Reply To: Attualità

#995917

Speravo e spero tuttora di poter vivere tutta la mia vita senza dover assistere a guerre mondiali. L’Europa di violenza ne ha vissuta per tutti gli altri continenti messi assieme (sembra incredibile, ma, se ci si ferma a riflettere per un momento, quest’affermazione non è tanto assurda quanto potrebbe apparire in un primo momento). Mi auguro che la diplomazia possa essere l’unica “arma” di risoluzione delle controversie internazionali, ma cosa vuoi che ti dica: sarò un ingénu, come direbbero i francesi.
La cosa più aberrante di questa situazione sono i commenti che si trovano in rete di italiani che incitano alla violenza (filorussa, ma non dubito del fatto che, se si cerca bene, si possano trovare anche gli equivalenti filoamericani). In questo momento provo solo un’infinita tristezza. Com’è possibile che non si riesca mai ad imparare dagli errori del passato?

Il fatto è che, per imparare dagli errori del passato, il passato bisogna prima conoscerlo e poi capirlo. E la classica mentalità del tifoso con cui molti dei nostri connazionali si approcciano a qualunque cosa, cercando di far prevalere la propria tracotantissima e disonesta ignoranza, è semplicemente incompatibile con tutto ciò.

Comunque sì, è una cosa di una tristezza infinita.

Nah, la Russia farà quello che vuole, metterà in chiaro le cose sui suoi confini, istaurerà un governo filo-russo e quindi ritirerà le truppe, esattamente come in Georgia.

Un nuovo governo filo-russo in Ucraina dici? Io penso che non ce ne sarà bisogno, la partita secondo me si gioca tutta in Crimea: lì il governo filo-russo c’è già (la Crimea fa parte dell’Ucraina ma ha uno status particolare di Repubblica Autonoma, il parlamento ad esempio ha poteri limitati ma è eletto indipendentemente da quello ucraino) e la popolazione è per il 60% di origine russa: non a caso si parla di anticipare il referendum sullo status della Crimea e non a caso nel parlamento russo si discute di una norma che consenta l’annessione di nuovi territori semplicemente attraverso la via referendaria.

Comunque le somiglianze con quello che è successo in Georgia sono moltissime, dalla farsa dei passaporti al casus belli dell’unica lingua ufficiale.