“Devi solo mostrarle che quell’atteggiarsi a eroina drammatica non funziona sugli idioti.”
Kotoura è nata, senza alcuna ragione che ci è data conoscere, con il potere di leggere la mente delle persone che le stanno intorno, ma non essendo in grado di controllarlo le si è ritorto contro: quando si è piccoli, non riuscire a fare una distinzione del genere, non riuscire neppure a dubitare della sincerità delle persone può essere fatale poichè tutti hanno qualcosa che vogliono tenere nascosto, sia qualcosa di grave o no, e vedere i propri segreti così apertamente letti non può che scatenare ostilità. Prima il padre, poi la madre hanno abbandonato Kotoura, lasciandola al nonno, unica persona cara; le persone intorno a lei, compagni di classe e insegnanti, iniziavano col notare qualcosa di strano, e poi alla rivelazione del terrificante potere della protagonista la allontanavano, la emarginavano. “Colpa di quel mostro che si permette di leggere nella nostra mente” si giustificava la gente, spaventati dalla possibilità che anche i più indicibili segreti fossero svelati, e i giorni di Kotoura si tinsero sempre di più verso il grigio. Una ragazzina non può resistere a tanto odio, a tanta solitudine, e presto o tardi finisce per frantumarsi, decidere di isolarsi dal mondo, di non avvicinare nessuno per non soffrire e non far soffrire. Fosse anche codardia, chi potrebbe biasimare Kotoura per le sue scelte, il non essere riuscita a fingere, a smettere di essere onesta e di credere nella sincerità delle persone, che poi finivano irrimediabilmente per ferirla. Questo il grigio mondo della protagonista, che solo il più grande idiota sulla faccia della terra poteva sconvolgere e colorare delle più calde tinte possibili.
Yoshihisa Manabe è un’idiota, ma è allo stesso tempo una persona sincera e onesta, che non ha paura di ciò che i suoi pensieri possono rivelare, non esiste quindi persona migliore al mondo per salvare Kotoura dalla tremenda realtà in cui vive. È il classico idiota che vediamo in tanti anime del genere romantico: narcisista, distratto e pervertito, non riesce mai a fare la mossa giusta nei confronti dell’eroina e portare il tutto a un lieto fine, ma questa volta è giusto che sia così. Lentamente sarà lui a dimostrare a Kotoura che al mondo vi sono persone che può chiamare amici, con cui può veramente essere se stessa indipendentemente dal fatto che legga o meno i loro pensieri, perchè le persone che imparano a conoscerti, e a volerti bene non se ne vanno senza affrontare faccia a faccia le difficoltà che si incontrano. Quando poi si è come al protagonista in questione, sincera, onesta, senza un briciolo di maliziosità, solo con il cuore di un mostro la si potrebbe abbandonare.

Kotoura-san è un anime che non entrerà nella storia, eppure, sin dai primi minuti del primo episodio sono stato letteralmente rapito dalla narrazione semplice e lineare, da questi due protagonisti che formano una coppia perfetta. Sarà perchè ridere non era così commovente da moltissimo tempo, che mi porta a considerare questa serie una piccola perla inaspettata in questa stagione invernale. Non credo inoltre che sia indicabile un genere preciso per la serie, in essa coesistono elementi tipici degli shojo e degli shonen a tema romantico, perchè vengono tenute contemporaneamente in considerazione i pensieri dei due protagonisti, sebbene solo uno dei due ne abbia piena conoscenza (una caratteristica dei manga/anime a tema romantico è il dubbio riguardo a quelli che sono i sentimenti e pensieri del partner femminile in uno shonen, maschile in uno shojo), quindi niente scuse: potete guardarla tutti! Cosa ancor più strana è che la serie nasce come yonkoma (storie brevi di 4 vignette verticali) disegnato da Enokizu, la versione animata invece è dello studio AIC Classic.
Dite che questa recensione è diversa da quelle che normalmente propongo? Credo dipenda dal fatto che sto parlando di qualcosa che mi sta veramente piacendo, che moltiplica automanticamente l’impegno impiegato per parlarvene. Nonostante questo, tengo a sottolineare che io non nutro grandi aspettative sulla serie o sulla trama, o per meglio esprimersi, mi sta bene che lo stile rimanga semplice e lineare come lo è stato per i quattro episodi fin’ora trasmessi: è un anime fatto di piccole cose che Kotoura deve ancora imparare a conoscere per bene a sua volta. A voi l’ultima parola, quindi, queste parole sono ciò che è spuntato fuori dalla visione, maliziosamente orchestrate per essere pienamente comprensibile dopo la visione del primo episodio…sono un cattivone, lo ammetto. A sabato prossimo con le serie in corso, qui su Komixjam!



