Focus On: Donquijote Doflamingo, la psicologia del personaggio – Memorie di One Piece (95)

di Caesar VII 10

Seconda parte dell’approfondimento dedicato al membro della Flotta dei Sette più quotato al momento. Ricordo che la prima parte, che riguardava le varie ipotesi sui suoi poteri, al trovate qui >> http://www.komixjam.it/focus-on-donquijote-doflamingo-memorie-di-one-piece/

Background del personaggio.

 Del passato del personaggio,  al momento, non sappiamo nulla (ovviamente). Qualche tratto, però, della sua vita lo possiamo ricostruire. Donquijote Doflamingo nasce la bellezza di 41 anni fa (eh si, sembra molto più giovane) in un luogo imprecisato nel mondo di One Piece (probabilmente nel Mare Settentrionale come Law e Bellamy).Della sua infanzia abbiamo solo quest’immagine che potete vedere a sinistra … Già la prima volta che uscì, se vi ricordate, avevo ipotizzato che Doflamingo avesse avuto un’infanzia agiata e viziata e questa sensazione è stata rafforzata dall’ultimo capitolo, dove alcuni membri anziani della sua ciurma si rivolgono a lui come “padroncino” (un po’ come Alfred si rivolge a Bruce Wayne, altre similitudine con Batman dopo il soprannome Joker).Della carriera da pirata di Doflamingo sappiamo poco nulla; a 17 anni assistette all’esecuzione di Gold Roger in prima persona (evento importante per la psicologia del personaggio che riprendo più avanti) e negli anni successivi si costruì una fama di tutto rispetto, guadagnandosi una taglia piuttosto rilevante. Ad un certo punto ha deciso di unirsi alla Flotta dei Sette, questo perché condivide alcuni obbiettivi con una frangia segreta del Governo con cui Doflamingo tutt’ora collabora.

Adesso analizzerò per punti i tratti della personalità del fenicottero. Si tratta per lo più di mie interpretazioni e, quindi, opinabili.

Cinica intelligenza; Filosofia del Potere

Finora Doflamingo si è contraddistinto per la sua cinica intelligenza, la sua visione sprezzante e fredda del mondo e delle regole che lo governano. Una delle frasi più belle e importanti di Doflamingo, pronunciata durante la guerra di Marineford, mette ben in risalto la concretezza del suo pensiero:

« I pirati sarebbero il male? E la Marina rappresenterebbe la giustizia? Bene e Male non sono altro che colori sulla tela i cui nomi cambiano di continuo! I bambini che non conoscono la pace… e quelli che non conoscono la guerra… vedono il mondo con occhi molto diversi! Solo chi è al potere può stabilire ciò che è giusto e che è sbagliato! E questo luogo proprio ora si trova a metà strada tra le due possibilità! “La giustizia trionferà”?! Ovvio! Perché sono i vincitori… ad essere nel giusto! »

È la filosofia del potere (might is right), quella che afferma che non esistono i diritti imprescindibili e naturali dell’uomo ma che solo il potere e la forza fisica possono stabilire ciò che è moralmente giusto o sbagliato per l’uomo. Questa filosofia si ravvede anche nello scopo ultimo di Doflamingo, ossia quello di creare una società dove solo la forza è l’unica discriminante e dove i più deboli sono destinati a soccombere. Per questo non ci si deve stupire che Doflamingo fosse il proprietario della più importante casa d’aste di esseri umani (e non) di Sabaody, dove le creature così deboli da farsi catturare venivano vendute e sfruttate per i suoi scopi …

L’antipirateria; Filosofia del “Sorriso”

 La concretezza di Doflamingo si riscontra anche nel suo disprezzo verso i pirati sognatori, ossia quella categoria di pirati (di cui Rufy è un perfetto esempio) visionari, idealisti, che rincorrono i loro sogni anche se non possiedono le capacità per realizzarli. Noi conosciamo questo aspetto della sua ideologia grazie a Bellamy, un pirata che tentava di emulare il pensiero del suo idolo nonché capo ma, come Doflamingo stesso gli fa notare prima di ucciderlo (?), c’è una grande differenza tra loro due e non solo di forza. Bellamy odia i pirati sognatori, come la ciurma di Rufy che rincorreva l’assurda idea di raggiungere una fantomatica isola nel cielo, e pertanto cercava di ostacolarli, umiliandoli, ridendo di loro e perseguitandoli. Doflamingo non è così: il suo disprezzo per questa categoria di pirati resta immutato, ma lui non perde tempo ed energie per dimostrare l’inutilità dei loro sforzi, né tantomeno per smentirli ed umiliarli. Doflamingo dice:

