Darker than Black: Recensione Komixjam

In quest’articolo volevo parlarvi di Darker than Black – Kuro no Keiyakusha-, opera che ha avuto molto successo in madre patria ma che nel resto del mondo si presenta a molti come un’opera controversa a causa della dualità nei giudizi che si hanno nei suoi confronti, c’è chi la ritiene un capolavoro (compreso il sottoscritto) mentre altri la ritengono un’opera al di più mediocre. L’anime (quest’opera al contrario di molti nasce prima come proiezione animata che sulla carta stampata, ma dato il successo dell’anime in Giappone si è deciso di scriverne prima un manga, che conta 7  Tankobon ed è tutt’ora in corso e di prolungare l’opera  ad una seconda serie) nasce dall’ unione tra Tensai Okamura e dallo studio Bones, la prima serie conta 25 episodi e un OAV.  La storia si svolge a Tokyo, dove, dieci anni prima degli eventi raccontati dall’anime, apparve una zona impenetrabile chiamato Hell’s Gate e lo stesso accadde in Brasile dove comparve l’ Havens Gate. La comparsa di queste aree cambiò completamente il cielo della terra perché fu sostituito con un cielo fittizio dove ogni finta stella rappresentava un contractor e quando quest’ultimo utilizzata il suo potere la stella si illuminava permettendo di identificarlo. I contractor sono esseri umani molto particolari perché ognuno ha un potere paranormale diverso ma per usarlo deve adempiere ad un’azione che è detta contratto (c’è chi deve mangiare sigarette, chi allineare delle biglie…). Gli unici a conoscenza dei contractor sono il governo e una misteriosa organizzazione detta Sindacato che utilizza i Contractor per i propri scopi. Il nostro protagonista è Hei un contractor agli ordini del sindacato ma tiene come identità da mostrare al mondo quella di uno studente trasferitosi a Tokyo. Hei è un contractor molto particolare perché oltre ad essere considerato uno dei contractor più forti, sembra non avere un obbligo dopo aver utilizzato il proprio potere.  Se a un primo momento la trama potrebbe essere considerata abbastanza banale con lo svilupparsi delle puntate (che descrivono principalmente le missioni svolte da Hei) si viene introdotti nella vera e propria trama delle anime, fino ad arrivare a un finale che personalmente reputo molto interessante. E ora arriviamo al motivo vero e proprio che mi ha spinto a scrivere quest’articolo, molti considerano quest’opera di seconda categoria a causa della breve durata dei combattimenti… Signori i combattimenti non sono tutto nell’animazione un buon prodotto non si giudica solo da quanto sangue viene sparso (senza contare che anche se brevi molti combattimenti sono davvero molto belli). E voi che ne pensate? Chi di voi l’ha visto?

Fonti: Wikipedia e Animeclick