Gli Inguardabili – Divergence Eve

di Regola 7

Che cosa sono Gli Inguardabili di Regola? Bella domanda, spesso perdo di vista anche io l’obiettivo e vado a rileggermi la presentazione… e poi ricordo, è solo uno spazio in cui affronto l’analisi di serie animate dal punto di vista dei difetti, o delle caratteristiche che le rendono “brutte” e non “belle”. Ma queste sono due parole che non vogliono dire niente se non vengono accompagnate da tante altre che spiegano “perchè è bella/brutta”. E quindi finisco sempre a camminare sul filo di un rasoio, titubante se parlare o meno di una serie perchè spaventato da una visione eccessivamente influenzata da quelli che sono i miei standard personali. Poi, di solito il lunedì, come un capitano pirata do in pasto agli squali le mie preoccupazioni e procedo per la mia strada: non devo preoccuparmi di color che parleranno bene delle serie che scelgo, ci sarà sempre qualcuno che la pensa diversamente da me. L’unica cosa che deve preoccuparmi è che la la trattazione sia divertente, e che le mie motivazioni siano chiare. Vi ricordo che potete sempre consigliarmi un titolo per la rubrica, contattandomi sul forum di Komixjam, poichè tutti abbiamo qualcosa che vorremmo vedere stroncato.

Oggi voglio confidarvi due aspetti che cerco di cogliere all’istante per capire il prodotto che mi trovo di fronte, se esso ha l’aria di essere un “low budget”… adoro i progetti a risparmio, perchè permettono a registi e sceneggiatori di proporre soluzioni alternative che rendono le loro serie delle vere e proprie perle, alle volte però si finisce per trovarsi davanti un realistico dipinto dell’Inferno Dantesco. La prima cosa che guardo è come vengono disegnati gli occhi: se essi sono storti, i personaggi soffrono di strabismo, o cambiano forma senza motivo tra un frame e un altro so di avere davanti qualcosa di veramente pessimo. Oggigiorno siamo fortunati,le tecniche di produzione sono abbastanza migliorate rispetto agli scorsi decenni e non ci troviamo di fronte certi “mostri su pellicola”. La seconda cosa a cui presto attenzione sono le musiche di sottofondo: se quasi tutto l’anime è dominato da un silenzio ansiogeno possiamo avere di fronte il lavoro di uno staff altamente incompetente. Tenete presente soprattutto il secondo punto, mano a mano che vi presento Divergence Eve, l’Inguardabile di oggi (e mi scuso in anticipo per la lunghezza).

Divise per l’addestramento: spero non prendano freddo.

Lo Studio Radix è fallito, per ovvie ragioni, nel 2006, non prima di averci regalato l’anime di Silent Mobius (dal manga di Kia Asamiya) e questa controversa serie, Divergence Eve, prodotta nel 2003. Non che avessi molte aspettative per questo fantascientico (è un genere che pratico poco perchè oggigiorno troppo “scientifico” e poco “fanta“) ma devo ammettere di aver avuto una prima buona impressione, dalla sigla di apertura… niente cantato, niente animazioni complesse, solo una presentazione dei vari personaggi sotto un tema mandato in loop continuo! Benissimo, avevano pochi soldi e li hanno risparmiati per le cose che contavano, mi dissi, queste sono cose che apprezzo. Solo che dopo tredici episodi sono del tutto convinto che chiunque con un sintetizzatore avrebbe potuto creare una colonna sonora migliore.

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Come avrete notato dalle prime immagini questa serie deve necessariamente contenere una buona dose di fan-service… qualcosa su cui potrei tranquillamente sorvolare, a differenza di molti che hanno dichiarato che questi hanno appesantito la serie e reso la trama difficile da seguire. Davvero? Trama difficile da seguire? A me sembra strano anche solo sostenere che in questa serie ci sia una trama ben strutturata! Al diavolo la compostezza e cominciamo a stroncare questo scempio!

Ci sono momenti, con immagini come questa che si respira fantascienza pura… perchè hanno dovuto rovinarsi così?