 

Che l’isola nel cielo esista o pure no… Che la città d’oro sia tutta un’illusione oppure no… A me non importa nulla… Hai capito Bellamy? Sfrutta i pareri contrari, quindi prevali su di essi!

È sempre l’ideologia del potere e della forza: l’importante è sempre essere superiori.

Il disprezzo verso i pirati sognatori, secondo me, si riscontra anche nel suo simbolo, un Jolly Roger sorridente ma sbarrato. L’ideologia dei pirati sognatori si fa risalire a Gol D. Roger, il Re dei Pirati che durante la sua esecuzione ispirò la nuova generazione alla ricerca dello One Piece, e fece tutto ciò sorridendo nonostante stesse per morire. Doflamingo, che era presenta al’esecuzione, potrebbe essere stato influenzato profondamente da questo evento e successivamente anche la sua ideologia. Il sorriso diventa quindi il simbolo di tutti quei pirati sognatori che, se non possiedono la forza sufficiente, sono destinati a veder fallire i loro propositi con l’avvento della nuova era di cui Doflamingo vuole essere l’iniziatore.

Pirati sognatori che, anche nel momento prima della morte, riescono a sorridere. Molti collegano questo sorriso anche alla volontà della D.

Joker; Filosofia del Caos

Il sorriso che Doflamingo sbarra nel suo simbolo è quello a trentadue denti dei pirati sognatori. A questo sorriso Doflamingo vuole forse sostituire un altro sorriso, ossia quello di chi guarda gli altri dall’alto al basso, sprezzante e arrogante ossia la smorfia che il fenicottero porta sempre stampata in volto. Il suo è un sorriso crudele,  machiavellico che perennemente ritroviamo nel suo volto tranne in poche occasioni: quando Doflamingo è contrariato perché è stato gettato fango sul suo simbolo e quando il fenicottero è annoiato. La noia sempre essere accompagnare spesso la vita di Doflamingo: lo annoiano le riunioni governative, lo annoiano la vita tranquilla e si stanca facilmente di tutto ciò che gli crea fastidi come Bellamy o la casa d’aste di sua proprietà. Ciò che invece lo diverte un mondo è il caos. Lo vediamo sghignazzare all’esecuzione di Roger, lo vediamo mentre inganna la noia creando scompiglio nelle riunioni degli alti vertici del Governo, lo vediamo esaltarsi al pensiero dell’imminente guerra che vedrà al Flotta dei Sette contro i pirati di Barbabianca. Il caos, quindi, piace a Doflamingo poiché egli vede in esso un’ottima occasione per muoversi nell’ombra e costruire la sua nuova era. Viene d’obbligo pertanto il paragone con il Joker di Batman, altro amante del caos, da cui, tra l’altro, Doflamingo prende il nome in codice “Joker”.

Un Doflamingo Diciassettenne assiste all’esecuzione di Gol D. Roger. Da notare il sorriso malevolo.

Donquijote Doflamingo VS Don Chisciotte della Mancia

Sappiamo già che Doflamingo, che in inglese significa fenicottero, sta per l’animale cui ogni membro della Flotta dei Sette originaria è associato. Sappiamo anche che l’aspetto fisico (in particolar modo l’abbigliamento) sembra esser stato ispirato dal cantante Michel Polnareff (vedi http://www.komixjam.it/le-citazioni-di-oda-la-flotta-dei-sette-memorie-di-one-piece-83/  ). Ma il cognome è ovviamente ispirato al personaggio di Cervantes, Don Chisciotte della Mancia. Io non sono un esperto di letteratura spagnola ma qualche riferimento si riesce facilmente a cogliere. Don Chisciotte è un “folle”, un personaggio cavaliere che con ironia ha lo scopo di ridicolizzare i libri di cavalleria e di satireggiare il mondo medievale.

