Jojopedia – Tarkus e Bruford

di Regola 2

 

Personalmente ritengo esistano due tipologie in cui è possibile raggruppare gli antagonisti (non solo nei manga, anche in altri generi di narrativa): quelli da distruggere e quelli di salvare. Sulla prima tipologia penso non ci sia molto da dire, si tratta di nemici che sono una minaccia per il protagonista, i suoi cari o, nei scenari più escatologici, per tutto il mondo e che godono della loro malvagità e vanno pertanto fermati. Si tratta di un cattivo molto comune nei setting fantasy o spesso utilizzato come sfida intermedia, magari al servizio di una mente che si rivelerà poi la sfida finale… insomma, gli antagonisti inverosimilmente immorali, tanto belli perchè non vi è nessun dubbio su come vadano trattati; personaggi che tanto andavano di moda negli anni ’80 (Dragon Ball ne è pieno, per intenderci). La seconda tipologia di antagonista, quella da salvare, è ovviamente più complessa, e solitamente usata da autori che hanno un pubblico che vuole una maggiore maturità ed è poco interessato un mondo classificato in due categorie:bianco e nero. Quando dico “salvare” intendo tante cose ma nessuna in generale, poichè potrebbe trattarsi di sconfiggerlo ma risparmiarlo per riportarlo sulla retta via, correggerne i comportamenti o farne un alleato poichè di solito questo tipo di personaggi mostrano una qualche sorta di indecisione morale. Con “salvare” posso intendere anche uccidere, ponendo termine a un tormento, a una situazione venutasi a creare in un mondo che ha mostrato i suoi più crudeli toni di grigio o a un il destino che si è mosso nella direzione della più disperata tragedia. E dalla tragedia spesso non vi è fuga, quindi la morte per questo tipo di nemici ha una funzione salvifica.

Bruford e Tarkus per me rappresentano questi due tipi di antagonisti. In questo articolo mi sono prefisso di analizzare queste due figure in un modo che andasse oltre la mera descrizione delle loro tecniche di combattimento, proprio perchè entrambe possono essere usate come esempi per meglio rendere comprensibile lo sproloquio con cui ho aperto questo appuntamento della Jojopedia.

Due cavalieri con alle spalle una storia tragica, entrambi giurarono fedeltà a Maria Stuarda e vennero giustiziati poco dopo la loro regina, con una scena che sembra presa direttamente da Hokuto no Ken: convinti di poter salvare Maria con il loro sacrificio i due valorosi cavalieri vengono portati sul patibolo con l’inganno, e moriranno maledicendo i loro nemici e la Regina Elisabetta. Ovviamente Araki ha romanzato parecchio questa storia e la figura di Maria Stuarda per adattarla ai suoi fini narrativi. Bruford e Tarkus in vita avevano anche superato la prova dei settantasette anelli a Windknights Lot: un infernale addestramento dove si doveva scalare una torre e sconfiggere settantasette nemici e ad ogni vittoria si doveva indossare un anello in ferro… più si avanzava e più il peso si faceva insostenibile e la prova impossibile. Il motivo per cui Dio li riporta in vita come non morti al suo servizio è soprattutto il loro valore, e il rancore che provavano per il mondo degli uomini al momento della loro morte.

Tarkus è indubbiamente un cattivo della prima tipologia, in vita poteva indubbiamente essere stato un guerriero valoroso ma il suo animo viene irrimediabilmente corrotto dalla trasformazione in non morto, e non gli resta neppure un briciolo del suo onore dopo la trasformazione a cui Dio lo sottopone. I maggiori vantaggi di Tarkus sono indubbiamente le sue dimensioni gigantesche e l’enorme forza fisica di cui è in possesso, che in vita gli hanno permesso di superare la prova dei settantasette anelli senza dover far ricorso a tecniche particolari. Tutta la sua brutalità non emerge dopo lo scontro tra Bruford e Jonathan quando sminuisce quello che in vita era suo compagno e amico, ma quando afferma di aver sconfitto e usato con soddisfazione la stanza del drago a due teste: un addestramento mortale in cui due uomini si vedono legati da una catena legata a due collane infrangibili (anche per Zombie-Tarkus!) la cui chiave è nella collana dell’avversario. Uno scontro in cui conta soltanto la forza fisica, in cui Jonathan è inoltre svantaggiato, sia per la difficoltà a mantenere il ritmo della respirazione, sia per essere ancora affaticato dopo il combattimento contro Bruford. È in questa scena che la tragedia si consuma, e per salvare la vita a Jonathan viene consumato il primo sacrificio di uno Zeppeli…

