Kyousou Giga – Recensione Anime

di Regola Commenta

 

Come promesso eccomi qui col raddoppio delle serie in corso da questa settimana (fino alla fine della stagione autunnale): scelta dovuta al fatto che i titoli validi, interessanti, di questa stagione sono parecchi e alcuni ci accompagneranno anche per i primi mesi del 2014. Ho dovuto selezionare e scegliere cosa presentarvi (e cosa no, e cosa stroncherò più avanti) e mi sono reso conto che non avrei raggiunto la quota minima se non fossi ricorso al doppio appuntamento. Eccoci quindi con Kyousou Giga, un anime strano, particolare, il mio preferito di quest’autunno. E non è che mancassero validi concorrenti.

Kyousou Giga (qualcosa come “le folli storie della Capitale”) nasce inizialmente come Ona, un tipo di Oav rilasciati in rete, nel 2011, e fino al Dicembre dello scorso anno sono stati rilasciati sei episodi; che non ho visto (ma sembra ripercorrano la trama che nell’anime è stata ampliata), cosa che ha complicato la visione e la comprensione da parte mia di questa serie televisiva, prodotta dalla Toei dopo che l’esperimento in rete riscosse un certo successo (è iniziato anche un manga). E stavolta la Toei, che di tanto in tanto crea serie che lasciano a desiderare, ha assestato davvero un bel colpo.

All’inizio è stato veramente difficile procedere. Il ritmo narrativo, senza contare eventuali pezzi che mi mancavano, è particolarmente lento ad avviarsi e sono stati messi in luce tanti di quegli elementi, in pochi episodi, da disattivarmi il cervello come accade dopo qualche complesso episodio delle Monogatari. Ma non spaventatevi, è un mio paragone, Kyosou Giga non ha niente a che spartire con i racconti di Nisioisin; nonostante ciò riesce ad avvolgere e costruire in pochi episodi una complessità e profondità di significato che mi hanno letteralmente lasciato di stucco. All’inizio mi sforzavo di andare avanti perchè la doppiatrice della protagonista, Koto, è Rie Kugimiya, voce che io ho seguito ovunque (famosa per aver doppiato le tsundere loli per eccellenza, Taiga, Shana e Louise), ma quando svariati elementi che non erano stati spiegati hanno trovato collocazione e la linea temporale del racconto appariva finalmente chiara, la mia attenzione è stata monopolizzata proprio dal folle e semplice intreccio di questo anime.

I protagonisti necessitano di qualche episodio per essere inquadrati: la vispa Koto, in possesso di un martello in grado di distruggere qualunque cosa, e il sacerdote Myoue, sempre pessimista, di pessimo umore, stanco e in attesa di un cambiamento. La storia inizia quando Koto entra forzando un qualche genere d’ingresso nel luogo dove risiede Myoue, la Capitale Specchio, una versione di Kyoto pressochè indistruttibile in cui il tempo scorre anche se resta fermo. Myoue, e i suoi due buffi fratelli, ne sono i custodi per volere di loro padre, un maledetto monaco in possesso di poteri mostruosi che per nascondersi dall’occhio del mondo (e occultare alcuni piccoli abusi di magici poteri) crea questa dimensione alternativa, insieme a Lady Koto, sua moglie, che allo stesso tempo è il disegno di un coniglio a cui il monaco ha dato vita per gioco. Folle, incomprensibile, contorto dal mischiarsi di svariate linee temporali, ci vogliono alcuni episodi perchè si abbia la chiara idea di cosa sia accaduto e cosa stia per accadere: fatto sta che il monaco se n’è andato, e i suoi tre strambi “figli“, Myoue e i suoi due fratelli Kurama e Yase, sono rimasti nella Capitale Specchio per custodirla e attendere il suo ritorno. Che sembra non arrivare mai.

In un turbinio di stranezze e colori vengono spiegati tutti gli antefatti, con flashback che sembrano essere la storia vera e propria interrotta bruscamente da riferimenti al tempo presente, giacchè il passato non ha mai smesso di infestare la mente di questi personaggi; poi, quando tutto comincia ad essere chiaro, e ogni tassello ha trovato la sua collocazione, bastano pochi dettagli e geniali trovate di fotografia per mostrarci i personaggi nella loro banalmente umana natura. E quindi Myoue, Koto, il prete e la sua moglie coniglio, Kurama e Yase… sono diventati i personaggi protagonisti di quella che è la mia favola del mercoledì sera, che sta per arrivare a conclusione (non resta che aspettare la trasmissione del decimo e ultimo episodio).

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