Il “folle” cavaliere mostra al lettore il problema di fondo dell’esistenza, cioè la delusione che l’uomo subisce di fronte alla realtà, la quale annulla l’immaginazione, la fantasia, le proprie aspettative, la realizzazione di un progetto di esistenza con cui l’uomo si identifica.

Capite bene, quindi, che alcune analogie con il corrispondente personaggio onepieceiano saltano subito all’occhio. Se qualcuno conoscesse  meglio di me l’opera di Cervantes e volesse intervenire aggiungendo qualcosa, sarebbe graditissimo.

 Ho concluso per ora il Focus On su Doflamingo. A mio parere si tratta di uno dei personaggi potenzialmente meglio tratteggiati di tutti il manga, stando alle premesse che ho esposto sopra. Di sicuro è uno dei membri della Flotta dei Sette che preferisco (insieme a Crocodile); un personaggio che magari all’apparenza sembra frivolo ed inconsistente ma che rivela poi una psicologia invidiabile, ben superiore a quella di altri personaggi mono espressivi la cui psicologia deve essere ancora indagata ma che raccolgono comunque un maggior numero di consensi (Mihawk per esempio).

Spero che abbiate trovato interessanti tutte queste chiacchiere!!

Commenti (10)

  1. Ottimo articolo caesar :biggrin: ho apprezzato molto il parallelismo con hai fatto con Don Chisciotte della Mancia. E dire che quando spunto per la prima volta Doflamingo pensai sarebbe stato una personaggio da una “saga e via”; felice di essermi sbagliato e alla luce degli avvenimenti degli ultimi anni ormai � sicura la sua posizione di personaggio “portante” nel New World :biggrin:

  2. Doflamingo ha 41 anni? Pensavo fosse molto pi� giovane… Ma in effetti per assistere alla morte di Roger non � strana quell’et� visto il tempo passato.
    Articolo interessantissimo, mi � piaciuto in tutto, le riflessioni sul suo pensiero, le riflessioni sul suo Jolly Roger, il parallellismo con il Joker e con Don Chisciotte.

  3. Onestamente non capisco qualcosa sull’immagine da piccolo,a me il fatto che indossi vestiti logori, sporco dalla testa a i piedi e su un poltrona rappezzata aveva trasmesso l’idea che avesse avuto un’infanzia tutt’altro che agiata ma misera e difficile che lui affrontava con la stessa sfrontatezza che mostra tuttora nei confronti di qualsiasi cosa,ho toppato in pieno?XD Comunque l’articolo � bello,molto interessante davvero…

    1. � sporco, si, ma come qualsiasi altro bambino della sua et�… Le palme sullo sfondo, la poltrona, gli occhiali da sole, sigaretta in bocca, sorriso arrogante… A me hanno dato l’idea di un bambino che non ha molti problemi, viziato e che ha tutto ci� di cui ha bisogno, e anche un po’ bulletto…
      Contrasta molto con altri personaggi che Oda ha disegnato da bambini in vere condizioni di povert�, come i tre Ammiragli o Orso Bartholomew … Poi ovviamente sono solo impressioni, per� il fatto che i vecchi della sua cricca lo chiamino “padroncino” � una buona prova a favore…

    2. anche a me ha dato l’idea di una persona povera , per� magari aveva una discendenza ricca e potente quindi questo lo portava a darsi della arie da nobile , magari � proprio figlio di nobili crollati in disgrazia, il fatto che alcuni della ciurma lo chiamino padroncino pu� essere magari a causa di questo , qualche servitore lo ha seguito nonostante la povert� xD

      1. Non mi sembra molto povero, nella sua residenza a DressRosa 😆 Io concordo con Caesar, � piuttosto probabile che sia ricco da sempre, e che come il Bruce Wayne di Nolan mette spesso da parte la sua posizione tranquilla ed agiata per entrare in azione, solo che Doflamingo lo fa per noia, per avere degli stimoli, per portare nel mondo la sua visione di disequilibrio :happy:

