Naruto 618, Bleach 525, One Piece 697 – Recensione capitoli

Buon venerdì a tutti, eccoci al mio primo appuntamento “ufficiale” con la recensione dei capitoli di Naruto, Bleach e One Piece. Per coloro che ancora non lo sanno sostituirò per un certo tempo Ciampax in questo spazio, oramai una tradizione per Komixjam e da sempre uno dei più attesi. Che settimana su Komixjam! Abbiamo avuto molto da fare, vuoi per la trattazione di alcuni shojo manga (ne dovreste avere due in home page), le ultime recensioni del Manga Project, poi la mia rubrica e le trattazione di cui già personalmente mi occupo e infine queste recensioni mi hanno tenuto davvero impegnato, al punto tale che una certa novità che tenevamo in serbo da qualche mese è stata ulteriormente rimandata di una settimana…o forse di più. Vi ho incuriosito? Non vi resta che continuare a seguirci, ma come immagino voi non siete qui per il mio patetico soliloquio, bensì per la recensione dei tre capitoli di questa settimana: bando alla ciance, che si dia inizio alle danze!

Naruto 618

La scena si sposta dal campo di battaglia, e come suggeriva la conclusione del precedente capitolo in questo sono centrali Orochimaru, Sasuke, Jugo e Suigetsu. Quello che Kishimoto ha presentato questa settimana è un capitolo di preparazione, che serve sicuramente a introdurre le rivelazioni che da questo momento in poi ci attendono, eppure sono presenti elementi interessanti su cui è possibile congetturare. Per prima cosa la tecnica sulla pergamena trovata da Suigetsu è la Shiki Fujin, la stessa usata dal Terzo Hokage per sigillare le tecniche di Orochimaru ai tempi dell’attacco a Konoha da parte di Suna. Per questo particolare uso della Shiki Fujin c’è in primo luogo bisogno di una maschera da Dio della Morte (Shinigami, perl’appunto) che viene recuperata nel tempio in rovina del clan Uzumaki. Successivamente a Konoha, nel tempio Uchiha, Orochimaru rompe il sigillo imposto dal terzo Hokage attraverso l’uso della stessa tecnica, recuperando i suoi poteri e le anime di coloro che erano stati sigillati anni prima. Usando come sacrifici quattro dei sei Zetsu che Obito aveva lasciato su Sasuke per controllarlo, con l’Edo Tensei evoca i quattro Kage, coloro che non hanno vissuto la storia, l’hanno fatta. Sfatata una delle convinzioni che avevo da parecchio tempo, che lo Shiki Fujin fosse una tecnica irreversibile, e quindi la terza bara comparsa nello scontro tra il Terzo Hokage e Orochimaru conteneva realmente Minato (ho sempre pensato fosse un bluff). Altro fatto, il motivo che la maschera fosse recuperabile in un tempio del clan Uzumaki, da indicazioni su come Minato stesso sia venuto in possesso di questa tecnica. Per il resto parte del capitolo è centrata sui sentimenti di nostalgia di Sasuke al suo arrivo a Konoha; Orochimaru, per conto suo sembra quasi aver perso interesse nella distruzione di Konoha, il cui tentativo anni prima gli costò caro… quale sia il suo reale obiettivo ancora non è chiaro, comunque. Non ci resta che attendere il prossimo capitolo per sapere cosa i quattro Kage diranno, spero venga data la risposta a uno dei quesiti che da sempre mi tormenta: perchè Tobirama ha creato una tecnica pericolosa come l’Edo Tensei?

