Legge elettorale e referendum

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  • #626158
    shikaku
    Membro

    Questo fine settimana si torna a votare, questa volta però non ci sono elezioni, ma si vota per un referendum abrogativo. Il referendum infatti in Italia è abrogativo, ossia permette ai cittadini col proprio voto diretto di abrogare (eliminare) una legge o parte di essa.
    Il tema su cui si voterà è la legge elettorale, ossia la legge che stabilisce un po’ le regole del gioco politico, stabilendo in che modo il corpo elettorale deve essere rappresentato in Parlamento.

    In spoiler metto qualche informazione sul sistema elettorale.

    [spoiler]I principali sistemi sono due: proporzionale e maggioritario.

    Il proporzionale in parole spicciole fa sì che le preferenze espresse dagli elettori siano rappresentati proporzionalmente in parlamento (il partito che ha il 35% dei voti prende proprio il 35% dei seggi). Dunque un sistema che rispecchia fedelmente la voce dei cittadini, ma che porta molti (per alcuni troppi) partiti in Parlamento creando problemi nella governabilità del Paese.

    Il sistema maggioritario, invece assegna all’interno di una circoscrizione il seggio (o i seggi) a chi ottiene più voti. Questo sistema risulta poco rappresentativo perché ad esempio un partito che prende il 15% ovunque, ma perde in ogni circoscrizione (perché il 15% non ti permette di vincere) pur rappresentando la voce del 15% degli elettori (e già siamo nell’ordine dei milioni di persone) non saranno rappresentati per nulla in Parlamento. Dunque un sistema di voto che è poco rappresentativo, ma che escludendo i partiti minori dalla politica rende più facile governare perché si riducono le voci del dialogo.

    Entrambi hanno dei pro e dei contro, perciò si è cercato di creare sistemi misti per correggerne i difetti.

    In Italia l’ultima legge elettorale approvata (ed è quella attualmente in vigore) per l’elezione dei deputati e dei senatori è quella famosa scritta da Calderoli, la cosiddetta “porcata” o “porcellum”.
    In sintesi i punti salienti di questa legge sono:
    -Le coalizioni e i leader delle coalizioni devono essere indicati prima del voto e non dopo le elezioni
    -Liste bloccate per cui si vota solo il partito e le persone da mandare in Parlamento saranno scelti in base all’ordine della lista decisa dal partito (per cui al partito spettano 10 seggi, andranno i primi dieci della lista). Visto che l’ordine è deciso dal partito, questo impedisce dunque ai cittadini di scegliere in modo pieno chi effettivamente mandare in Parlamento
    -clausola di sbarramento: ossia chi non raggiunge una certa percentuale di voti, non entra in Parlamento (non sto qui ad elencarle, perché sono molte variano da Camera a Senato, se la lista è in coalizione o singola, insomma un casotto che non ricordo nemmeno)
    -Premio di maggioranza, ossia la lista o la coalizione che risulta vincente gli vengono regalati un tot di voti per permettergli di governare tranquillamente.

    Alla Camera quindi un partito che riceve il 45% dei voti e pertanto rappresenta il 45% del Paese riceve come regalo un tot di seggi fino ad ottenere 340 seggi cioè quasi il 54% dei voti, falsando dunque la rappresentatività in nome della governabilità
    Al Senato il premio di maggioranza è attribuito su base regionale regalando fino al 55% dei seggi alla lista o alla coalizione che prende più voti.
    Questo crea un bel casino portando a situazioni paradossali per cui chi ha la maggioranza alla Camera (un’ampia maggioranza che si può ottenere anche se nella realtà i voti di scarto tra maggioranza e opposizione sono minimi) può non averla in Senato e viceversa.

    Ora di tutto questo casino che crea questa legge elettorale (di cui pare condivisibile solo la clausola di sbarramento) e di fronte alle richieste di un ritorno a un proporzionale più rigoroso, ecco che arriva il referendum che muove nella direzione opposta, ossia verso il maggioritario.[/spoiler]

    I quesiti del referendum sono tre:

    Primo e secondo prevedono che il premio di maggioranza venga attribuito non più a tutta la coalizione, ma solo alla lista che nella coalizione prende più voti. Si alza inoltre la soglia di sbarramento. (I quesiti sono due perché uno riguarda la Camera e uno il Senato, ma chiedono entrambi la stessa cosa)

    Il terzo chiede di abrogare la possibilità di candidarsi in più circoscrizioni e se si è eletti in più parti scegliere dove essere eletti.