Quando guardo un anime fantascientifico mi aspetto in primo luogo che gli eventi si susseguano con una logica lineare, non necessariamente comprensibile fin dall’inizio ma attraverso continuo accumulo di elementi e colpi di scena. Lo sceneggiatore, per aumentare la suspence, ha scelto di stravolgere la lineare cronologia con cui la storia andava raccontata, trasmettendo come primo episodio la seconda parte della battaglia finale, rovinando addirittura il colpo di scena migliore della serie. Il dodicesimo e il tredicesimo episodio sono la prima e la terza parte della battaglia finale, mentre gli episodi dal secondo all’undicesimo ci raccontano dell’addestramento di Misaki, la protagonista, e i personaggi intorno a lei. Complimenti vivissimi, invece di creare suspence sono riusciti perfettamente ad annoiarmi e farmi assumere un atteggiamento disfattista nei confronti della serie: tutti gli sviluppi, scontati o meno, risultano prevedibili. E quando qualcosa è prevedibile, o la trama è eccezionale o il prodotto va cestinato senza alcun appello. Poi gli elementi sono troppi: hanno avuto una bella idea ma l’hanno appesantita con troppe divagazioni buttate a casaccio nella storia, forzandola e causando al sottoscritto ben tre scoppi d’ira (altri direbbero “solamente tre”). Posso capire che fare un fantascientifico non sia semplice e necessiti di dover sottostare sempre a specifici canoni narrativi, ma qui hanno esagerato e messo troppa carne al fuoco, lasciando volutamente aperte alcune questioni che per fortuna non sono necessarie alla comprensione della vicenda: forse solo un tentativo di confondere lo spettatore? “Sciocchino“, direi allo sceneggiatore tirandogli le orecchie “ci hai rivelato quasi tutto al primo episodio, è impossibile confonderci, puoi solo irritarci“.

Ghoul, i cattivi. Anche se in certi momenti fai il tifo per loro.

Divergence Eve è ambientato nel 2317 in un altro sistema solare: come impariamo mano a mano nelle introduzioni dei vari episodi, nel 2017 il genere umano scoprì l’esistenza di determinati buchi tra più universi che, attentamente sfruttati, avrebbero permesso di coprire parecchi anni luce in pochissimi minuti. Il problema è che insieme all’uso del primo varco e alla creazione di una stazione interplanetaria con oltre dieci milioni di abitanti, il genere umano ha attirato l’attenzione di misteriose creature chiamate Ghoul, identificati come nemici e invasori. Per questo viene creato il corpo speciale dei Seraphim allo scompo di combattere la minaccia aliena: Misaki e le sue tre amiche hanno superato tutte le selezioni sulla Terra e vengono inviate su Watcher’s Nest (il nome della stazione) per completare l’addestramento. Ognuna ha la sua vicenda personale, ma Misaki fin dall’inizio attira più l’attenzione, e sappiamo perchè dal primo episodio, il suo DNA è un incrocio tra quello umano e quello Ghoul, e quindi solo lei ha il potere di trasformarsi e combattere il nemico. Buffo il fatto che quando muoiono questi emanano un lamento del tipo “volevo solo una sigaretta“. Ovviamente questo gruppo di amiche verrà a conoscenza del loro nemico nel peggiore dei modi possibili, e mentre la paranoia cresce vengono spiegati quasi tutti i dettagli, il piano del cattivo (banalissimo) rischia il successo mentre la verità sui Ghoul non viene rivelata, lasciandoci con un finale in pieno stile fantascientifico e l’annuncio di una seconda serie. Ora, pare sia migliore della prima, ma non fidandomi di questi pareri non ho nessuna intenzione di guardarla.

E l’Oscar per peggior antagonista di quest’anno va a….

I miei tre scoppi d’ira.

  • Bernard Firestar, un giornalista arrivato dalla Terra per tenere d’occhio Alchemy (l’organizzazione segreta che mira a un’esistenza superiore guidata dal cattivo) è al centro di alcune scene assolutamente insensate. Primo, durante l’attacco di un Ghoul approfitta della commozione per inserire un programma nell’androide Kotoko: questi dopo la riparazione non viene neppure sottoposto a una scansione e il giornalista sfrutta quindi continuamente l’androide come piattaforma per infilarsi nel sistema informatico della stazione. Poi, non pago di ciò, e conscio del fatto di essere tenuto sott’occhio inganna la protagonista Misaki e la porta sul pianeta costantemente vigilato dove appaiono i Ghoul (e dove anni prima morì il padre della protagonista); questi riesce a ritornare dopo aver rubato alcuni dati preziosissimi, ma dato che il cattivo lo sta usando a sua insaputa per i suoi scopi viene lasciato libero di passeggiare senza essere messo agli arresti. Geniale. Dato che il cattivo ha un piano per lui, tutti i personaggi non prendono iniziativa contro di lui. Geniale. Che goduria quando muore.
  • Suzanna Bluestein, amica di Misaki e cadetta, dopo la scoperta dell’esistenza dei Ghoul si tira indietro e le vengono cancellati due anni di memoria. Niente di strano, se non consideriamo che Suzanna è di famiglia militare e sarebbe potuta tranquillamente tornare sulla Terra dai suoi ricchi genitori invece di ritrovarsi a fare la netturbina su Watcher’s Nest in un quartiere per giunta devastato dai Ghoul. Questo solo perchè incontri Misaki e la motivi a combattere (senza aver comunque alcun ricordo su di lei) nella parte finale della serie. Bastava un qualunque personaggio creato in quel momento, e avrebbero creato una scena infinitamente più credibile.

