Il passaggio e i salti spaziali/di scena sono molti interessanti e ottimi se utilizzati nel modo giusto e con equilibrio. La saga a cui ti riferisci di Naruto, quella di Pain, a mio avviso, è stata gestita molto bene ed è stata la prima a piacermi dopo molto tempo. Paradossalmente, lo stile attuale di narrazione di Kishimoto mi sta catturando di meno, anche se sembrerebbe essere più chiaro.
Questo stile particolare conferisce dinamismo e vivacità, è ovvio che non va utilizzato perennemente, ma quando intendi, ad esempio, introdurre personaggi, situazioni e luoghi nuovi, o quando hai bisogno di collegare due parti della storia che altrimenti occuperebbero o necessiterebbero, per la loro presentazione, troppe pagine o tempo.
Personalmente utilizzo piuttosto spesso questo metodo e lo consiglio, pero’ occhio a non esagerare.