    Insomma alla fine di tutti i difetti pesanti della legge di Calderoli (assenza delle preferenze, premi di maggioranza arbitrari ecc.) non se ne colpisce nessuno, ma si fa in modo di indebolire ancora di più i partiti più piccoli (perdendo ulteriormente in rappresentatività), solo il terzo quesito invece mi pare ragionevole.

    Voi che ne pensate sia del referendum sia della legge elettorale e le sue conseguenze?
    Cioè preferite un sistema politico rappresentativo e quindi plurale o un sistema snello, in grado di prendere rapidamente decisioni, ma con pochi (tendenzialmente due) partiti mettendo dunque a tacere tanti partiti minori?

    #681247
    Bunta-sama
    Partecipante

    A mio avviso la legge elettorale sarebbe da migliorare (se non da rifare quasi integralmente).
    Dei tre quesiti referendari solo il terzo sarebbe degno di essere votato. Per gli altri due sarebbe molto meglio astenersi ed evitare che venga raggiunto il quorum.
    Gli italiano hanno dimostrato di volere un sistema snello ma non sono ancora pronti ad un sistema bipartitico.
    In conclusione, il sistema bipolare piace e funziona.
    Le preferenze dovrebbero poter essere scritte nelle schede elettorali e la soglia di sbarramento essere portata ad un livello tale da evitare il moltiplicarsi di simboli e partitini che, come succedeva in passato, con uno 0, avevano voce e peso sull’operato del governo.

    #681609
    eleclipse
    Partecipante

    Dei tre quesiti referendari solo il terzo sarebbe degno di essere votato. Per gli altri due sarebbe molto meglio astenersi ed evitare che venga raggiunto il quorum.

    Sono d’accordo che solo il terzo merita, pero penso che si debba sempre andare a votare perchè il diritto di voto, come tutti i diritti, deve essere esercitato per poter essere mantenuto.

    Personalmente preferirei anche un sistema del genere in grado di prendere rapidamente decisioni, ma basandomi sull’assunto che cinque idioti non fanno un genio non penso che siamo ancora pronti per una cosa del genere, visto l’attuale organico politico italiano.

    #681611
    Bunta-sama
    Partecipante

    Sono d’accordo che solo il terzo merita, pero penso che , come tutti i diritti, .

    Personalmente preferirei anche un sistema del genere in grado di prendere rapidamente decisioni, ma basandomi sull’assunto che cinque idioti non fanno un genio non penso che siamo ancora pronti per una cosa del genere, visto l’attuale organico politico italiano.

    Hai pienamente ragione sul diritto di voto.
    Ma questo è un referendum e, per questo tipo di consultazione elettorale, il non voto è un modo per esprimersi. Non facendo raggiungere il quorum si dice a chi governa che la legge in questione va cambiata ma non nel modo previsto dal referendum.
    I tempi non sono maturi (e soprattutto gli italiani non sono pronti) per un bipartitismo perfetto (o quasi) quindi meglio perfezionare il bipolarismo per il momento ed aspettare tempi migliori.

    #682559
    chaplin
    Partecipante

    Ma questo è un referendum e, per questo tipo di consultazione elettorale, il non voto è un modo per esprimersi. Non facendo raggiungere il quorum si dice a chi governa che la legge in questione va cambiata ma non nel modo previsto dal referendum.

    Premesso che la storia del parlare del non voto come un modo lecito di esprimersi per un referendum non va bene.
    Parte tutto dal fatto che un referendum è valido solo se raggiunge il quorum. :icon_confused: E allora?
    E’ anche vero che un voto è valido se non si fanno scritte o segne sulla scheda…
    Quindi dovremo dire che quando si va a votare possiamo votare un partito o annullare la scheda…
    Ma si è mai sentito dire che annullare una scheda è un modo valido per esprimere il proprio voto? E allora perchè lo si dice del non voto al referendum? 😀
    Se poi aggiungiamo che si dirà che il non raggiungimento del quorum è dovuto alla gente andata al mare e che a la gente piace l’attuale legge elettorale… il quadro è completo.

    Ora passiamo alla questione specifiche del referendum…
    O meglio sui primi due.
    Quello che non è stato ben spiegato da nessuno è che una parte di coloro che invitano a votare per il Si lo fa al solo scopo di dar vita ad una legge ancora peggiore dell’attuale e che non piaccia alla maggioranza del parlamento.
    Questo viene considerato l’unico modo per costringere lo stesso parlamento a mettere mano alla legge elettorale che altrimenti resterà così come è…
    Se passasse il referendum, tutti i partiti, Pdl escluso (che trarrebbe vantaggi dalla nuova legge), chiederebbero di riscrivere la legge.

