Bakumatsu Gijinden Roman – Recensione Komixjam

di Regola 1

Buon sabato a tutti, quest’oggi voglio parlarvi di una serie in corso verso la quale ho fin dall’inizio volutamente evitato di sviluppare una precisa opinione prima di vedere effettivamente il primo episodio (e quelli seguenti), Bakumatsu Gijinden Roman. È un’anime molto particolare, ma verso il quale consiglio di approcciarsi senza troppe aspettative, sono una ventina di minuti settimanali senza troppe pretese che possono risultare piacevoli, rilassanti e divertenti purchè si sia appassionati di un certo tipo di prodotto, e soprattutto, non ossessionati dalla ricerca di originalità.

Innanzitutto questa serie non ha origine da un manga ne da una serie di romanzi, fa parte di quella categoria di anime che derivano da “giochi”, solo che non si tratta neppure di una visual novel o di un JRPG… bensì da un pachinko. Volevo mostrarvi qualche immagine ma non trovandone eccovene una di riferimento… per coloro che non hanno idea di cosa possa essere. L’immagine che ho scelto è del pachinko di Hokuto no Ken, il primo di tanti manga ad essere stati usati per pubblicizzare queste slot machine alla giapponese.

 

La seconda caratteristica degna di nota è l’autore che ha firmato il character design: Monkey Punch in persona. Aspettatevi tuttavia i musi di scimmia ma niente di più, sebbene vi siano alcuni elementi nella serie che ricordino le avventure del ladro più famoso dei cartoni animati, il taglio della sceneggiatura e leggermente diverso da quello del famoso fumettista… eppure molto simile, quindi, se siete fan dell’Arsenico non potete che provare la visione dopo questa mia breve recensione. (Ma un vero fan di Monkey Punch non ha bisogno che gli si parli di questa serie…vero?)

 

La storia prende luogo verso la fine del diciannovesimo secolo, in quel complesso periodo storico giapponese conosciuto dai più come Bakumatsu. Esistono tantissimi manga e anime che parlano della fine dello shogunato Tokugawa, quindi a noi occidentali appassionati di narrativa orientale determinate questioni non giungono come nuove. Nella serie si troveranno riferimenti alla corruzione dei burocrati e al maltrattamento del popolo che porteranno poi alla rivolta da parte dei samurai di Choshu, la nave nera attraccata nel porto di Edo (Tokyo) che costrinse il giappone a una forzata occidentalizzazione (almeno dal punto di vista legislativo)… ma mentre i moti di ribellione ancora erano in incubazione ci pensava il fantomatico ladro Roman a proteggere il popolo dalle angherie di fraudolenti ricchi, derubandoli del loro oro e restituendolo ai leggittimi proprietari: una specie di Robin Hood giapponese. Roman non è solo, è aiutato da un gruppo di fedelissimi alleati: un medico, un vecchio inventore, una sacerdotessa, sua sorella che è una kunoichi e un cane dal fiuto miracoloso. Nella serie vi saranno anche altri personaggi tipici di quel periodo: poliziotti, onmitsu, geishe e “colonizzatori occidentali” poichè quello che già dalle prime battute sembra chiaro è che nonostante incappi in loro per una furtuita serie di coincidenze, Roman dovrà difendere il Giappone da invasori stranieri che mirano solo ad ottenere un tesoro chiamato “petali di ciliegio” (spesso detti “senbonzakura“, che nel suo significato originale indica la perdita delle radici culturali dei giovani giapponesi tipica di quegli anni, e per certi versi degli anni ’60/’70).

 

Alcuni degli elementi di questa serie mi hanno anche ricordato quelli super-eroistici tipici del secolo scorso: il fatto che Roman sia aiutato da una potentissima e misteriosa armatura che ne amplifica la forza e lo difende anche dal fuoco di artiglieria (Spriggan? ndRegola), che ovviamente, per non rendere il nostro protagonista troppo “fico” ha una durata limitata, dopodichè le batterie vanno ricaricate. Accade un pò come in Zorro, in cui Don Diego si comporta da imbranato per non essere sospettato: allo stesso tempo Manjiro di giorno va in giro raccogliendo brutte figure in pieno stile Monkey Punch, ma si riscatta di notte riportando la giustizia nella capitale.

Catwoman?!

È rimasto veramente poco da trattare della stagione in corso, stando alla mia scaletta avrei dovuto terminare con questa serie: “ma come?” direste, ci sono ancora altre serie di cui parlare! Non posso dirvi che aspettare e avere fiducia: non ho dimenticato i titoli che non ho avuto il tempo di presentarvi e di guardare con attenzione (credo di avervelo detto in passato, necessito tra i 3 e i 6 episodi per valutare una serie composta da un totale di 13), anzi, se controllate l’home page di Komixjam nelle prossime settimane potreste trovare qualche sorpresa…

Commenti (1)

  1. Concordo con quanto hai detto, se uno si vuole vedere qualcosa senza troppe pretese ed � un fan di zaz� non se lo pu� far scappare

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