Una delle critiche più dure fatte ai videogiochi è quella di essere troppo violenti con troppi spargimenti di sangue, ma esiste qualcuno che può smentire questo filo di pensiero. Daniel Mullins è un ragazzo di 19 anni appassionato di videogames, ultimamente il personaggio da lui creato ha suscitato l’interesse del Wall Street Journal. Felix the Peaceful Monk è il pg che gironzola nel mondo di Skyrim, che segue una semplice regola da capire ma un pò difficile da attuare: non uccidere neanche una mosca. Come fare a superare caverne piene di scheletri e foreste popolate da lupi e animali selvatici? Felix, mezzo gatto e mezzo uomo, usa la magia per ammansire le bestioline che incappano lungo il suo cammino e molte tecniche curative.
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Daniel non è il primo ad usare il motto della non-violenza in un videogioco, altri adolescenti hanno sconvolto le regole di giochi come Uncharted 3, Battlefield 3 e Fallout: New Vegas. Dato la forma “violenta” di questi titoli vien difficile pensare a come si possino completare non uccidendo nessuno. Secondo Stephen Totilo, il co-redattore di Kotaku.com , ha fatto notare come di solito i videogames vengano visti come simulatori di vita in cui i videogiocatori mettono in pratica comportamenti per vedere, nel bene o nel male, gli effetti che producono. Quindi la molla non è di tipo morale, o non solo. Di base c’è la voglia di render sempre più difficile l’esperienza videoludica.