    Chiariti tutti i punti, ognuno voti secondo le proprie convinzioni in merito. :icon_wink:

    Edit:
    per inciso, io non ho ancora deciso…
    ma avere chiare tutte le variabili in gioco è necessario ad una scelta consapevole

    #682569
    shikaku
    Membro

    Premesso che la storia del parlare del non voto come un modo lecito di esprimersi per un referendum non va bene.
    Parte tutto dal fatto che un referendum è valido solo se raggiunge il quorum. :icon_confused: E allora?
    E’ anche vero che un voto è valido se non si fanno scritte o segne sulla scheda…
    Quindi dovremo dire che quando si va a votare possiamo votare un partito o annullare la scheda…
    Ma si è mai sentito dire che annullare una scheda è un modo valido per esprimere il proprio voto? E allora perchè lo si dice del non voto al referendum? 😀
    Se poi aggiungiamo che si dirà che il non raggiungimento del quorum è dovuto alla gente andata al mare e che a la gente piace l’attuale legge elettorale… il quadro è completo.

    Ora passiamo alla questione specifiche del referendum…
    O meglio sui primi due.
    Quello che non è stato ben spiegato da nessuno è che una parte di coloro che invitano a votare per il Si lo fa al solo scopo di dar vita ad una legge ancora peggiore dell’attuale e che non piaccia alla maggioranza del parlamento.
    Questo viene considerato l’unico modo per costringere lo stesso parlamento a mettere mano alla legge elettorale che altrimenti resterà così come è…
    Se passasse il referendum, tutti i partiti, Pdl escluso (che trarrebbe vantaggi dalla nuova legge), chiederebbero di riscrivere la legge.

    Chiariti tutti i punti, ognuno voti secondo le proprie convinzioni in merito. :icon_wink:

    In realtà le convinzioni sono due.
    Oltre a quella da te esposta, ossia votare SI per far capire al Parlamento che questa legge non piace e va cambiata, molti temono invece che se vincesse il SI il Parlamento potrebbe anche accontentarsi del cambiamento che il referendum già porta con sé e quindi non trattare la questione legge elettorale. Questione, che crea sempre problemi sia interni perché su questo punto è difficile mettere d’accordo piccoli e grandi partiti, sia perché in linea di principio occorrerebbe anche una condivisione con l’opposizione visto che la legge elettorale stabilisce le regole del gioco a cui tutti devono partecipare.
    Quindi bypassare questo argomento sarebbe la migliore soluzione per il governo…
    Ora quanto al non voto la questione è: se si vota SI si afferma una necessità di cambiamento, ma nella direzione del maggioritario (cosa che non farei mai); votare NO afferma che la legge va bene così e non va cambiata ( e manco questo mi piace).
    Ora se il Parlamento in entrambi i casi recepirebbe tendenze che non rispecchiano ciò che io voglio (cambiamento verso un proporzionale, con taluni accorgimenti), che fare? Ecco che non scegliere nè l’una, nè l’altra sarebbe la miglior soluzione (e mi riferisco a schede bianche e non al non- voto). L’andare a votare fa capire che il cambiamento della legge elettorale interessa, ma non scegliere nessuna della due opzioni fa capire che non interessano nè il sistema attuale nè quello tendente al maggioritario. Anche un scheda bianca comunica…
    Ricordo solo che nel 1993 gli stessi che hanno proposto questo referendum ne fecero un’altro in cui si puntava sempre al maggioritario e ci un’ampia vittoria del Si. Il Parlamento recepì questa indicazione e approvò una legge elettorale in cui il 75% dei parlamentari era eletto con metodo maggiuoritario e 25% col proporzionale…una stupidata che si è voluto corregere con la legge Calderoli. Il problema quindi il sistema che ne esce dopo il referendum, ma le indicazioni verso quale sistema i cittadini spingono.

