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  • in risposta a: train gallery #995639

    Sembra strano commentare sbavando? No perchè sto sbavando proprio now :sbav:

    Grazie a tutti! Il prima possibile posterò i primi bozzetti e magari qualche tavola che ho già ultimato! 😀

    in risposta a: Omosessuali. Cosa ne pensate? #995344

    Premettendo che delle volte provo un grande dispiacere (non rabbia o fastidio, proprio dispiacere) quando in una discussione su temi complessi si arriva a semplificare troppo i concetti e a radicalizzare le proprie posizioni su dettagli insignificanti, io penso che la questione “gay si nasce / gay si diventa” sia facilmente superabile.

    Tra l’altro non capisco (anzi sì, lo capisco) perché spesso, quando si parla di omosessualità, le posizioni di chi è tendenzialmente omofobo si avvicinano all’idea “gay si diventa”, mentre le posizioni di chi è tendenzialmente non-omofobo si avvicinano all’idea “gay si nasce”. Secondo me c’è alla base un retaggio culturale piuttosto diffuso (anche tra i non-omofobi) che sembra quasi sottintendere il concetto che una scelta si possa condannare, un modo di essere no. Tra l’altro passando per un cortocircuito logico che fa coincidere il diventare omosessuale con lo scegliere di diventarlo. Ma anche se fosse, a me piacerebbe che il campo venisse sgombrato dall’idea che una scelta personale e che riguarda esclusivamente se stessi si possa condannare: perché si dovrebbe? Non so se anche all’estero è così, ma quando si parla di omosessualità in Italia sembra di essere in un gigantesco tribunale morale dove si applica una giustizia sommaria e che non è basata su alcun codice se non quello della delimitazione del territorio. Perché alla fine questo è: due persone dello stesso sesso che si amano rappresentano per alcuni una minaccia. E quindi ci sono gli invasi e gli invasori (ruoli abbastanza intercambiabili, in verità), che diventano accusatori e accusati che un po’ per forza di cose si pongono in una posizione di difesa (è un modo di essere -> non può essere condannato). Ma anche se fosse una scelta consapevole e del tutto cosciente la conclusione dev’essere comunque “-> non può essere condannato”. Perché dovrebbe essere diversa? Il fatto che la discussione verta così tanto su questo punto, gay si nasce / gay si diventa, secondo me è una vittoria culturale degli omofobi. Finché il concetto di colpa (o addirittura peccato) aleggia sulla gran parte delle discussioni sul tema è come muoversi in un territorio delimitato dalle urine ideologiche di un Giovanardi qualsiasi: è semplicemente il territorio sbagliato.

    Comunque, siccome la discussione (interessante) si è spostata sul lato scientifico, se si vuole utilizzare la scienza come punto d’appoggio direi che il punto d’appoggio dev’essere bello fermo. Non sono uno scienziato, quindi se mi sbaglio mi corigerete (cit.).

    I test di cui parlano gli articoli che avete postato sono basati sugli studi condotti sui gemelli, che sono un modo per valutare il ruolo che i fattori genetici e i fattori ambientali hanno nello sviluppo di un certo carattere (nel senso biologico e non psicologico del termine). Questi studi sono concettualmente piuttosto semplici: si osserva se alcuni caratteri sono presenti in entrambi i gemelli, partendo dal dato che due gemelli monozigoti hanno in comune il 100% dei geni, due gemelli dizigoti in media il 50%. La presenza del carattere in entrambi i gemelli viene definita tecnicamente concordanza. Quindi se un carattere fosse sotto esclusivo controllo genetico la concordanza dovrebbe essere del 100% nei gemelli monozigoti e del 50% nei gemelli dizigoti, e in generale maggiore è la differenza nella concordanza fra gemelli monozigoti e dizigoti e maggiore è il peso dei fattori di natura genetica nel determinare quel carattere.
    Un articolo postato da uno di voi (non ricordo chi, forse blu) citava uno studio secondo cui la concordanza per l’omosessualità è del 52% tra monozigoti e 22% tra i dizigoti. Questo vuol dire che c’è una forte componente ereditaria, che è responsabile di quella forbice del 30%, ma che questa componente non è la sola, altrimenti avremmo avuto valori del 100% per i monozigoti e del 50% per i dizigoti. La componente ambientale è quindi responsabile di una forbice ancora maggiore rispetto a quel 30%. Tra l’altro bisogna tenere in considerazione che nel 50% dei casi i gemelli dizigoti sono di sesso diverso, e che quindi i fattori ambientali a cui sono esposti possono anche differire sensibilmente. Quindi la forbice del 30% è senz’altro sovrastimata.
    Aggiungo che se la componente genetica fosse preponderante l’omosessualità dovrebbe mostrare anche una certa ricorrenza nelle famiglie: una buona percentuale di omosessuali dovrebbe avere almeno un genitore omosessuale che però ha deciso di accoppiarsi con un individuo di sesso diverso. E poi bisognerebbe considerare non solo i fratelli, che condividono geni e, soprattutto fino all’adolescenza, ambiente, ma anche cugini e zii, che condividono geni ma non ambiente.

    Questo partendo da uno studio che ha mostrato una relazione tra geni ed omosessualità, quando ci sono studi che invece non dimostrano alcuna correlazione. Tra l’altro non mi meraviglierei se un giorno si dovesse scoprire che esistono diverse forme di omosessualità, di cui alcune maggiormente influenzate dalla genetica e altre influenzata quasi esclusivamente dall’ambiente.

    In sintesi, tutti gli studi esistenti su genetica e omosessualità, anche quelli più favorevoli all’ipotesi di una forte influenza genetica, dimostrano che se anche l’omosessualità dovesse avere una componente ereditaria i fattori più importanti nel determinarla sono fattori di natura ambientale. Per questo di studi che dicono “gay si nasce”, da quello che mi risulta, non ne esistono (e non credo ne esisteranno mai).

    Io penso che non si nasca omosessuali ma che lo si diventi. Ovviamente diventarlo non vuol dire scegliere di diventarlo.

    Concordo con molto di quello che hai esposto. Tuttavia non leggo le parole “cuore” oppure “sentimenti”. Credo siano il fattore determinante (anche se sembra molto semplicistico come pensiero).

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