenti “sepolture” (sia fisiche che dell’anima) che lui, come tanti altri ninja, hanno dovuto affrontare in passato, culmina in una osservazione forse banale, ma profonda. Tutti ci lasciamo qualcosa alle spalle, tutti manteniamo ricordi e desideriamo poter portare avanti dei sogni che sono sfumati, tuttavia tutti dobbiamo andare avanti e, il problema fondamentale in ciò che ha fatto Obito, non sta tanto nell’aver deciso di voler distruggere il mondo, quanto di averlo fatto dimenticando tutto ciò che era e, al contempo, non cambiando realmente in qualcosa di nuovo, rimanendo una sorta di embrione, non ben sviluppato, di un abbozzo di coscienza e rabbia! (Ok, forse ho fatto troppa psicoanalisi del personaggio, tuttavia mi piace pensare che sia lo stesso Kishimoto ad essersi reso conto che Obito era quasi meglio quando si comportava come lo “stupido Tobi”!). Chiudo con un paio di osservazioni: Bee, finalmente ripresosi, torna alla carica e la cosa non può fare che piacere. L’arrivo di Minato chiude un capitolo che, dal punto di vista dello scontro, fa presagire un escalation di violenza e di forza, nel seguito, che vedrà una, probabile, forma finale del Juubi scontrarsi faccia a faccia con i quattro Kage, il gruppo di Sasuke e un Naruto che, si presuppone, potrà contare maggiormente sull’ausilio di tutte e nove le bestie… e forse anche di qualcun altro!

One Piece 709 – Il pugno del Re. Fine del secondo turno: il vincitore è Bartolomeo. Ecco, in sintesi, questo è ciò che è accaduto durante questo capitolo, se non fosse che… Punto primo: scopriamo il potere di Bartolomeo, il frutto Bari Bari, in grado di creare barriere di vario tipo che permettono, al possessore, di difendersi e di usarle come mezzo di offesa. Il termine “baribari” in giapponese è onomatopeico per un oggetto in grado di respingere e di tagliare, per cui il fatto che Bartolomeo incroci le dita a forbice si deve a questo fatto. Sinceramente, avevo pensato a qualcosa di più complesso: tuttavia Yellow Tanabe, nel suo “Kekkaishi” (lo conoscete? Non lo avete mai letto? E che diavolo aspettate che è un manga geniale???) ha inventato tanti e tali modi di utilizzare le “barriere” (in giapponese “kekkai”) per combattere che mi aspetto anche qui una qualche trovata sconcertante di Oda. Punto secondo: alla fin fine l’alleanza organizzata da Dagama è crollata come un castello di carte, segno che, nonostante alcuni dei personaggi coinvolti, in particolare Blue Gill, sebbene “devoti” alla corona di Elisabello, erano molto più interessati alla gloria personale e alla conquista dei poteri del frutto di Ace. Interessante vedere come il decantato e temuto attacco di Elisabello stesso, sebbene devastante, risulti assolutamente inutile contro il potere di Bartolomeo il quale, accidentalmente, si ritrova ad essere anche un eroe in quanto, parando il colpo, salva anche buona parte del pubblico ed evita una strage come quella perpetrata da Vegeta a suo tempo! Punto terzo: la cosa che più sorprende del capitolo che, in soldoni, si concentra sul concludere lo scontro del blocco B (sebbene rivelando qualche fatto saliente), è il discorso dell’ultima pagina tra Franky e il “soldatino di piombo”. Che dietro Dressrosa ci fosse qualcosa di strano, era palese: ma il fatto che i “giocattoli” e magari qualche altro individuo vogliano far fuori la Fabbrica di DoFlamingo porta a pensare che questo luogo nasconda dei misteri ben più intriganti di quelli rivelati fino ad ora da Law e Kinemon. Speriamo solo che Oda, nel prossimo capitolo, faccia parlare il soldatino e che non sposti l’attenzione sugli altri membri della ciurma!

Bleach 537 – Everything but the Rain Op.10-Prinz von Licht. Ebbene sì, signori e signori: ecco a voi la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità! Ichigo è uno Shiniquinllow! Scherzi a parte, la parte finale della spiegazione promessa da Isshin, se per certi versi getta una luce su una miriade di misteri, da altra parte conduce a nuove domande per le quali risposte, suppongo, dovremo aspettare ancora molto (forse lo scontro definitivo tra Juhabach e Ichigo stesso)! Ma veniamo a ciò che Kubo ci racconta in questo capitolo: se non fosse stato per Juha stesso, ritornato in vita dopo 900 anni, in possesso delle sue facoltà mentali dopo 90 anni e dei suoi poteri dopo nove anni, le madri di Ichigo e Uryuu sarebbero ancora vive. Questo perché, nove anni prima, Juha, il cui sangue si trova, anche se in minima parte, nel corpo di ogni quincy esistente, ha iniziato ha riprendersi i poteri sottraendoli ai mezzi-quincy e, così facendo, uccidendoli. E la stessa cosa, il 17 giugno di nove anni prima, accadde a Masaki la quale, trovatasi di fronte un Hollow che avrebbe tranquillamente potuto fare fuori, perse la capacità di attivare le “blut vene” e così convogliare i suoi poteri per attaccare Grand Fisher. In sostanza, questo Re Oscuro (e verrebbe proprio voglia di battezzarlo così) sembra essere più una sorta di virus letale per i suoi sottoposti che un monarca buono e giusto (e probabilmente è stata questa sua capacità di prosciugare i quincy a causare la morte del primo quincy che affrontò Ichigo, all’inizio della saga). Ciò che a questo punto ci si potrebbe chiedere è questo: cosa accadde effettivamente 1000 anni prima? Juhabach ha bisogno di 999 anni per tornare in forma, questo implica che nella precedente “battaglia” tra quincy e Shinigami sia stato battuto… ma non definitivamente? O la realtà dietro lo sterminio degli antichi Quincy è ben diversa, e forse è proprio un segreto celato dietro la vera indole di questo Re? Infine, l’apparizione di Uryuu alla fine del capitolo (e credo che il “principe della luce” del titolo si riferisca a lui), le parole di Juhabach nell’accoglierlo (“Figlio mio”) e il ricordo di Ichigo (“Figlio… nato nell’oscurità”) fanno intendere che questo “potere di prelazione” su ogni Qincy esistente sia qualcosa di talmente forte da porre una seria incognita sul come e in che modo si possa battere un tale individuo (e di nuovo, torniamo alla domanda: cosa accadde 1000 anni prima?). Chiudo con un ultimo interrogativo: visti i parallelismi e le similitudini tra le varie razze presenti nel manga di Kubo, che tipo di relazione c’è tra Juha e il Re della Soul Society che, nella sua unica e brevissima apparizione, pare essersi appena risvegliato da un (lungo) sonno?