    P.S. DA questa legge elettorale ci guadagna sia Pdl sia PD (il PD fa casino solo perchè quello è il suo compito di opposizione), ci perdono solo i partititi piccoli…

    #682573
    Jacopo
    Membro

    l’italia nn è pronta per bipartitismo, l’italia è da sempre un paese frammentario, troppe culture che coesistono, il bipolarismo garantisce una maggiore rappresentanza, …francamente cmq credo ke se dovessi andare a votare (ho 17 anni) voterei solo il terzo quesito mi asterrei dagli altri 2…

    #682574
    Bunta-sama
    Partecipante

    In realtà le convinzioni sono due.
    Oltre a quella da te esposta, ossia votare SI per far capire al Parlamento che questa legge non piace e va cambiata, molti temono invece che se vincesse il SI il Parlamento potrebbe anche accontentarsi del cambiamento che il referendum già porta con sé e quindi non trattare la questione legge elettorale. Questione, che crea sempre problemi sia interni perché su questo punto è difficile mettere d’accordo piccoli e grandi partiti, sia perché in linea di principio occorrerebbe anche una condivisione con l’opposizione visto che la legge elettorale stabilisce le regole del gioco a cui tutti devono partecipare.
    Quindi bypassare questo argomento sarebbe la migliore soluzione per il governo…
    Ora quanto al non voto la questione è: se si vota SI si afferma una necessità di cambiamento, ma nella direzione del maggioritario (cosa che non farei mai); votare NO afferma che la legge va bene così e non va cambiata ( e manco questo mi piace).
    Ora se il Parlamento in entrambi i casi recepirebbe tendenze che non rispecchiano ciò che io voglio (cambiamento verso un proporzionale, con taluni accorgimenti), che fare? Ecco che non scegliere nè l’una, nè l’altra sarebbe la miglior soluzione (e mi riferisco a schede bianche e non al non- voto). L’andare a votare fa capire che il cambiamento della legge elettorale interessa, ma non scegliere nessuna della due opzioni fa capire che non interessano nè il sistema attuale nè quello tendente al maggioritario. Anche un scheda bianca comunica…
    Ricordo solo che nel 1993 gli stessi che hanno proposto questo referendum ne fecero un’altro in cui si puntava sempre al maggioritario e ci un’ampia vittoria del Si. Il Parlamento recepì questa indicazione e approvò una legge elettorale in cui il 75% dei parlamentari era eletto con metodo maggiuoritario e 25% col proporzionale…una stupidata che si è voluto corregere con la legge Calderoli. Il problema quindi il sistema che ne esce dopo il referendum, ma le indicazioni verso quale sistema i cittadini spingono.

    P.S. DA questa legge elettorale ci guadagna sia Pdl sia PD (il PD fa casino solo perchè quello è il suo compito di opposizione), ci perdono solo i partititi piccoli…

    Caro Shikaku, ti faccio notare un piccolo dettaglio che forse ti è sfuggito.
    Qualore vi fossero anche milioni di schede bianche, e solo poche con un voto espresso, qualora il quorum fosse raggiunto la consultazione sarebbe valida e la vittoria andrebbe a chi ha ottenuto il numero maggiore di preferenze.
    Esempio: 10 il si – 9 il no – un milione le bianche
    Il si vincerebbe poichè ( di norma) le schede bianche vanno a favorire questa opzione. Il parlamento, in questo caso, si troverebbe diviso tra quelli che affermano (a ragione) la vittoria del SI e quelli che (a ragione anch’essi) sostengono che il volere del popolo è diverso da entrambe le opzioni proposte dal referendum.
    A questo punto, se il “non voto” non verrebbe considerato come espressione di opinione da parte del popolo, meglio utilizzare la carta del “rifiuto della scheda” seguendo la prassi prevista.

    #682579
    chaplin
    Partecipante

    In realtà le convinzioni sono due.
    Oltre a quella da te esposta, ossia votare SI per far capire al Parlamento che questa legge non piace e va cambiata, molti temono invece che se vincesse il SI il Parlamento potrebbe anche accontentarsi del cambiamento che il referendum già porta con sé e quindi non trattare la questione legge elettorale. Questione, che crea sempre problemi sia interni perché su questo punto è difficile mettere d’accordo piccoli e grandi partiti, sia perché in linea di principio occorrerebbe anche una condivisione con l’opposizione visto che la legge elettorale stabilisce le regole del gioco a cui tutti devono partecipare.
    Quindi bypassare questo argomento sarebbe la migliore soluzione per il governo…
    Ora quanto al non voto la questione è: se si vota SI si afferma una necessità di cambiamento, ma nella direzione del maggioritario (cosa che non farei mai); votare NO afferma che la legge va bene così e non va cambiata ( e manco questo mi piace).
    Ora se il Parlamento in entrambi i casi recepirebbe tendenze che non rispecchiano ciò che io voglio (cambiamento verso un proporzionale, con taluni accorgimenti), che fare? Ecco che non scegliere nè l’una, nè l’altra sarebbe la miglior soluzione (e mi riferisco a schede bianche e non al non- voto). L’andare a votare fa capire che il cambiamento della legge elettorale interessa, ma non scegliere nessuna della due opzioni fa capire che non interessano nè il sistema attuale nè quello tendente al maggioritario. Anche un scheda bianca comunica…
    Ricordo solo che nel 1993 gli stessi che hanno proposto questo referendum ne fecero un’altro in cui si puntava sempre al maggioritario e ci un’ampia vittoria del Si. Il Parlamento recepì questa indicazione e approvò una legge elettorale in cui il 75% dei parlamentari era eletto con metodo maggiuoritario e 25% col proporzionale…una stupidata che si è voluto corregere con la legge Calderoli. Il problema quindi il sistema che ne esce dopo il referendum, ma le indicazioni verso quale sistema i cittadini spingono.

