Nanako Yamamori ci spiega da cosa deriva la grande calma con cui i giapponesi affrontano ogni situazione


A quasi sei mesi dal tremendo terremoto che ha sconvolto il Giappone, in molti si sono chiesti come sia possibile affrontare una catastrofe simile con tanta calma, ma, soprattutto, con così poche scene di disperazione. Bene, i motivi ci sono stati spiegati in un’intervista a Nanako Yamamori, corrispondente dal Giappone da circa 17 anni. La sua esperienza, da giapponese vera, ci spiegherà meglio, come vivono la vita e tutti i suoi avvenimenti, siano essi tragici o meno, i giapponesi.

Lascio alle sue parole il compito di spiegarvi la situazione:

Alcuni programmi tv ci dipingono come freddi e indifferenti a qualsiasi cosa, bella o brutta, ci capiti. Non è così. Dopo il terremoto e lo tsunami quello che più interessa è capire come andare avanti, come si potrà affrontare il futuro. Ma soprattutto capire se ce la faremo, se quelle persone ritratte dalla televisione in uno stato di calma apparente riusciranno a reagire e a ricostruire in tempi brevi. La nostra allora è un’attitudine a guardare oltre e i sentimenti li teniamo dentro di noi“.

Quindi, la giornalista ci spiega che il giapponese medio non si dispera e non gioisce, perché prima vuole capire come si potrà affrontare l’immediato futuro. Personalmente, condivido questa filosofia di pensiero. È inutile strapparsi i capelli o piangersi addosso, evitando così di affrontare un problema che, se procrastinato nel tempo, rischierà di diventare ancora più grande.

La giornalista continua dicendo che:

La forza viene dalle singole persone e dalla loro volontà di riprendere la vita di tutti i giorni anche se con qualche comodità in meno e qualche rischio in più. A Tokyo, per esempio, il giorno del terremoto un architetto ha dovuto percorrere a piedi la strada per tornare a casa, rimasta al buio, come gran parte della città, a causa di un blackout. Il giorno dopo, è rientrato in ufficio per vedere i suoi progetti. I suoi colleghi hanno continuato ad andare in ufficio in bicicletta sino a quando non è stato ripristinato il servizio di metro. Dopo la scossa di terremoto, in tanti continuano a dormire vestiti con accanto al letto una borsa pronta nel caso si dovesse verificare una nuova emergenza. Il giorno dopo il terremoto mi ha telefonato un amico da Tokyo. Con una voce serena e per nulla turbato mi dice: <<Oggi c’è un sole bellissimo, spero di portare mio figlio al parco>>. Certo, altre persone sono state meno fortunate e per molti giapponesi questo terremoto cambierà il loro concetto di tempo e spazio. Ma anche questi ultimi stanno cercando in ogni modo di ricostruire la loro quotidianità“.

Ecco la sostanziale differenza tra i giapponesi e il resto del mondo. Loro sono consapevoli dei rischi che corrono ogni giorno a vivere in quella terra e vivono preparati. Dormono con valigie riempite con i beni di prima necessità, accanto al letto, nel caso ci sia bisogno di evacuare con rapidità la propria abitazione. Ciò che però mi ha stupito in positivo è la frase detta dall’amico di Tokyo della giornalista: “Oggi c’è un sole bellissimo, spero di portare mio figlio al parco”. Bene, questa frase, secondo me, racchiude una forza tale da poter spostare le montagne. Un padre simile, trasmetterà al proprio figlio dei valori puri e genuini, valori che aiuteranno il mondo ad essere migliore.

Queste le parole finali della Yamamori:

In Giappone ci sono tanti modi di dire per esprimere il concetto di pazienza: <<Aspettare dormendo la fortuna che arriverà l’indomani>>. Oppure: <<Se hai qualcosa da dire, dilla domani>>. Significa che prendendo tempo ci si chiariscono meglio le idee. <<Se aspetti, ci sarà un giorno migliore per andare al mare>>. Quando la vita non va nella direzione in cui vorresti che andasse, devi avere la pazienza di aspettare un altro giorno. La vita continua, se domani sarà una giornata con il sole o con la pioggia, è qualcosa che è al di fuori del nostro controllo. Bisogna aspettare una giornata fortunata. <<Tre anni su una pietra>>, dicono gli anziani. Se ci si rimane seduti per tre anni, anche una pietra si scalda. Chiunque abbia avuto una esperienza di affari in Giappone riconoscerà sicuramente queste caratteristiche: la cautela dei giapponesi, il prendere decisioni con calma per non sbagliare, al limite della indecisione: questo spiega la tranquillità dopo il terremoto“.

 

Ecco spiegato il motivo di tale calma. Uno stile di vita altamente riflessivo permette ai giapponesi di affrontare ogni genere di situazione con estrema calma. Questa caratteristica li ha portati dove sono ora. Leader nel settore dei trasporti, nella tecnologia, nell’assistenza al popolo ecc ecc.

Sono un grande popolo, che non viene mai compreso pienamente dal resto del mondo. Spero che questa intervista vi abbia chiarito alcuni dubbi sulla loro cultura. Io l’ho trovata molto utile. Quindi ora non ci resta che spiegare ai giapponesi che noi italiani siamo esattamente il loro opposto. Quando si dice che gli opposti si attraggono, forse non si ha torto.