“In una stanza segreta impregnata dell’antico odore della morte, quando un bambino aprirà un portone cercherai di liberare un giovane leone incatenato. Sarai tu stesso a causare la tua morte, e dopo un avvertimento andrai in contro a una fine atroce.”

Bruford rappresenta pienamente ciò che intendo quando parlo di nemico da “salvare”: neppure la trasformazione riesce a domare il suo spirito cavalleresco (come Dio è costretto ad ammettere) e durante lo scontro con Jonathan parte di queste sue qualità positive non potranno che rendersi palesi. In questo caso l’onesta si manifesta attraverso l’uso spontaneo di precise parole: Bruford afferma di provare dolore dopo essere colpito dal primo Overdrive di Jonathan, e questo convince il nostro gentiluomo che il nemico ha recuperato parte della sua umanità. Non solo! Il coraggio e l’ardore di Jonathan risvegliano lo spirito di Bruford e placano il suo rancore nei confronti della vita e del sole, che muore definitivamente col cuore sereno e l’orgoglio di aver combattuto contro uno dei Joestar più eroici di tutta la storia! Dal punto di vista del combattimento Bruford è sicuramente più interessante da analizzare di Tarkus anche perchè i due scontri hanno valenze diverse ai fini della trama: il primo, contro Bruford, viene usato da Araki per mostrare la forza del suo protagonista e cosa sia realmente un combattimento con le Onde, mentre il secondo è più legato alle necessità di trama. Come dicevo… oltre alle capacità natatorie di Bruford (anche se gettarsi in acqua risulta essere una scelta errata perchè essa trasmette naturalmente le Onde) la sua arma segreta più potente è sicuramente la Danza Macabra, con la quale è riuscito a scalare la torre dei settantasette anelli nonostante non sia dotato di una forza fisica straordinaria: il suo punto di forza erano i resistenti capelli che usava proprio come un terzo braccio. Questa sua capacità viene successivamente potenziata dalla trasformazione in non morto, essi vengono infatti rafforzati, resi in grado di stritolare e assorbire il sangue. Non sono un botanico e non ho idea di quale vegetale venga citato da Araki per spiegare questa bizzarria (chiamata “pianta che saluta”) ma il processo dovrebbe essere definito come turgore cellulare. Come dicevo sopra questo scontro serve ad Araki a presentare lo stile di combattimento con le Onde Concentriche, infatti Jonathan riesce ad abbattare Bruford proprio perchè questi non conosce di quali miracolosi prodigi siano queste possibili. (Per non appesantire il tutto nell’anime non vengono fornite queste spiegazioni.)

Bruford lascia Jonathan con un augurio di fortuna e audacia per la sua battaglia contro Dio, ma è opinione mai confermata, eppure comunemente diffusa che lo spirito di questo cavaliere accompagni sempre i Joestar e nella forma dello Stand di Jotaro Kujo per aiutarlo nella lotta contro il loro eterno nemico (queste supposizioni sono nate per il modo simile in cui questi due personaggi vennero disegnati).

 

Commenti (2)

  1. Sarebbe bello se Star Platinum fosse lo spirito di Bruford, ma ahim�, credo che sia solo una speculazione.

    Comunque questi articoli fanno crescere smpre pi� la voglia di rileggermi tutto JoJo, visto anche che sono passati secoli dall’altima volta che lo lessi.

    1. Si una bellissima speculazione! Suggerita dal fatto che in anni Araki stesso non ha mai spiegato tutte le sue fonti d’ispirazione e da cosa prese alcune idee.

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