    P.S. DA questa legge elettorale ci guadagna sia Pdl sia PD (il PD fa casino solo perchè quello è il suo compito di opposizione), ci perdono solo i partititi piccoli…

    Beh… che il parlamento nella nuova legge recepisca le tendenze imposte dal referendum (la tua paura) hai appena mostrato tu stesso come (purtroppo) non sia vero…
    Il SI è decisamente pericoloso, ma è l’unico in grado di smuovere la situazione…
    Circa l’ultima affermazione e quanto hai anche scritto all’inizio della discussione…
    Il premio di maggioranza va alla lista che in assoluto ha preso più voti
    nella coalizione vincente…
    Una sola lista ci guadagna… le altre perdono.
    Nella situazione attuale la Pdl…

    #682582
    shikaku
    Membro

    Caro Shikaku, ti faccio notare un piccolo dettaglio che forse ti è sfuggito.
    Qualore vi fossero anche milioni di schede bianche, e solo poche con un voto espresso, qualora il quorum fosse raggiunto la consultazione sarebbe valida e la vittoria andrebbe a chi ha ottenuto il numero maggiore di preferenze.
    Esempio: 10 il si – 9 il no – un milione le bianche
    Il si vincerebbe poichè ( di norma) le schede bianche vanno a favorire questa opzione. Il parlamento, in questo caso, si troverebbe diviso tra quelli che affermano (a ragione) la vittoria del SI e quelli che (a ragione anch’essi) sostengono che il volere del popolo è diverso da entrambe le opzioni proposte dal referendum.
    A questo punto, se il “non voto” non verrebbe considerato come espressione di opinione da parte del popolo, meglio utilizzare la carta del “rifiuto della scheda” seguendo la prassi prevista.

    Perciò ho specificato che il più delle volte la legge elettorale non è quella che esce dal referendum, quello serve solo a dare indicazioni. Anche nel 1993 il referendum fece uscire un sistema maggioritario e il Parlamento allora approvò una nuova legge elettorale sempre sempre col sistema maggioritario. In questo caso poi il referendum tocca solo aspetti marginali, quindi serve ancora di più solo come indicazione politica da seguire. Il numero di schede bianche per me sarebbe un messaggio chiaro al di là del risultato pratico, ma alla fine va bene qualsiasi cosa che faccia capire il rifiuto del sistema attuale e del sistema verso cui spinge il referendum…

    Edit: @ chaplin: il Parlamento recepisce le tendenze, ma le reinterpreta in un linguaggio giuridico e politico. Il referendum solitamente si mette a cencella re singole parole da una legge per cambiare il significato delle frase facendone uscire un casino. L’intervento del Parlamento il più delle volte rislulta necessario e prosegue nella direzione del referendum, anche se non si attiene ad esso.

    P.S. i vantaggi prendendoli la lista di maggioranza avvantangia il §
    Pdl verso i suoi alleati quando vince lui le elezioni, ma avvantaggia il Pd verso i suoi alleati quando vincerà le elezioni. Per ora la legge elettorale non comporta alcuna conseguanza immediata. Si vedranno nelle prossime elezioni e allora se il Pd sarà in vantaggio rispetto a Pdl sarà lui a goderne dei benefici di questa legge rispetto ai possibili alleati (Idv e partiti di sinistra).