  4. Un approfondimento molto bello.
    La filosofia della forza era abbastanza ovvia guardando il personaggio, ma il suo rapporto con il sorriso e i riferimenti a Batman non li avevo notati.
    Il rapporto con DonChisciotte � molto particolare.
    Sono senza dubbio oppostii: il cavaliere di Cervantes rappresenta appieno la forza dell’illusione, nelle due opere: nella prima incarna sia l’aspetto futile e folle, che porta a cadere, sia l’inesauribile speranza che spinge a rialzarsi e proseguire: tutto ci� che Doflamingo detesta.
    Nel secondo libro � pi� particolare, in quanto DonChisciotte diventa una spinta positiva, capace di portare a credere e rendere in qualche modo migliore chi lo circonda, e anche in questo � ci� che il nostro flottaro detesta.
    Se per� esaminiamo il finale, la citazione potrebbe essere un’altra: riportato alla realt�, privo delle sue illusioni, il protagonista del romanzo infine si ammala e muore. E questo potrebbe essere l’aspetto dell’opera che Oda vuole incarnare nel personaggio: si tratta della fine delle illusioni e della morte spirituale, lui � il simbolo della fine dell’era e rappresenta la pirateria che, persi i suoi ideali, si avvia a diventare qualcosa di ben diverso dall’ideale romantico incarnato da Roger e i suoi seguaci.
    Per finire, la “D”. Onestamente, conoscendo Oda, non mi stupirei se rappresentasse proprio uno smile. Per due ragioni: in primo luogo, senza una precisa collocazione dei due punti, pu� rappresentare una faccia sia sorridente che sorpresa, e questa sarebbe la forza di cambiare il mondo sia grazie al sorriso e all’ottimismo (come le tre esecuzioni) sia grazie allo stupore (lo One Piece, la vera identit� del padre di Ace, lo scontro a Enies Lobby, per citare gli stessi tre personaggi).
    Inoltre, la capacit� di influenzare le azioni altrui tramite la propria forza vitale � un punto cardine di One Piece: non solo perch� l’haki del Re � il tipo pi� raro e potenzialmente pericoloso, sia perch� a oggi la ciruma dei Mugiwara non si � mai tenuta in disparte a guardare, ma ha sempre influenzato con le sue azioni e la sua determinazione l’ambiente circostante: si � trovata a destreggiarsi tra tirannie, guerre civili, intrighi politici e armi ancestrali pi� di una volta, ed � da sempre stata questa caratteristica a giustificare l’alta taglia sulla testa del capitano. Capitano la cui caratteristica, come ci fa notare Mihawk, � la capacit� di reperire alleati ovunque, ed � forse l’abilit� pi� pericolosa nell’intero oceano.
    Credo non si risolver� cos�, ma non sarei comunque sorpreso di sapere che la “D” rappresenta uno smile.

    1. giuro che se oda se ne viene fuori con una cosa del genere per la “D.” vado in giappone e lo squarto.

      mi sentirei un po’ preso per il culo.

      1. Alla fine salter� fuori che DF si chiama
        Donquijote D. Oflamingo ma ha nascosto lui la D perch� se ne vergognava :biggrin:

        A me piace l’interpretazione di Mekhet… Magari la D. � comunque l’iniziale di una parola che un giorno scopriremo ma nello stesso tempo potrebbe anche essere il simbolo di un sorriso che poi si ricollega alla volont� della D. che � perdurata nei secoli…

        Anche Hagwor D. Sauro in fondo � morto sorridendo, Dedereshishi….

  5. Dagli ultimi riscontri si pu� tracciare ancora meglio il profilo psicologico di Doflamingo, ha perso la madre a 8 anni e ha ucciso il padre a 10 quindi credo che cadono le teorie sul fatto che sia viziato, anche perch� se fosse stato cos� non avrebbe avuto motivo di uccidere suo padre, anzi oserei dire che la mancanza di figure genitoriali lo abbia portato a crescere troppo in fretta, il che coinciderebbe con l’odio per i pirati sognatori che sono completamente diversi da lui che non ha potuto sognare nella sua et� adolescenziale e infantile perch� costretto a crescere.

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