E’ scandalo: 9 missili cadono sul suolo italiano. Il governo tace. – Editoriale #3

Ore 15.33, la terra trema in nove posti differenti ed il paese si ritrova nuovamente nel dramma: nove missili cadono presso alcune città italiane, sconvolgendone popolazione e geografia. L’attacco missilistico si è avvertito presso Oderzo (TV), Capo Teulada (CA), Milano, Crotone e Belluno.

Mentre l’informazione proveniente dai mass-media tradizionali giace imbavagliata sotto le cinghie del governo una cosa è certa: l’attacco proviene direttamente dalle nostre basi militari. Che l’esercito non sia più sotto il controllo del ministero? “Non c’è nemmeno da pensarlo” afferma Paolo Gerotto, storico dell’università di Piacenza.

Mentre tutto il paese giace nella più completa disinformazione i paesi colpiti stanno ora contando danni, morti e feriti ritrovandosi le proprie città sventrate ed i più anziani ricordano le grandi guerre, temendone il ritorno.

Come vi sentireste se tutto ciò fosse vero? Molti risponderebbero: “sconvolto, terrorizzato” ma quale sarebbe la risposta “vera”, la risposta se non si dovesse dare l’impressione di pensarla nel modo “giusto”, in linea con gli altri?

Il pensiero diffuso ormai è di un Paese, in molti aspetti o in generale, alla deriva. Un Paese che, nonostante alcuni errori storici, si guarda al passato con ammirazione ed orgoglio mentre viene letto al presente con uno stato di rassegnazione e normalità che viene quasi interpretato come menefreghismo. L’educazione scolastica e non è minata alla base, il rispetto viene meno, il lavoro si fa pressante in alcuni casi mentre in altri è totalmente assente, la dirigenza sconforta e tutti gli scandali ormai sono pane quotidiano, forse non sono più nemmeno qualcosa che ci stupisce, che ci spinge ad un cambiamento e si lascia tutto com’è, vivendo senza interessarsi di alcuni aspetti che ci circondano. Cosa succederebbe quindi se questa staticità venisse smossa da un intervento “esterno”, da un attacco terroristico magari? Se in superficie la gente sarebbe scossa e dispiaciuta, alcuni ne sarebbero quasi felici e penserebbero che non bastasse.

Ovviamente non giudicherò il giusto e sbagliato qui poiché si potrebbe arrivare a centinaia di sfumature di giustizia ed interpretazioni varie. Una cosa voglio chiedervi: qual’è il vostro metro, cosa dovrebbe succedere per cambiare? Quali sacrifici sareste disposti a compiere per il bene? E se il sacrificio foste voi? Qualcosa di catastrofico o qualcosa di lento che nel frattempo porta ad un livello di esasperazione la gente? E se il livello di esasperazione fosse considerato catastrofico? Non avreste raggiunto ugualmente il livello ma con la sofferenza nel tempo?

Io credo solo che dopo una crisi, sia essa finanziaria, istituzionale, umanitaria o popolare vengano o possano affiorare, (direttamente o indirettamente) le cose buone, le cose migliori. Questo pensiero ha riscontro in tutta la storia ed anche nel presente. A volte il cambiamento è duro e comporta sacrifici ma migliora la vita di chi vive e vivrà in futuro.

Non mi aspetto che molti rispondano o scrivano del tutto sinceramente tuttavia volevo far riflettere, dopo i recenti avvenimenti del decimo episodio di Eden of the East. Spero di esservi riuscito.