    #682587
    Bunta-sama
    Partecipante

    Perciò ho specificato che il più delle volte la legge elettorale non è quella che esce dal referendum, quello serve solo a dare indicazioni. Anche nel 1993 il referendum fece uscire un sistema maggioritario e il Parlamento allora approvò una nuova legge elettorale sempre sempre col sistema maggioritario. In questo caso poi il referendum tocca solo aspetti marginali, quindi serve ancora di più solo come indicazione politica da seguire. Il numero di schede bianche per me sarebbe un messaggio chiaro al di là del risultato pratico, ma alla fine va bene qualsiasi cosa che faccia capire il rifiuto del sistema attuale e del sistema verso cui spinge il referendum…

    Siamo perfettamente d’accordo allora.
    Ammetto di essere favorevole al bipartitismo. La semplificazione e la sicurezza di un governo duraturo (e senza scusanti per le ingerenze di questo o quell’alleto) ed una rivisitazione dei poteri delle varie cariche dello stato sono cose che spero accadranno in un futuro non troppo lontano.
    Ora però gli italiani non sono pronti a questo cambiamento e, forse, la colpa di ciò è da attribuirsi proprio al Berlusca ed al suo modo di fare.
    Ha portato il cambiamento nel panorama politico, e gli si deve dare atto di ciò, però la gente teme che possa concetrare troppo potere nelle sue mani, quindi l’Italia gli ha lanciato un messaggio chiaro nelle europee di 2 settimane fa: Continua a governare ma non aspirare al potere assoluto.


    @Chaplin
    : Ad avvantaggiarsi del bipartitismo sarebbero sia il PDL che il PD. Certo non contemporaneamente, ma essendo i partiti maggiori, di volta in volta potrebbero usufruire di tale vantaggio.

    #682592
    shikaku
    Membro

    Invece a me il bipartitismo (modello statunitense) non convince molto…
    A me piace l’idea di una democrazia pluralista con più voci diverse che si confrontano e dal confronto traggono una soluzione ai problemi. Nel bipartitismo i partiti sono solo due, due voci che rappresentano 47 milioni di voci, se si tiene conto che queste voci spesso son o molto simili fra loro (grandi contrapposizioni tra repubblicani e democratici sono rare) allora il quadro mi apre quello di un unica voce che sta messa lì con la giustificazione che occorre un sistema di governo stabile.
    Se vogliamo stabilità basta nominare una sola persona dittatore e il gioco è fatto.
    Ok, questo è troppo, ma comunque non mi piace l’idea di sacrificare troppo la rappresentatività in nome della governabilità. Ad esempio io già oggi non mi sento rappresentato in Parlamento, figuriamoci quando rimarranno solo Pdl e PD…

    #682593
    chaplin
    Partecipante

    @Chaplin: Ad avvantaggiarsi del bipartitismo sarebbero sia il PDL che il PD. Certo non contemporaneamente, ma essendo i partiti maggiori, di volta in volta potrebbero usufruire di tale vantaggio.

    Dovrebbero correre da soli… e sperare che i partiti minori non si coalizzino contro (basterebbe raggiungere un 30%) …
    Richierebbero di finire entrambi fuori dal parlamento…

    #682594
    shikaku
    Membro

    Dovrebbero correre da soli… e sperare che i partiti minori non si coalizzino contro (basterebbe raggiungere un 30%) …
    Richierebbero di finire entrambi fuori dal parlamento…

    Non accadrebbe mai perché le differenze tra i partiti minori sono estreme, sarebbe più facile che si alleassero Pd e Pdl…
    Vi immaginate Bossi che fa i comizi con Di Pietro, e il cattolico Casini con Vendola o Ferrero:asd:…

    E poi non devono correre necessariamente da soli…
    Se ad esempio abbiamo Pdl, Lega e Destra di Storace VS Pd, Idv, UDC, Sinistra e Libertà, PRC ecc. e vincesse la seconda coalizione , il premio se lo becca solo il Pd e gli altri avrebbero fatto solo da spalla, e viceversa

    #682596
    chaplin
    Partecipante

    Non accadrebbe mai perché le differenze tra i partiti minori sono estreme, sarebbe più facile che si alleassero Pd e Pdl…
    Vi immaginate Bossi che fa i comizi con Di Pietro, e il cattolico Casini con Vendola o Ferrero:asd:…

    E poi non devono correre necessariamente da soli…
    Se ad esempio abbiamo Pdl, Lega e Destra di Storace VS Pd, Idv, UDC, Sinistra e Libertà, PRC ecc. e vincesse la seconda coalizione , il premio se lo becca solo il Pd e gli altri avrebbero fatto solo da spalla, e viceversa

    Chi si coalizzerebbe con i due partiti maggiori senza prima imporre loro di mettere nel programma il cambiamento della legge elettorale… Non sono masochisti:icon_smile:

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