Ve ne parlavo tempo fa: io non sopporto il leggere i capitoli settimana dopo settimana, per vari motivi, il più importante dei quali è che si “perde” la capacità di comprendere una situazione ben specifica, soprattutto se sono tante le cose che dovrebbero essere spiegate. E questa settimana tutti e tre i capitoli hanno lo stesso problema: ci lasciano tra lo sbigottito e il confuso, fornendoci tante informazioni ma non comunicandoci, alla fin fine, niente di concreto.
Bleach 533 – Everything but the Rain Op.6-The Gravitation. Iniziamo dal manga di Kubo che distrugge completamente (oppure è un bluff magistralmente architettato) tutte le possibili teorie sull’identità del “mostro” creato da Aizen: non solo la belva si fa esplodere (e quindi sparisce dalle nostre cronache) ma, a sentire le parole di Aizen, è possibile che qualche altro “esperimento” possa essere testato, stavolta sulla pelle della ignara Masaki. La reazione di Isshin nello scoprire che la ragazza è una Quincy sembra sincera, ma anche strana: si ha come l’impressione che, per certi versi, Isshin sia convinto che di Quincy non ne esistano più (e, almeno in teoria, così dovrebbe essere in relazione a ciò che sappiamo) ma che, d’altro canto, si aspettasse, un giorno, di incontrarne qualcuno. E per rimanere in teme di “incontri”: eccolo, finalmente, colui che probabilmente tutto sa e tutto comprende, colui che, continuo a ripeterlo da una vita, è probabilmente la chiave di volta per comprendere tutti e dico tutti i segreti dietro gli shinigami, gli Hollow, i Quincy e le profezie di Nostradamus! Kisuke Urahara che, “casualmente”, si imbatte nella giovane Masaki proprio il giorno dopo il suo incontro/scontro con lo shinigami Isshin e l’esperimento di Aizen. Prevedo che ne vedremo delle belle.
One Piece 705 – Maynard l’inseguitore. Potremmo reintitolare il capitolo “La Marina fa la sua mossa”: in poche pagine Oda ci mostra un nuovo vice-ammiraglio, ci svela la reale identità del vecchio cieco (che si rivela essere un Ammiraglio “buono”, stile Aokiji, e che pone ovviamente la domanda su quale frutto di tipo Rogia abbia mangiato!) e ci presenta anche tre membri (dite che ce ne sono altri?) del fantomatico CP0, il gruppo “segreto” più potente della Marina. Che questi personaggi siano qui riuniti tutti in funzione del premio che DoFlamingo ha messo in palio per il torneo è fuor di dubbio: che cosa ne vogliano fare (e il perché pare che Fujitora si stia dirigendo proprio all’isoletta sede dell’incontro tra Law e il Fenicottero) non ci è ancora dato saperlo. Vediamo anche cosa sta accadendo ai vari membri della ciurma e, in alcuni casi, la faccenda si fa molto interessante: l’arresto di Kinemon, il folle amore di Sanji e la rivelazione di cosa siano queste fantomatiche Fate (perché, di certo, Zoro ne ha appena vista una!) passano però in secondo piano rispetto al mistero di chi sia l’occupante della cabina della Sunny: un clandestino di “vecchio corso” salito sulla nave tempo fa o qualcuno che ha seguito le vicende della ciurma da tempi più recenti (tipo Punk Hazard)? La cosa che lascia comunque spiazzati è il finale del capitolo: il personaggio che presta il proprio nome per il titolo di questa 705-ima avventura viene malamente messo al tappeto da questa nuova leva, questo Bartolomeo (che ha un aspetto e delle caratteristiche che ricordano qualcuno… ma non riesco a fare mente locale su chi!) che sembra essere fondamentale al fine del dipanarsi di questa saga.
Naruto 627 – La risposta di Sasuke. E veniamo al manga di Kishimoto che mi ha lasciato, per davvero, senza parole e che è il motivo principale del perché abbia scritto questa intro alla rubrica. Più si dipanano gli eventi, più ci addentriamo verso la fase che, ora come ora, sembra davvero essere quella che concluderà l’epopea di Kishimoto e dei suoi ninja, più la brevità dei capitoli, il non poter leggere, con continuità, un flusso costante di pagine e di relative informazioni contenute in esse, il fatto di dover apprendere notizie a “spizzichi e mozzichi” e in forma anche molto discontinua, tende a trasformare la storia di questo manga in una “farsa” e a denotare i fatti salienti come “banali escamotage” narrativi, che non appartengono per niente a Kishimoto. Ricordo, nell’ormai lontano 2011, una discussione tra me, Blurry e Cipo, in una camera d’albergo a Pisa, durante una notte che precedeva la giornata conclusiva (e bagnata) del Luccacomics, su “Naruto e come la storia viene narrata”: io e l’allora traduttore del manga eravamo fermamente convinti che per comprendere appieno la storia e le vicende raccontate da Kishimoto, l’unica possibilità è quella di attendere la fine di questa opera e poi rileggerla tutta d’un fiato, dal principio alla conclusione, per riuscire a trovare il corretto filo conduttore tra tutte le “vicende”, i passaggi, i salti narrativi che siamo costretti a sorbirci in questa somministrazione centellinata. Ad oggi mi convinco sempre più, alla luce di questa “presa di coscienza di Sasuke”, che, sono sicuro, avrà fatto storcere il naso a molti, me compreso, per la sua subitaneità e perché, almeno apparentemente, non pare dettata da nessuna rivelazione “concreta” fatta da Hashirama ne, purtroppo, da alcuno degli altri Kage, del fatto che Naruto va letto “in un colpo solo”, senza pause né soste (del tipo: mentre mangiate, leggete; mentre state al cesso, leggete; non dormite ma leggete) per non perdere una singola immagine né una singola parola di quello che ci viene mostrato e narrato. Ma credo che, ancor più di questa “presa di coscienza senza precedenti” da parte dell’ultimo Uchiha rimasto, ciò che abbia sconvolto maggiormente i lettori sia stata la mancanza di altre “spiegazioni”, il ritorno dei “vecchi compagni del team ‘Freaks'” creato da Sasuke, la decisione dei Kage di scendere in battaglia (e questa, ancora ancora, ci sta!) ma, soprattutto, l’affabilità e il cambio ancor più repentino di comportamento operato da Orochimaru, il quale si giustifica dicendo che, a differenza di kabuto che voleva essere un “Orochimaru 2: la vendetta!”, Sasuke si è sempre spinto in direzione diversa (“Itachi 2: la stoltezza”!) e questo lo ha fatto riflettere. Ora, questo è come dire che Joker, dopo aver ammazzato il secondo Robin, vede nel terzo un qualcosa di diverso che né Dick Grayson, né il morto passerotto hanno mai avuto, che decidono di essere diversi dal loro mentore Batman e che, pertanto, il matto dai capelli verdi decide, suo malgrado, di divenire un educatore dell’infanzia nelle scuole di Gotham City! Ma dico, scherziamo? E da cosa è dettato tutto ciò? Dal fatto che siamo costretti a leggere un misero capitolo di 20 pagine, all’interno del quale si vorrebbe condensare l’enciclopedia Britannica vol.1, Tomi 1-7, e che non permette, all’autore (che comunque ha le sue colpe, diciamolo!) di farci capire da cosa dipendano questi inusitati (e sconcertanti, nonché, a rima vista, stupidi) cambiamenti di personalità!