  • Kotoko, all’inizio viene distrutta da un Ghoul e emette delle scintille. La seconda volta che viene distrutta, da colpi di pistola, sanguina. Sanguina, quando è chiaro nella serie (da altre scene) che non abbia componenti organiche! Volete dirmi che qualche sadico le ha dato dell’olio per macchine di colore rosso?
Il giornalista mentre inserisce un programma nella decapitata Kotoko.

Non ho finito. Il peggio deve ancora venire.

Quei geni criminali della Radix hanno deciso di risparmiare e usare parecchia computer grafica nella serie: risultato, un dolore allo stomaco che non ti passa mai. La CG sarà anche comoda e per certi versi economica, ma se fatta male da vita a risultati inguardabili… capisco che era il 2003, ma il sottoscritto ha fatto cieli stellati migliori usando QuickBasic su un 80386. Non solo, le poche animazioni presenti sono riservate quasi del tutto alle camminate ancheggianti dei svariati personaggi femminili e ai rimbalzi dei loro seni: l’ingegneria genetica deve aver fatto passi da gigante perchè tutti i personaggi femminili li hanno sproporzionati. E comunque complimenti agli addetti alle animazioni: hanno dimostrato che con due frame puoi far ondeggiare a meraviglia le tette e inserire senza troppi sforzi lunghe camminate rubando secondi di vita allo spettatore. Vogliamo parlare del design? In un ambiente futuristico ricco di strumenti dalla forma plastica hanno affiancato ai personaggi degli esoscheletri, creati in CG, che io ho simpaticamente battezzato “silos“. Non fatemi pensare ai Necromancer, i “silos” sul pianeta manovrati dai cadaveri (esatto) degli esploratori morti durante l’attacco di un Ghoul, che si muovono con lo stesso senso del ritmo degli Umpa Lumpa! Trall’altro mi sfugge ancora l’utilità dei Necromancer ai fini della storia: credo c’entri qualcosa con i tentativi di contatto operati dai Ghoul, ma secondo me sono stati messi la solo per guadagnare due episodi. Parlando di elementi inutili, c’è anche la bimba nei bassifondi che passa il suo tempo a disegnare Ghoul sul pavimento: messa lì, senza spiegare niente… mi sta bene, ma a conti fatti un episodio inutile, che non aggiunge niente alla già triste situazione, perchè apre una parentesi “non chiarita e non chiaribile”.

Questi cosi sono veramente brutti.

Tranquilli: non solo gli umani agiscono a casaccio, lo fanno anche i Ghoul. Secondo una certa interpretazione la loro intenzione sarebbe quella di stabilire un contatto, ma qualcuno dovrebbe fargli capire che sbranare e mangiare vivi esseri umani non migliora la situazione. Abbiamo di fronte la tipica situazione in cui due specie senza mezzi di comunicazione in comune si sono attaccati a vicenda sentendosi minacciati… ma si sa, la fantascienza è anche fatta di incomprensioni, gente che pasticcia col DNA e violenza insensate, comunque non come sono state usate in Divergence Eve. Avrei dovuto capire tutto dalla sigla di chiusura e non farmi illusioni per tredici episodi (il titolo è “Pump up”, vi faccio il favore di non fornirvi il link).

Che dovrebbe rappresentare? Cos’è quest’accostamento orripilante?
Per certi versi Final Fantasy 7 (del 1997) era fatto meglio.

Commenti (7)

  1. Soddisfatto.
    Ora potr� andare a guardarmi Shakugan pensando a Regola che guarda qualche altro capolavoro come Divergence Eve solo per noi.

    Non so se sono pi� masochista io provando piacere a leggere te che guardi cose del genere o te che le guardi e condividi con noi le tue esperienze.

    1. Di sicuro do sfogo al mio autolesionismo nel guardarle: nel condividerle esce per� il mio lato sadico. Per voi non so :D.

  2. Io provo piacere a leggere i tuoi sput****menti contro serie anime brutte (goduria se sono anche famose). 😀

    1. ti far� piacere sapere che il mese prossimo ho in programma un colpo basso a una serie abbastanza “famosa” (non dir� quale, ovviamente)

  3. Fantastico!!!!! X��D
    Nient’altro da dire… sembra una perla di incredibile bruttezza! I critici direbbero:”Imperdibile!”.

  4. se eri un fan dei digimon, quale il sottoscritto, ti consiglio di guardare “Digimon Savers”. Secondo me troverai molto materiale per la tua rubrica (purtroppo)

    1. vidi a suo tempo la prima serie, e sebbene non mi ha attirato (per questioni di target) non mi parve male. prover� a dare un’occhiata a questa.

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