Reply To: Attualità

#994128
Querion
Membro

@Querion: guarda che i punti di contatto tra M5S e fascismo non li nego mica (penso che si capisca chiaramente da quello che ho scritto in risposta a Gilles). Infatti non ho risposto ai tuoi tre punti perché tutto sommato sono d’accordo (l’unico appunto che potrei farti è sul fatto che quei tre punti sono un po’ poco per definire il M5S un movimento fascista, e difatti secondo me non lo è. Tutt’al più lo definirei fascistoide, ma sono sottigliezze.

Tra essere fascisti e usare modalità e termini fascistoidi non trovo una così grande differenza, il salto tra l’uno e l’altro e minimo ed è innegabile che il M5S (come tutti i movimenti di protesta e conservatori) si sia spostato radicalmente nell’ala destra dell’ideologia.

E anche su quanto affermi nel punto 1: quello che descrivi è semplicemente populismo, ho sentito utilizzare le stesse formule che citi anche a Renzi e Vendola. Anche qui, il fascismo è populismo, ma il populismo non è fascismo).

Il populismo è una potente componente di qualsiasi tipo di fascismo: soltanto la spersonalizzazione della massa votante e la deumanizzazione degli avversari sono segnali di partenza, protofascisti se vuoi.

Detto questo, la mia osservazione era circostanziata:

1) all’utilizzo del termine squadrismo, fatto da Augias e da molti altri giornalisti: oggi lo squadrismo non si manifesta con le forme di inizio ‘900, certo, ma neanche con forme completamente diverse quali un’occupazione in segno di protesta. E un discorso analogo lo si può fare per le ragioni che stanno alla base delle azioni squadriste: non sono le stesse di un secolo fa, ma non possono neanche essere completamente diverse. Insomma, l’evoluzione della società e del linguaggio che la descrive non può far perdere i punti di contatto con ciò che c’era in origine. Oggi secondo me lo squadrismo esiste, ed è quello con cui bande di farabutti vanno a distruggere i negozietti etnici, pestano le coppie omosessuali, mettono fuoco alle sedi di un partito o cercano di sabotare le conferenze a cui partecipa un ministro di colore. Non è di certo l’occupazione dei banchi del governo da parte del M5S.

Non per minimizzare i fatti che tu ci parti, ma avvengono in due contesti estremamente diversi. Da un lato le azioni di una piccola frangia (spero ancora che quelli capaci di fare tali azioni, di farle e non di appoggiarle silenziosamente) siano ancora una piccola frangia di intolleranti e razzisti. Ma a parte una vaga appartenenza ideologica o partitica non sono azioni comuni e organizzate che hanno come fine l’abbattimento degli avversari politici (che è il significato di squadrismo).
Ma quando un Partito di governo fa azioni violente (ricordiamoci che quello che hanno fatto i 5stellati è associabile ad aggressione) ai danni di altri parlamentari in sede di governo non è protesta. E’ un atto intimidatorio organizzato politicamente. Che poi sia effettivamente lieve per definirlo squadrismo sono d’accordo (e infatti non ho mai utilizzato questo termine per definirlo) ma è fascista.

2) all’episodio dell’occupazione dei banchi del governo: non mi sogno neanche lontanamente di dare una parvenza di giustificazione ad insulti sessisti e cose del genere. Questo, forse facendo un errore di valutazione, l’ho dato per scontato, ma è ovvio che dare della pompinara ad una collega è una reazione che non posso che trovare sproporzionata ed ingiustificabile (ma ti pare?).

Riguardo l’occupazione ti posso concedere tutte le argomentazioni che hai riportato:

    [*] è un’azione che lede il tuo diritto di rappresentanza? Va bene
    [*] è un’azione violenta? Va bene. Su questo si potrebbe aggiungere qualcosa, perché io (che sono un non-violento) penso sia ovvio che la violenza non si possa mai condannare senza se e senza ma (prima si parlava dei partigiani, ma si possono fare esempi molto più terra terra) e che abbia diverse forme e diverse gradazioni: la violenza di chi occupa temporaneamente un luogo in segno di protesta è diversa dalla violenza di chi esegue un pestaggio, sia perché non è una violenza contro la persona e ciò che essa rappresenta, sia per una serie di altre ragioni (di cui parlo più giù). Comunque, innegabilmente l’occupazione è un atto violento, quindi va bene, è un argomento che ci sta tutto.
    [*] è un’azione inadatta ad un contesto come quello parlamentare, che giustamente definisci luogo “sacro” della discussione democratica? Sono d’accordo.
    [*] è un’azione sproporzionata rispetto a quello che si è perpetrato nello stesso contesto parlamentare? Non sono d’accordo, ma va bene (questo punto e quello precedente non sono in contraddizione).

E’ un’azione fascista? Ecco, su questo ho da obiettare, perché la discontinuità rispetto ad un’azione di stampo fascista secondo me è ben chiara in un aspetto. L’occupazione dei banchi del governo per evitare una truffa, un abuso (ma anche l’occupazione di una fabbrica da parte degli operai per non sottostare al ricatto dei vertici dell’azienda, fa lo stesso) è un’azione che sottintende una finalità ben precisa, ovvero la rivendicazione di un diritto in nome di un principio alto, che è il principio (arbitrario quanto si vuole) di giustizia.

Ecco, la differenza sostanziale secondo me è proprio questa. L’occupazione in segno di protesta è un atto per sua natura non-fascista, perché si basa su princìpi completamente diversi da quelli su cui si basa il fascismo. E difatti l’occupazione delle fabbriche, ad esempio, è stata il fenomeno simbolo del biennio rosso (che tra l’altro coincide col periodo di massima ascesa del fascismo e della violenza squadrista).

Stai confondendo ruoli e situazioni. In Italia le occupazioni sono regolamentate da leggi e dall’azione dei Sindacati che possono usarle in determinate situazioni, anche per evitare ricatti o quant’altro…può essere giusto.
Ma se vai in Parlamento accettando la sfida democratica come il Movimento 5 Stelle ha fatto devi giocare secondo le regole. Metterti in un angolo e pestare i piedi dicendo che non vuoi giocare con gli altri si può fare, ma non puoi pretendere che gli altri ti seguano perché la politica è anche, sopratutto compromesso (e non lo dico in maniera cinica).
Se vuoi fare protesta, anche all’interno dell’aula, ci sono mezzi attivi e passivi perfettamente regolamentati.
La violenza in ambito istituzionale e per la storia nazionale ha un sapore feroce e violento in qualsiasi salsa lo si voglia esporre o qualsiasi ideale si pretenda di proteggere.