Bleach 525

Quella che vi viene presentata in questo capitolo è una versione di Zaraki Kenpachi che forse alcuni non si aspettavano: mentre tutti i personaggi in una storia lottano, si impegnano (e non sempre riescono nel tentativo) con l’obiettivo di diventare sempre più forti, il capitano dell’Undicesima deve invece, di volta in volta, indebolire se stesso per continuare a provare la gioia di combattere. Certo, era qualcosa che già faceva da tempo con la benda e i campanellini, ma arrivare a indebolirsi incosciamente! Questo è probabilmente il dramma del più forte, Unohana risultò soltanto essere la prima persona abbastanza forte da affrontare quest’uomo senza nome, all’epoca soltanto un bambino e già abbastanza potente da poter affrontare e mettere alle strette un capitano del Gotei 13… ma per quanto Unohana si sforzasse non riusciva minimamente ad essere all’altezza di Zaraki: così mentre lei in qualche modo incontrava il suo muro e il vero combattimento che tanto cercava, l’attuale capitano dell’Undicesima si trovava nuovamente di fronte al fatto che nessuno era in grado di affrontarlo e sconfiggerlo. Perdere era pertanto l’unica soluzione: in questo modo avrebbe potuto affrontare quell’avversario altre centinaia di volte, nella sua continua ed eterna ricerca di divertimento nel combattimento. Ma Unohana, conscia di essere la responsabile delle restrizioni che Zaraki si auto-impose, vuole rompere questo circolo vizioso che dura da millenni nell’unico modo che ha trovato: ogni volta che affronta la morte, Zaraki diventa più forte, o meglio, torna alle sue origini. E Unohana colpirà e guarirà fintanto che non sarà necessario: il fendente che Zaraki infligge a fine capitolo sarà la prova del suo risveglio, o vi è ancora qualche elemento nascosto nella storia di questo personaggio che dobbiamo conoscere? Non siamo neppure sicuri che la vita di Unohana sia l’unico prezzo da pagare per riportare Zaraki alla sua antica potenza. Credo che a breve scopriremo se Kubo ha deciso di rivelare le origini di questo suo personaggio, o se ha semplicemente intenzione di dare per scontata la sua esistenza, senza spiegare ai lettori come ha avuto origine questo “demonio del campo di battaglia”.

One Piece 697

Questo capitolo è sostanzialmente divisibile in due parti. Nella prima abbiamo la ciurma di Cappello di Paglia che si congeda dai bambini salvati nel laboratorio di Punk Hazard, ma dopo i festini del capitolo precedente gli uomini della marina sono tornati a tenere le difese alte nei confronti dei pirati, dopotutto, considerata la loro posizione non possono in nessun caso ammettere che dei pirati, incarnazione di tutti i mali di questo mondo, si siano dimostrati essere delle brave persone ed essere andati a salvare degli innocenti dove chiunque altro per nessuna ragione al mondo avrebbe messo piede. Come ben sappiamo però, Rufy e la ciurma finiscono sempre per essere amati dalle persone che incontrano nei luoghi dove vanno, per la loro abitudine di raddrizzare i torti a cui assistono, e anche questi marines, sebbene non possano ammetterlo, fanno parte di quel gruppo di persone (“commentato” con un bellissimo facepalm di Smoker). Nell’altra parte continuano le macchinazioni di Trafalgar Law: per prima cosa afferma, al termine della sua discussione con Smoker che la sua prossima tappa sarà un posto chiamato Green Bitt, che probabilmente è connesso al patto che ha fatto con Rufy, di sconfiggere i quattro Imperatori, dei quali Kaido delle Cento Bestie sembra essere il prossimo obiettivo. Anche la caduta di Caesar Clown è stata indubbiamente pianificata da Law, poichè senza questi Donquijote Doflamingo non ha modo di fornire lo “Smile” a Kaido che pare potrebbe non gradire come cosa. Per questo, Law che sa di avere il coltello dalla parte del manico propone, tramite lumacofono, un accordo che sa di ricatto a Donquijote: se questi rivuole indietro Caesar, e i corpi di Baby 5 e Buffalo (poichè Law gli ha fatto trovare solo le teste…) dovrà entro il giorno successivo lasciare la Flotta dei Sette, abbandonando il suo status e tornando a essere un nemico della marina. Cosa deciderà di fare Donquijote lo scopriremo nel prossimo capitolo: ha più paura della marina o di Kaido… ma soprattutto, quale sia il reale disegno di Law dietro tutte queste manipolazioni rimane ancora oscuro. In questo capitolo inoltre compare inoltre la “Sky Way”, una “strada” che permette di percorrere lunghi viaggi in poco tempo, apparentemente volando.